tag:blogger.com,1999:blog-74361810017817874502024-02-19T07:28:57.643-08:00Racconti fantasticiAlerugolohttp://www.blogger.com/profile/17674981461758629284noreply@blogger.comBlogger90125tag:blogger.com,1999:blog-7436181001781787450.post-44251863297287421612018-04-21T13:46:00.001-07:002018-04-21T13:46:56.001-07:00Racconto imperfetto...<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7-wYCKSKTMVkaHEGVhwji0bceCwaM8xKLfpHj1CllxOWcpM3RA4tw8x_z9Y4FCdNpPWlBGnDT8RvZ16_Kn7TLbg8cT9YhCDK-6CIb7y3f0B5nD7xZcS9QFoWVJRmCdsc8gybibOrQLl8D/s1600/Libro+panchina.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="300" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7-wYCKSKTMVkaHEGVhwji0bceCwaM8xKLfpHj1CllxOWcpM3RA4tw8x_z9Y4FCdNpPWlBGnDT8RvZ16_Kn7TLbg8cT9YhCDK-6CIb7y3f0B5nD7xZcS9QFoWVJRmCdsc8gybibOrQLl8D/s320/Libro+panchina.jpg" width="213" /></a>Era una notte scura e senza luna.</div>
<div style="text-align: justify;">
Le stelle pallide, dietro un sottile velo di foschia, erano l'unica fonte di luce.</div>
<div style="text-align: justify;">
Camminavo
a tentoni in mezzo al campo, inciampando di tanto in tanto in qualche
radice o cespuglio invisibile ai miei occhi. Ripensandoci oggi, a
distanza di tanto tempo, sento ancora i brividi di paura.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il freddo intenso...</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Ma che sto scrivendo?</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Paolo strappò il foglio dalla macchina da scrivere e lo buttò nel cestino, o quanto meno ci provò.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Quella sera il pavimento era cosparso di prove e tentativi. Prove di scrittura e tentativi di azzeccare il cestino!</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Il risultato era disseminato sul pavimento della veranda.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Fuori era una bella serata di primavera.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>La
luna illuminava una striscia di mare poco profondo che restituiva a chi
osservava la vista di un'acqua trasparente che solo in Sardegna si
poteva trovare.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>L'aria
era calma e fresca, piacevole. Ancora non c'erano state quelle giornate
di caldo intenso che lasciavano l'aria piena di umidità, tipiche dei
mesi di luglio e agosto.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Paolo
si alzò dalla scrivania e uscì in veranda. Una boccata d'aria, forse,
gli avrebbe permesso di sbloccarsi e trovare un attacco degno di questo
nome per il suo prossimo racconto.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Erano mesi che scriveva quasi senza interruzione.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Il suo editore attendeva e il suo pubblico ancora di più, a detta sua.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>E Paolo non voleva farli attendere.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Aveva bisogno di soldi!</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Quelli
servivano sempre e lui non riusciva a tenerne mai da parte a
sufficienza per soddisfare le sue spese, le sue necessità e i suoi
capricci...</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>La
veranda era ampia e spaziosa, costruita in legno d'olivo quasi sopra il
mare. L'aveva fatta realizzare, subito dopo aver acquistato la casa, da
un falegname del luogo che si era dimostrato all'altezza della sua
fama.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Si
sentiva ancora l'odore della vernice fresca. Il legno era bello ma
necessitava di continua manutenzione e all'inizio della primavera, come
ogni anno, Paolo aveva chiamato Giovanni, un amico che al contrario di
lui aveva il dono della manualità per effettuare i soliti piccoli
ritocchi.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Giovanni si era occupato di qualche riparazione e di riverniciare la veranda che era tornata come nuova. </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Poco
lontano, sulla destra, si intravvedeva la lunga distesa di spiaggia di
Platamona con le sagome scure dei pescatori che si stagliavano ben
definite sulla spiaggia bianca.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Sulla
sinistra, immersa nell'oscurità delle rocce, era possibile distinguere
la torre spagnola, una delle tante ancora in piedi lungo le coste sarde.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>La brezza leggera portava con se profumi e rumori.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Il profumo di pesce arrostito sulla spiaggia e il rumore di un gruppo di ragazzi che festeggiavano chissà cosa. Beata gioventù!</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Paolo
