-Nonno, nonno, mi prendi sulle ginocchia? Disse la piccola Giulia saltando sulle gambe del nonno mentre lui, seduto sul divano, leggeva il giornale.
-Pare che tu abbia già deciso. Disse il nonno sorridendo alla nipotina e mettendo da parte il giornale. Forse l'avrebbe ripreso più tardi, o forse no, poco importava. Cosa c'era di meglio che godersi la nipote finché era piccola?
-Immagino che anche oggi vorrai sentire come prosegue la storia del nostro estronauta esploratore. E senza aspettare oltre cominciò il suo racconto.
-Il nostro amico estronauta dopo l'incontro con quel simpatico chiacchierone di volpesce si diresse senza indugio verso la faccia più buia della luna.
Cammina cammina, ad un certo punto si imbattè su un muro gigantesco che gli sbarrava la strada. Si guardò intorno ma non vide nessuno cui chiedere informazioni.
-Nonno, che ci fa' un muro sulla luna? E chi l'ha costruito? Di che materiale era fatto? Perchè...
-Giulia, non ti sarai mica lasciata contagiare dal volpesce? Ricordati una cosa mia cara nipotina, prima di far domande devi imparare ad ascoltare. A volte è sufficiente ascoltare e aver pazienza per avere tutte le risposte. La piccola, come faceva sempre in questi casi, si portò le mani alla bocca e strinse tanto forte che diventò paonazza.
-Respira! Stupidina... Disse il nonno staccandole con delicatezza le manine dalla bocca.
-Dicevo dunque che il nostro estronauta si imbattè in un muro enorme e per un pelo non ci andò a sbattere contro. Per sua fortuna riuscì a fermarsi per tempo, altrimenti chissà che sfacelo. Giovanbattistamarialorenzo decise quindi di seguire il muro, prima o poi avrebbe trovato un passaggio, una porta o una finestra. Pensò il nostro estronauta senza preoccuparsi troppo.
-Cammina cammina, ad un certo punto vede in lontananza uno strano animaletto dirigersi con sicurezza dritto dritto verso il muro e poi scomparire.
-Allora deve esserci una porta! Dice Giulia destandosi di colpo.
-E' quello che pensò il nostro estronauta che senza farselo dire due volte si mette a correre. Raggiunto il punto dove aveva visto scomparire l'animale osservò a lungo il muro, spostandosi avanti e indietro senza però trovare alcun passaggio.
-Com'è possibile nonno? Forse Gionzo ha avuto un'allucinazione? E' possibile non pensi? In mezzo a tante cose strane...
-E' proprio ciò che in quel momento aveva pensato anche lui. In terra però si vedevano delle strane impronte che andavano dritte dritte verso il muro e poi sparivano, come se fosse passato oltre.
-Allora doveva essere un fantasma! Disse Giulia preoccupatissima per il suo amico estronauta.
-Gionzo - continuò il nonno - stupito per ciò che aveva visto e un po stanco, quasi senza accorgersene appoggiò una mano al muro per riposarsi e, meraviglia delle meraviglie, di colpo si ritrovò a terra dall'altra parte! Il muro non era fatto di roccia ma di una specie di sostanza grigia un po' appiccicosa. Mentre stava sdraiato a terra, a qualche metro di distanza una lanternucciola lo guardava dall'alto stupita.
-Che strano muro, nonno. E chi è questa lanternucciola?
-Cara Giulia, un po' di pazienza. Lascia parlare i nostri amici e vedrai che capirai tutto.
-Va bene. Hai ragione, ma sai, sono proprio curiosa. Vorrei proprio andare anche io lassù sulla luna e proseguire l'esplorazione con Giovanbattistamarialorenzo.
-Magari un giorno sarà possibile. Ma ora zitta e ascolta. Disse il nonno fingendo severità ma ridendo sotto sotto.
Dicevo che una lanternucciola osservava con stupore il nostro amico estronauta dall'alto delle sue lunghe e sottilissime ed eleganti gambe. Sopra le sottili gambe una grossa testa a forma di lanterna si era illuminata non appena sentito il rumore della caduta dell'inaspettato visitatore.
