- Sei stanca piccina? Chiudi gli occhietti e cerca di dormire, poi starai meglio. Io starò vicino a te.
-
Sono proprio stanca - disse Giulia al nonno – ma non potrei mai
addormentarmi senza aver dato la buonanotte al mio amico
Giovanbattistamarialorenzo. Perché
non mi racconti una storia? Oggi starò zitta zitta.
-
Come vuoi, in effetti le avventure del nostro amico estronauta sono
proprio appassionanti, quando me le racconta per telefono sono sempre
in ansia.
Giulia
guardava il nonno incredula, pensando che la stesse prendendo in
giro. Ma
proprio in quell'istante,
non ci crederete mai, il nonno ricevette una telefonata dal suo amico
estronauta che gli chiedeva un consiglio su uno dei più strani e
misteriosi esseri che si fossero mai visti sulla Luna: il camaleone!
-
Ciao – lo salutò come si fa tra amici – cosa vuoi sapere? Come
sarebbe a dire tutto. Capisco,
tutto ciò che serve sapere sul camaleone – disse il nonno e
cominciò a descrivere il camaleone come può fare solo chi lo
conosce bene.
-
Il camaleone è una specie di camaleonte che a differenza del suo
simile terrestre è molto pericoloso per l'uomo, in particolare per
gli esploratori.
-
Ma nonno – lo interruppe Giulia – come può essere pericoloso un
camaleonte! E intanto rideva e si agitava sulle gambe del nonno.
-
Eppure ti garantisco che è proprio così - rispose il nonno
distogliendo lo sguardo per non far vedere che anche lui rideva –
devi sapere che nel corso delle prime esplorazioni lunari diversi
astronauti sono stati ricoverati per lo spavento dovuto all'incontro
con il camaleone! Il camaleone è un animale subdolo e...
-
Nonno, nonno, cosa significa animale subolodo?

-
E' terribile!
Disse
Giulia
stringendosi
le guance tra
le
mani.
- Come
potrà
sopravvivere
il
nostro
amico
Gionzo?
Nonno, tu puoi aiutarlo vero?
Dimmi
che lo farai...
-
Non saprei.
Io
posso
solo
dirgli di fare molta attenzione.
Nel
mentre l'estronauta
aveva ascoltato
tutto
ed
era molto
preoccupato.
Come poteva
combattere
un pericolo così
subdolo
come
quello
del
camaleone?
Pensa
che
ti
ripensa,
gli venne
in
mente
che
se
avesse
indossato
un
paio
di cuffie
seppure
fosse
capitato
nel
territorio
di
un
camaleone
non si sarebbe
spaventato.
Però,
pensandoci
bene, se
avesse
indossato
le
cuffie non avrebbe
sentito
più
alcun
rumore
e la
cosa poteva
essere
pericolosa,
ci
sono
tanti
altri
lunimali
(così
si
chiamano
correttamente
gli
animali
della
luna)
pericolosi.
Allora
si
sedette per terra,
con
le gambe
incrociate
ed
indossò
il suo
nuovo casco potenziante,
sperando
gli venisse
in mente
qualche
buona
idea
ed
ecco,
in
lontananza,
apparire
la
soluzione.
La mente dell'estronauta
la inseguì
e la catturò...
-
Nonno,
non
ho
capito
che
cosa
inseguì
il
nostro
estronauta.
-
Volevo
dire che il nostro
amico
Giovanbattistamarialorenzo
trovò
una
soluzione
al problema
del camaleone.
Decise
infatti
di costruire
un
bel
paio di cuffie
antiruggito
che eliminassero solo i rumori che sembravano dei ruggiti e
lasciassero
passare
tutti gli altri rumori.
E devi sapere,
mia
cara, che le cuffie antiruggito
erano anche
molto
comode
e riparavano
le orecchie dal
freddo
della sera lunare.
-
Bravissimo! Lo sapevo che col casco potenziante avrebbe trovato una
soluzione. Glielo stavo per dire anche io di fare così! Disse Giulia
molto soddisfatta di se stessa.
-
Dunque,
dicevo che il nostro amico estronauta, quando si rese conto di essere
entrato nel territorio di un terribile camaleone lunare indossò
subito le cuffie antiruggito e senza preoccuparsi di essere assalito
alle spalle esplorò tutto il territorio. Il camaleone, si trattava
di un grosso esemplare, lo inseguì con i suoi occhi multicolore e
quando fu alle sue spalle, lanciò un ruggito che avrebbe steso un
elefante ma con sua enorme sorpresa non accadde niente. Il nostro
estronauta non si accorse di niente.
-
Perfetto! - disse Giulia tutta eccitata – lo sapevo che le cuffie
avrebbero funzionato contro questo sudobolo lunimale!
-
Si dice subdolo – la corresse il nonno. Adesso era il camaleone ad
essere nei guai, infatti Gionzo aveva notato delle piccole tracce
impresse sulla polvere lunare e cominciò a seguirle pensando che
forse sarebbe riuscito a vedere il camaleone.
Ma
il camaleone, ripresosi dallo stupore, non si diede per vinto e tese
un'altro agguato all'estronauta. Questa volta si avvicinò di più e
quando era giunto alle sue spalle lanciò un secondo e un terzo
ruggito, ancora più potenti del primo!
-
E cosa è successo? Dai nonno, racconta – lo interruppe Giulia
visibilmente preoccupata per il suo amico!
-
Assolutamente
niente!
L'esploratore
aveva
sentito
come
una
specie
di
ronzio
ma
niente
di più.
Le
cuffie
funzionavano
alla
perfezione.
Il povero camaleone era disperato, decise di rischiare il tutto per
tutto e si parò davanti al nostro amico rendendosi visibile e,
aprendo la bocca come di più non poteva, lanciò il suo quarto e più
potente ruggito che avesse mai emesso ma Gionzo, estratto velocemente
il suo retino per farfalucciole, lo catturò in un istante.
-
Povero camaleone - disse Giulia singhiozzando – che fine farà
adesso? Lo metteranno in una gabbia stretta stretta? E i suoi piccoli
camaleoncini moriranno di fame? Nonno, non puoi chiedere a Gionzo di
liberarlo? Vedrai che d'ora in poi si comporterà bene – e mentre
parlava continuava a singhiozzare.
-
Stai tranquilla Giulia – disse il nonno in tono rassicurante – il
camaleone non aveva figli ma il nostro amico
Giovanbattistamarialorenzo pensò esattamente le stesse cose e decise
di parlare con il camaleone per spiegargli che se voleva tornare
libero, da quel momento in poi avrebbe dovuto comportarsi bene.
Il
camaleone accettò di buon grado la sconfitta e divenne un buon amico
di Gionzo. Da quel momento i due furono inseparabili e il camaleone,
che
per la cronaca si chiamava Ruggero,
lo seguì ovunque e lo aiutò nelle esplorazioni lunari.
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
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