respirò a fondo cercando di trovare l'ispirazione che sembrava essere
scappata proprio nel momento del bisogno. Diede un'ultima occhiata al
mare e si voltò per tornare alla sua scrivania in legno, sulla quale
stava poggiata la macchina da scrivere e una pila di fogli bianchi.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Mentre
si girava udì un rumore provenire dalla spiaggia, come di qualcuno che
corresse, quindi uno sparo, un colpo di pistola, poi un altro e un
terzo.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Di colpo intorno a lui tutto si fece scuro...</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Cadde a terra, faccia in avanti, ma non sentì dolore.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Prima
di chiudere gli occhi, sentì l'odore dolciastro del sangue sul legno
del pavimento e vide una macchia scura che si allargava in cerchio
attorno alla sua faccia...</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
No!</div>
<div style="text-align: justify;">
Non va bene.</div>
<div style="text-align: justify;">
Chi
vuoi che legga un romanzo in cui il personaggio principale è uno
scrittore mezzo fallito che scrive ancora con la macchina da scrivere?</div>
<div style="text-align: justify;">
Per carità!</div>
<div style="text-align: justify;">
Alessandro
chiuse il file senza salvarlo, colto da un momento di nervosismo, un
momento che però ormai durava da diverse settimane.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non riusciva proprio a scrivere.</div>
<div style="text-align: justify;">
Forse era l'ambiente.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Per fortuna non aveva problemi di soldi.</div>
<div style="text-align: justify;">
I suoi precedenti romanzi avevano avuto un discreto successo di pubblico ed erano stati venduti in diversi stati.</div>
<div style="text-align: justify;">
L'idea di scrivere in spagnolo era stata vincente.</div>
<div style="text-align: justify;">
La maggior parte dei colleghi continuavano a scrivere in inglese dimostrando di non essere in grado di capire...</div>
<div style="text-align: justify;">
Alessandro aveva un Dottorato in Economics che gli aveva sempre consentito di trovarsi un passo avanti rispetto agli altri.</div>
<div style="text-align: justify;">
L'analisi
dei mercati gli aveva detto che i libri in lingua inglese erano un
business solo per chi aveva già avuto un certo successo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Era
molto difficile conquistare una fetta di mercato che andava strappata a
qualche scrittore troppo famoso per lui. Invece il mercato dei libri in
lingua spagnola era in crescita e gli scrittori erano pochi se
paragonati agli inglesofoni.</div>
<div style="text-align: justify;">
Si poteva provare.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il suo primo romanzo aveva venduto due milioni di copie. Un successo subitaneo quanto inaspettato!</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
"Domani parto", pensò a voce alta.</div>
<div style="text-align: justify;">
"Spero proprio di ritrovare la vena.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il volo per la Sardegna parte alle 10 e la stanza a Orgosolo è già prenotata per un mese.</div>
<div style="text-align: justify;">
Bene, meglio andare a dormire".</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La
mattina dopo prese l'aereo per Olbia. All'aeroporto lo attendeva un
ragazzo del paese con una vecchia utilitaria che guidava come fosse una
ferrari.</div>
<div style="text-align: justify;">
Nelle curve che si arrampicavano su per le montagne di Orgosolo più d'una volta temette di finire giù per un burrone.</div>
<div style="text-align: justify;">
Le strade erano strette e tutte curve. </div>
<div style="text-align: justify;">
I muretti in pietra che fungevano da protezione non davano alcuna garanzia di sicurezza.</div>
<div style="text-align: justify;">
Chiuse
gli occhi, un po per cercare di riposare, un po per evitare di pensare
alla morte che potenzialmente lo attendeva dietro ogni curva. Aveva
provato a protestare ma il ragazzo rallentava per un attimo e poi
riprendeva a correre più forte di prima. Meglio lasciar fare e
sperare...</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Arrivarono al suo B&B verso le tre del pomeriggio. La sua stanza era pronta, comoda e confortevole.</div>
<div style="text-align: justify;">
Nell'aria
si sentiva ancora l'odore della carne arrosto e del mirto fresco. La
corsa in macchina gli aveva tolto l'appetito ma a certi odori non si può
resistere.</div>
<div style="text-align: justify;">
Un
bicchiere di vino nero, cannonau fatto in casa, lo aveva subito
rivitalizzato così decise di assaggiare un dolce tipico di cui non