-Chi sei? Domandò con la sua vocina stridula la lanternucciola, guardando Gionzo fisso negli occhi.
-Ciao cara amica lanternucciola, io mi chiamo Giovanbattistamarialorenzo, Gionzo per gli amici e sono un estronauta in esplorazione, alla ricerca del lato oscuro della luna.
-Piacere - rispose la lanternucciola, ora più tranquilla - io sono Pilina. Se stai cercando il lato oscuro della luna posso darti una buona notizia, sei arrivato a destinazione. Ma posso sapere che ci fai li per terrà? Stai riposando? E che razza di essere sei? Non ho mai visto niente di simile su questo lato della luna. Hai bisogno di una mano? E senza aspettare oltre gli tese una mano tutta affusolata per aiutarlo a rialzarsi.
-Posso farti una domanda prima di darti tutte le risposte che occorrono? Domandò l'estronauta alla lanternucciola.
-Che strano tipo di muro è mai questo? Mi sono appoggiato per riposarmi e gli sono passato attraverso trovandomi a terra di colpo!
-Muro? Ripetè senza capire la lanternucciola. Forse parli del nebbiungo che si trova alle tue spalle?
-Nebbiungo? - Ripeté il nostro esploratore cercando di riportare alla memoria le sue conoscenze di botanica lunare. Nebbiungo... ripetè ancora una volta a voce alta. - Ora capisco, non si tratta di un muro ma di un enorme fungo nebbioso. Non ne avevo mai visto di così grandi. Anzi, non ne avevo mai visto e basta. Dicono che i nebbiunghi siano commestibili, non è vero? Domandò con voce squillante alla lanternucciola che nel mentre cominciava a scolorire.
-Si, i nebbiunghi sanno un po' di panna e fragole, assaggialo pure, non si offende per così poco!
-Certo, volentieri. E allungata una mano prese una manciata di quella sostanza appiccicaticcia.
-Che schifo! Disse Giulia storcendo la bocca in segno di disgusto. Un fungo al sapore di panna e fragola io non l'ho mai sentito. Aggiunse guardando storto il nonno.
-Perchè dici che schifo senza avere assaggiato? Mi sembra che la panna e le fragole ti piacciano o sbaglio? E poi non era proprio un fungo come i nostri, era piuttosto un enorme ammasso di panna al sapore di fragola e se ne poteva mangiare quanto vuoi perché più ne mangi e più ne ricresce. Rispose il nonno prontamente.
-Comunque io non lo assaggerei mai un nebbiungo!
-Comunque sia, il nostro estronauta era finalmente arrivato nella faccia oscura della luna, ora poteva iniziare l'esplorazione. E mentre pensava questo notò che la lanternucciola era diventata sempre più scura e oramai era quasi scomparsa alla vista. Ora si che si rendeva conto di essere sul lato oscuro della luna! Fino ad un istante prima infatti la luce della lanternucciola illuminava i dintorni e lui poteva vedere tutto senza difficoltà.
-Perchè stai scomparendo? Disse con stupore l'estronauta.
-Perchè io sono una lanternucciola. Prima mi hai spaventato e così mi sono illuminata per vedere cosa stava succedendo, ma non posso certo restare accesa tutto il giorno, non pensi? Che motivo avrei per continuare ad illuminare?
-Ma se ti spegni io non vedo più niente! Disse l'estronauta un po' sconsolato.
-Allora sarà meglio che tu torni sull'altro lato della luna. Quì non troverai molta luce. Quella che serve a noi la produciamo solo all'occorrenza, disse, troncando la conversazione. E girandosi di spalle si allontanò velocemente, ormai stanca di quella discussione.
-Maleducata! Disse allora Giulia, sconvolta dal comportamento della lanternucciola.
-Non devi arrabbiarti piccola, purtroppo non tutti gli animali lunari sono simpatici e socievoli. Ma non preoccuparti, vedrai che il nostro amico estronauta domani incontrerà qualcuno più simpatico.
Detto questo il nonno prese in braccio la nipotina, infatti era arrivato il momento di andare a letto.
-Buona notte e sogni d'oro piccola, a domani.
- Sogni d'ora anche a te, nonnino caro. Rispose Giulia soddisfatta.
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
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