- Sleipnir. Vieni qui, di corsa!
La voce del Dio era potente e cavernosa. Quasi niente aveva di umano. Anzi, niente.
Quando chiamava Sleipnir era possibile sentirlo dalla terra, come il rombo di tuono che preannuncia il temporale.
Sleipnir accorreva di corsa, e con i suoi otto zoccoli possenti sollevava scintille infuocate che finivano sulla terra sotto forma di fulmini, illuminando il cielo con spaventose lingue di fuoco azzurrognolo.
Tutti gli esseri viventi tremavano dalla paura, abbassavano lo sguardo intimoriti di fronte al potere del Dio e si rintanavano nei loro ripari, temendone la collera.
Poi appariva Lui, Odino, possente, saltava in sella scrollandosi di dosso la polvere che ricopriva i suoi abiti e partiva al galoppo di Sleipnir. La polvere cadeva sulla terra con sembianze di grandine, abbattendosi con fragore sulla terra tremante.
- Andiamo Sleipnir, al galoppo! Tuonava Odino dall'alto dei cieli.
Il cavallo, se cavallo si può chiamare un essere al servizio di un Dio, con otto zampe sotto i possenti garretti, partiva al galoppo obbediente agli ordini del padrone.
Sudava bianca schiuma, che appariva sul mare Oceano, sotto forma di spuma leggiadra nei giorni di temporale.
Odino si muoveva nel vasto cielo, che a malapena lo conteneva. Veloce più del vento, potente più del tuono, caldo più del sole, governava l'universo affiancato dal suo cavallo Sleipnir, il fedele.
Il suo pelo folto e grigio, lungo più della chioma delle amazzoni, ondeggiava leggero al vento di primavera.
Sleipnir correva veloce, per aria e per terra e i suoi occhi fiammeggianti aprivano le porte degli inferi.
Odino era il solo a cavalcarlo.
Tutto ciò andò avanti per millenni, fin dal principio dei tempi.
Poi un giorno l'uomo dimenticò tutto. Dimenticò Odino, dimenticò il grigio cavallo, dimenticò il rumore dei suoi zoccoli e il terrore di quelle notti di grandine.
L'Uomo, ormai Dio, costruiì macchine volanti, imitò il rombo del cielo, produsse fulmini infuocati, cacciò Sleipnir e il suo padrone negli inferi dell'oblio.
Ma un giorno Sleipnir tornerà a cavalcare, col suo cavaliere tonante, per terra e per aria e il suo padrone prenderà la sua rivincita sull'uomo ribelle.
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
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