ricordava il nome, di un gusto particolare, a base di formaggio e
miele.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il resto della serata lo passò a disfare la valigia e sistemare il suo angolo di lavoro.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
La
stanza era ampia, un letto rustico ad una piazza e mezza in legno
d'olivo occupava la parete sinistra della stanza, in fondo si trovava un
bagno semplice ma comodo e pulito. Sulla destra vi era un piccolo frigo
e la scrivania, ampia quasi quanto il letto con una grossa e luminosa
lampada da lettura, occupava tutta la parete. </div>
<div style="text-align: justify;">
Alessandro
vi posizionò il suo laptop e i libri che lo seguivano ovunque, una
copia dell'Odissea, un vecchio volume di Erodoto e un libro di
fantascienza di Isaac Asimov, il suo scrittore preferito. Agenda e penne
completavano l'armamentario.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il tempo era bello. L'aria di montagna fine e ricca di ossigeno era impregnata di profumi di fiori selvatici.<br />
Di tanto in tanto si sentiva lo scampanio di qualche capo di bestiame che vagava libero per i dirupi...<br />
<br />
<i>"Basta!</i><br />
<i>Non mi piace", disse la ragazzina bionda al ragazzo che le stava seduto a fianco e leggeva a voce alta.</i><br />
<i>"Questo romanzo non dice niente, e poi sono stanca di stare seduta qui... </i><br />
<i>Andiamo a prenderci un gelato?"</i><br />
<i><br /></i>
<i>Lui annui. </i><br />
<i>Poggiò il libro sulla panchina, esattamente dove l'aveva trovato.</i><br />
<i>Guardò
ancora una volta la copertina consumata dal tempo prima di abbandonarlo
nuovamente... "Racconto Imperfetto", recitava il titolo.</i><br />
<i><br /></i>
<i>"Si, è proprio vero!</i><br />
<i>E' proprio un racconto imperfetto..."</i><br />
<i>Aggiunse ridendo, mentre le correva appresso.</i><br />
<i><br /></i>
<i>Il libro restò li, sulla panchina, ancora una volta abbandonato, </i><i><i>aperto a metà, </i>
in attesa che qualcuno lo trovasse e, magari, apprezzandolo, lo
portasse con se in casa, in mezzo ad altri libri come lui... imperfetti
forse, ma più fortunati!</i><br />
<b><br /></b>
<b>Alessandro Rugolo</b></div>
Alerugolohttp://www.blogger.com/profile/17674981461758629284noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7436181001781787450.post-23797118385263262122018-04-17T22:52:00.000-07:002018-05-01T11:17:26.936-07:00Le ossa del drago<div style="text-align: justify;">
Camminavamo assieme come ogni sera lungo la pista ciclabile di Porto Torres.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il mare era mosso e le onde si infrangevano rumorosamente sugli scogli sollevando schiuma bianca che ricadeva sulla roccia nuda.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ci fermammo un attimo ad osservare il mare.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Di fronte a noi si stagliavano, immerse nella foschia, quasi irreali, le cime dell'isola dell'Asinara.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Guarda! - dice mia moglie - sembrano galleggiare sul mare.</div>
<div style="text-align: justify;">
La foschia in cui l'isola era immersa faceva si che sembrasse galleggiare </div>
<div style="text-align: justify;">
nell'aria.</div>
<div style="text-align: justify;">
- Si, hai ragione, è molto bella. Faccio una foto...<br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8hfe4nhPwO8ZbzXjfRPL6Q4SHoFhI-0ZcyLWLgioV1MBY-XDMnMNxEUyqQ8eLy8VHiaML5LeR2itgPBt-GQb-J_IU7MvhFUzXBi07e-s36ibXDQpbUsNMT_PX0gSlja2IleYo_HhO4zE/s1600/P_20170505_191117.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="339" data-original-width="1235" height="172" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8hfe4nhPwO8ZbzXjfRPL6Q4SHoFhI-0ZcyLWLgioV1MBY-XDMnMNxEUyqQ8eLy8VHiaML5LeR2itgPBt-GQb-J_IU7MvhFUzXBi07e-s36ibXDQpbUsNMT_PX0gSlja2IleYo_HhO4zE/s640/P_20170505_191117.jpg" width="640" /></a></div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ci
fermammo un attimo, il tempo necessario per scattare qualche foto e
stavamo per riprendere la camminata quando dietro di noi si fermò un
vecchio.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Bella vista, vero? - disse, rivolgendosi a noi in sardo, ma con un accento particolare.</div>
<div style="text-align: justify;">
- Si, fantastica...</div>
<div style="text-align: justify;">
- Quelle sono le ossa del drago. - aggiunse il vecchio indicando le cime dell'isola che emergevano dalla foschia. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Era
impossibile non notare la sua pelle scura e secca. Il viso era
raggrinzito come una prugna secca e sulle labbra e sulla fronte i segni
del tempo erano incisi in profondità. Doveva avere almeno...
novant'anni, pensai!</div>
<div style="text-align: justify;">
Eppure niente nei suoi movimenti denotava stanchezza o vecchiaia.</div>
<div style="text-align: justify;">
Gli
occhi erano neri e lucenti, profondi. Di bassa statura, spalle robuste,
braccia ancora spesse e muscolose spuntavano da una vecchia maglietta
pulita ma consumata dal tempo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Si era fermato a guardare l'isola, affianco a noi, con quei suoi occhi antichi.</div>
<div style="text-align: justify;">
- Scusate - mormorò a bassa voce, e fece per andar via.</div>
<div style="text-align: justify;">
-
Perchè dite che quelle sono le ossa del drago? - Domandò mia moglie
incuriosita più dalla figura del vecchio che dalle sue parole - Cosa
significa?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il
vecchio si era già girato di spalle, pronto ad allontanarsi
silenziosamente come era arrivato. La domanda lo sorprese, forse, perchè
si fermò di scatto e voltatosi, ci guardava fisso, prima lei, poi me,
poi di nuovo lei... come se fosse indeciso su cosa dire.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Volete sentire una storia antica?</div>
<div style="text-align: justify;">
-
Si, naturalmente! - disse mia moglie, mettendosi seduta nella panchina
che stava proprio affianco a noi e porgendo al vecchio la mano. Io sono
Giusy...</div>
<div style="text-align: justify;">
- ed io Alessandro.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Bene, allora ascoltate... - e cominciò a raccontare, con la sua voce profonda da vecchio...</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
-
Ci fu un tempo in cui la terra era molto diversa da come la conosciamo
oggi. Il mare non era così grande, le montagne erano giovani ed alte. Il
paese, qui dietro, non era altro che un piccolo villaggio di capanne di
pescatori che si stendeva laggiù - e indico il mare di fronte a noi - e
tutta questa terra era una unica distesa di boschi di querce.</div>
<div style="text-align: justify;">
Era
estate ed il mare era calmo. Era liscio come l'olio, e molti pescatori
erano usciti al largo con le loro barche. Si pescava bene in quei
giorni, splendide orate, spigole, scorfani e sardine abbondavano. Gli
uomini rispettavano il mare e il mare rispettava gli uomini. Non come
oggi... - e mentre raccontava gli occhi gli si illuminavano, come se
parlando rivivesse quei momenti passati con rimpianto. Aveva un suo modo
di parlare che aveva qualcosa di particolare, di affascinante. La pelle
della fronte si aggrottava e distendeva, mentre parlava. Tutto il suo
corpo si tendeva mentre si concentrava per cercare di ricordare.
Sembrava quasi che lui fosse stato li presente, protagonista della sua
storia.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
-
Dai vostri sguardi capisco che possiate non credermi, non vi chiedo di
credermi, ma ora ho iniziato... abbiate pazienza ed ascoltate le
farneticazioni di un vecchio pescatore.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
-
La vita scorreva tranquilla. Ogni giorno il sole sorgendo illuminava
gli uomini intenti nelle loro occupazioni. C'era chi pescava, chi
esercitava la professione di medico, chi allevava bestiame, chi
panificava. I bambini andavano a scuola e, per prima cosa, imparavano
come si deve rispettare la natura. I capi delle comunità, oggi diremo i
sindaci, si occupavano del benessere di tutti e avevano una grande cura
delle cose di tutti. Il loro compito era far si che ciò che il paese
aveva ricevuto dai loro avi e predecessori venisse passato integro ai
figli e ai figli dei loro figli.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Le
parole avevano un suono familiare. Non conoscevamo il vecchio ma era
come se fosse stato sempre di famiglia. Era come se uno dei nostri nonni
fosse tornato in vita e noi, bambini, lo ascoltavamo in riverente
silenzio...</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
-
Le guerre erano rare. Era da tempo che nell'isola non si avevano più
problemi con i pirati. Gli ultimi erano stati scacciati definitivamente
in una grande battaglia sul mare, dove oggi c'è la spiaggia di Stintino e
le nuove generazioni non avevano idea di cosa significasse combattere
per la propria sopravvivenza. Forse ciò fu causa, almeno in parte, di
ciò che accadde dopo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Una
mattina, all'alba, per le strade della città antica risuonò potente e
incessante la sirena dell'allarme. Uomini e donne si precipitarono per
strada, non più abituati a sentire il sibilo della sirena. I vecchi,
nonostante gli acciacchi, furono i primi a riversarsi per strada.
Prendevano con se solo un soprabito pesante e una fiasca d'acqua,
incitando i giovani a fare come loro e con quel carico leggero si
dirigevano verso gli ingressi che portavano sotto terra. Di questi
ingressi ormai non è restato più niente a vista, infatti il mare li ha
ricoperti tutti e molti sono crollati.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il
vecchio si fermò un attimo ad osservare il mare sotto di noi, quasi
potesse vedere cose che noi non vedevamo. Il suo sguardo era fisso verso
la chiesetta di Balai vicino.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
-
Immagino che gli ingressi si trovassero dove oggi si trovano le
profonde fenditure nella roccia. - Disse mia moglie indicando le
spaccature che mettono a rischio la tenuta della strada che costeggia
Porto Torres.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
-
Si, laggiù c'era l'ingresso principale e da quassù avreste visto
migliaia di persone che senza mai voltarsi si dirigevano a passo veloce
nelle profondità della terra. Molti di loro non sapevano come
comportarsi ma i più anziani gli davano l'esempio. Per i bambini era
tutto più semplice. Per loro era quasi come un gioco. A scuola gli
veniva insegnato che dovevano prendersi per mano e seguire gli adulti,
in silenzio, e così facevano.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Poi
c'erano gli altri, quelli che avevano dei compiti specifici da
assolvere. C'era chi era incaricato di provvedere ai viveri per tutti;
un piccolo gruppo di uomini e donne erano incaricati di ciò. Si
diressero verso i camini in pietra disseminati per il paese e grazie a
grossi cesti vi calarono dentro tutto il pane fresco, verdure, frutta e
formaggi che trovarono nei banconi dei negozi, quindi anche loro si
misero in salvo. Questi camini in pietra oggi non esistono più, sono
stati distrutti dal tempo che riduce in polvere le pietre come i
ricordi.</div>
<div style="text-align: justify;">
E infine c'erano i sacerdoti. Anche loro avevano il loro bel da fare.</div>
<div style="text-align: justify;">
I
più giovani si misero subito a disposizione dei più vecchi. Avevano
bisogno della loro guida per compiere tutte le operazioni che avevano
studiato sui testi sacri ma mai messe in pratica. Ognuno di loro aveva
il suo compito, ma il più importante era il Grande Padre, colui che
aveva la responsabilità di tutte le operazioni per il risveglio, colui
che non poteva essere sostituito perchè ne nasceva solo uno ogni mille
anni e il suo destino era segnato sin dalla nascita.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Il grande padre? Risveglio? Ma di cosa sta parlando? - Dissi a voce bassa all'orecchio di mia moglie, un po spazientito...</div>
<div style="text-align: justify;">
- Shhh! - Mi rispose lei - lasciami ascoltare! </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Era
un vecchio dalle rughe profonde che solcavano la sua fronte ampia. La
pelle scurita dalle tante stagioni passate lo faceva somigliare ad una
mummia di quelle che si vedono nei musei. Ma la sua mente era sveglia, i
suoi occhi attenti, lo spirito presente in ogni momento, la voce
potente...</div>
<div style="text-align: justify;">
Era
circondato dai suoi dieci allievi. Un giorno uno di loro, solo uno,
avrebbe preso il suo posto. Fortunato e sfortunato allo stesso tempo,
avrebbe visto gli anni scorrere a fiumi, i suoi amici sarebbero
invecchiati e morti, con loro sarebbero scomparsi i suoi affetti più
cari...</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Le
operazioni si susseguivano senza sosta, la voce cantilenante del Grande
Padre risuonava per tutto il paese diffondendo quel senso di sicurezza
che tanti secoli di storia assicuravano. Il rumore di antichi ingranaggi
rimessi in movimento dopo tanti anni risuonava nell'aria e la polvere
del tempo si sollevava dalle colline e si diffondeva nell'aria
ricoprendo i tetti delle case di un sottile strato lucente.</div>
<div style="text-align: justify;">
In
lontananza si intravvedevano le sagome di navi da battaglia. Alcune
solcavano il mare, le più grandi, altre volavano nell'aria, leggere.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il
Grande Padre sapeva di non avere più molto tempo ma non poteva far
altro che ripetere quelle operazioni che aveva imparato tanti anni prima
e che aveva già messo in atto diverse volte in passato. Non avrebbe
modificato una sola operazione, non avrebbe cambiato una sola parola del
suo cantilenante ritmo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il difensore intanto si risvegliava. </div>
<div style="text-align: justify;">
La
testa affusolata era già emersa dalla polvere, le sue spalle possenti
la sostenevano, centinaia di metri al di sopra dei tetti delle case più
alte. La polvere continuava a cadere sui tetti dando l'idea di un paese
abbandonato da tempo. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Poi,
il Grande Vecchio si fermò! Smise per una attimo di cantare, solo per
un attimo, per poi riprendere con una nenia del tutto differente. Mentre
prima doveva risvegliare il difensore, ora doveva guidarlo in
battaglia, contro il nemico che era sempre più vicino. Il ritmo si fece
più incalzante, la voce più profonda e potente che mai. Suoni minacciosi
come rombi di tuono riempivano l'aria. Lampi di fuoco colpivano la
terra e il mare circostante, senza però nuocere gli uomini che oramai,
compiuto il loro dovere, erano riparati nei rifugi. Solo il Grande
Padre, con i suoi dieci giovani aiutanti, proseguiva nel suo lavoro,
mettendo a rischio la propria vita per la salvezza di tutti gli altri. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il vecchio continuava il suo racconto. </div>
<div style="text-align: justify;">
La
voce roca e profonda aveva un effetto quasi soporifero su di noi eppure
le parole risuonavano chiare nella nostra mente. In lontananza la
sagoma dell'isola dell'Asinara sembrava prendere vita e rizzarsi su
zampe possenti a difesa del porto e della cittadina di Porto Torres.</div>
<div style="text-align: justify;">
Io e mia moglie sembravamo in trance... </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Poi
si udì un boato spaventoso. Una colonna di fuoco e polvere si sollevò
proprio di fronte al paese, dove oggi c'è il porto. In lontananza un
rombo di tuono, continuo, si avvicinava minaccioso, portando con se il
terrore della forza della natura violenta. Il mare si riversò sul paese,
lungo le strade, dentro i camini di pietra, fin nelle viscere della
terra. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il
Grande Padre e il difensore sembravano inermi di fronte all'ondata
distruttiva. Il nemico era stato colpito anch'esso. Le grandi navi in
balia delle onde vennero rovesciate. I vascelli volanti, sorpresi alle
spalle dall'onda gigantesca non fecero in tempo a sollevarsi e furono
travolti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Fu un giorno terribile...</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Mentre pronunciava queste parole, il vecchio piangeva, come se, ancora una volta, rivivesse quei terribili istanti.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Poi
il difensore, sentendo il pianto del Grande Padre per la distruzione
che lo circondava, prese l'iniziativa. Ritto sulle sue enormi zampe si
frappose tra il paese ed il mare, trattenendo quell'enorme onda,
impedendo che raggiungesse l'ingresso principale dei sotterranei.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il
difensore si distese di fronte al paese formando una enorme catena
montuosa che col tempo e con il crescere delle acque si trasformò in
un'isola, l'isola dell'Asinara. </div>
<div style="text-align: justify;">
Quelle
che oggi vedete, confuse nella foschia, non solo altro che le ossa di
un vecchio difensore, sacrificatosi per il paese... le ossa del drago!</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Alzammo gli occhi di fronte a noi. </div>
<div style="text-align: justify;">
Le gobbe dell'isola sembravano ciò che restava di un gigantesco drago, ormai a riposo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ci
girammo intorno ma il vecchio, così com'era arrivato, silenziosamente
era sparito, lasciandoci nel cuore il senso di tristezza e solitudine di
una giornata umida e ventosa...</div>
<div style="text-align: justify;">
<b><br /></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Alessandro Rugolo e Giusy Schirru</b></div>
Alerugolohttp://www.blogger.com/profile/17674981461758629284noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7436181001781787450.post-30604416347151360592016-03-27T13:17:00.001-07:002016-04-02T08:36:28.750-07:00Pitchfork<div style="text-align: justify;">
Chi sono io?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Quando
mi guardo allo specchio vedo solo l'immagine sbiadita di me stessa,
come l'ombra di una donna in una notte di luna piena o un fantasma in un
maniero medievale.</div>
<div style="text-align: justify;">
Eppure, mi dico, sono sempre io, o ciò che resta di me.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Cosa ho fatto?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ripenso
agli anni passati e ancora non capisco, non riesco a comprendere in
cosa ho sbagliato. Ombre nere ricoprono il mio viso e lo nascondono alla
vista del mondo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Sarebbe
potuto essere tutto diverso, ma evidentemente questo è il mio destino.
Portare nel mio cuore un simile peso fino alla morte.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ricordo
ogni istante le immagini dei corpi straziati, il sangue rosso scuro
colare lungo i corpi, l'odore forte del sangue rappreso mi torna
prepotentemente alla mente. Non riesco a non pensarci. E' quasi una
tortura. Non passa istante che io non ricordi quei volti, contorti dalla
sofferenza, urlanti di dolore. </div>
<div style="text-align: justify;">
Poi
un velo nero si posa sui miei occhi e non vedo più niente, forse svengo
anche io, forse il mio cervello si rifiuta di continuare a vedere, a
sentire...</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ogni volta mi risveglio in un posto differente. </div>
<div style="text-align: justify;">
La
prima volta mi svegliai nella cantina della nonna. L'odore nauseabondo
mi colpì come uno schiaffo sul viso. Avevo le mani appiccicose, quasi
nere. Ai miei piedi una pozza di sangue rappreso. Mio nonno mi prese in
braccio senza dire una sola parola e mi portò in cucina. La nonna aveva
preparato una tinozza di acqua calda e, dopo avermi spogliato e gettati
via i vestiti, mi ci immerse completamente. </div>
<div style="text-align: justify;">
L'acqua era calda e l'odore del sapone mi destò del tutto.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
"Pichfork, pichfork"</div>
<div style="text-align: justify;">
urlavano gli altri bambini, girandomi attorno.</div>
<div style="text-align: justify;">
"Pichfork, pichfork"</div>
<div style="text-align: justify;">
mi schernivano ogni giorno. Poi decisi di non andare più a scuola. Non mi volevano e io non volevo loro. </div>
<div style="text-align: justify;">
I
nonni non l'avevano presa bene. Quelle poche ore in cui io stavo a
scuola a loro servivano per ritemprarsi. Avevano una certa età e
dovevano prendersi cura di me. Certo, mi volevano bene, ma comunque
erano anziani, molto anziani, e di li a poco se ne andarono anche loro,
come avevano fatto il papà e la mamma...</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Avevo dodici anni, credo, e la vita divenne dura. Non era facile vivere da soli ma ci feci presto l'abitudine.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
A tredici anni tornai a scuola.</div>
<div style="text-align: justify;">
Avevo
sempre studiato per conto mio per cui la cosa non mi pesò per niente.
Volevo riprovare, volevo vedere se gli altri avevano dimenticato.
Speravo che il mio destino potesse cambiare, ma mi sbagliavo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Passò
solo qualche giorno, prima che qualcuno si ricordasse del mio
soprannome. "Pichfork, pichfork", li sentivo dire tra loro sorridendo,
mentre gli passavo vicino, quando entravo in classe, quando mi chiamava
la maestra. Sempre la stessa storia.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Dovevano farla finita!</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Un
giorno persi la pazienza e cominciai a urlare. Poi mi misi le mani
sulle orecchie e scappai fuori dalla classe. Non tornai mai più.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La casa dei nonni era poco fuori dal paese e io continuavo a viverci da sola.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ero
in grado di cucinare, accudivo il bestiame, raccoglievo le uova. L'orto
mi dava ciò che serviva per vivere e il prete del paese mi mandava
spesso la sua perpetua per aiutarmi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ero isolata dal paese ma allo stesso tempo ne ero parte integrante.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Domani compirò diciotto anni.</div>
<div style="text-align: justify;">
Mi preparo per l'evento con perizia maniacale.</div>
<div style="text-align: justify;">
Tutto
deve essere perfetto. Non ho più parenti, non ho amici. Il parroco ha
smesso da qualche anno di mandarmi la sua perpetua. Quella donna è
sparita da tempo e nessuno sa che fine abbia fatto. Ma io ormai sono
grande e non ho più alcun bisogno di essere aiutata. Ora so chi sono e
cosa devo fare.</div>
<div style="text-align: justify;">
Domani è la mia festa. Meglio andare a dormire presto, domani sarà una lunga giornata.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Mi
alzo presto la mattina, mi vesto con il vestito migliore che possiedo.
Sui capelli metto una rosa rossa, nata nell'orto. Una spina mi graffia
la fronte ed una goccia di sangue cola sul viso, lungo la guancia, fino
al collo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Prendo il forcone dal granaio e lo stringo tra le mani.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
Il paese è a pochi minuti dalla casa. </div>
<div style="text-align: justify;">
E' ancora presto e non incontro nessuno per strada. </div>
<div style="text-align: justify;">
Mi fermo alla prima casa e busso alla porta. </div>
<div style="text-align: justify;">
"Chi è a quest'ora del mattino?"</div>
<div style="text-align: justify;">
Urla
una voce per niente gentile dall'interno. Riconosco la voce, è la
maestra. Non mi ha mai difeso quando gli altri mi chiamavano Pichfork. </div>
<div style="text-align: justify;">
Si apre la porta e me la ritrovo davanti. E' un po ingrassata ma non fatico a riconoscerla...</div>
<div style="text-align: justify;">
"Pichfork, sei tu? Cosa..."</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Non
le lascio il tempo di finire la frase, le infilo il forcone nelle
budella, dal basso verso l'alto, e spingo con tutte le forze... fiotti
di sangue mi colano sulle mani. Lei non parla più. </div>
<div style="text-align: justify;">
Uno
sguardo stupito si trasforma in smorfia di dolore. Solo pochi secondi
di agonia e poi si accascia a terra. Devo aver raggiunto il cuore,
penso... devo fare più attenzione la prossima volta.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Pochi passi mi separano dalla seconda casa. E' la casa del prete. </div>
<div style="text-align: justify;">
Non
busso, passo dal retro, come ho fatto tante volte. So dove si trova la
chiave. La prendo ed entro, in punta di piedi. Il sangue comincia a
rapprendersi sulle mani e sul vestito ma non ci faccio caso.</div>
<div style="text-align: justify;">
Entro
nella sua stanza. E' ancora a letto. Mi avvicino in silenzio e lo bacio
sulle labbra. Lui si sveglia e mi guarda compiaciuto, chissà cosa
pensava... sollevo il forcone e glielo infilo nel collo. Non una
sillaba... un fiotto di sangue nero gli esce dalla bocca e mi sporca il
vestito nuovo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Lo lascio li, agonizzante, con le mani al collo e una smorfia di orrore sul viso... non merita neppure un ultimo sguardo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La giornata è ancora lunga e ho tanto da fare, non posso certo perdere troppo tempo se voglio fare pulizia...</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Da allora molti anni sono passati eppure non ho mai dimenticato. Dopo quel diciottesimo compleanno sono sempre stata rinchiusa.</div>
<div style="text-align: justify;">
All'ospedale
mi hanno riempito di medicine. I primi anni mi tenevano legata al
letto. Poi, col tempo, hanno capito che non ero più pericolosa degli
altri e mi facevano uscire a prendere aria nel giardino.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ora i tempi sono cambiati e mi dicono che sono guarita e posso andare via. Posso tornare a casa. Come se ce l'avessi una casa. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Domani è il grande giorno. Sarò libera.</div>
<div style="text-align: justify;">
Esco
per l'ultima volta in giardino a vedere le rose. Ne taglio una, rossa
come il sangue. Senza badarci me la infilo tra i capelli. Una spina mi
graffia leggermente ed una goccia di sangue cola lungo la guancia.</div>
<div style="text-align: justify;">
Mi giro per rientrare e, poggiato al muro, vedo un forcone, forse dimenticato dal giardiniere...</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
"Dottore, è sicuro che io sia guarita?"</div>
<div style="text-align: justify;">
Le parole mi escono dalla bocca con sicurezza. Il dottore si gira e mi guarda con un sorriso... </div>
<div style="text-align: justify;">
Il forcone penetra sotto il mento e fiotti di sangue ricoprono ancora una volta le mie mani... </div>
<br />
<b>Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO </b><br />
<br />
<br />Alerugolohttp://www.blogger.com/profile/17674981461758629284noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7436181001781787450.post-30239890742503014372014-09-28T11:42:00.000-07:002014-09-30T10:39:19.334-07:00Racconti Borgeani e altro... il mio nuovo libro.<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-omcOkkKLsf03u1ckC2eSelLHHpqBv7q9O273hrhUim9gKSAwOpceXv4I92Y7axD12YUf5TUT5lyiZl_c1y96XaQXlZGXruwO0HvU_xUv81Mve0lu4bVosbxil8vhZVVnfgcQt20kHcE/s1600/RAcconti+Borgeani.bmp" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-omcOkkKLsf03u1ckC2eSelLHHpqBv7q9O273hrhUim9gKSAwOpceXv4I92Y7axD12YUf5TUT5lyiZl_c1y96XaQXlZGXruwO0HvU_xUv81Mve0lu4bVosbxil8vhZVVnfgcQt20kHcE/s1600/RAcconti+Borgeani.bmp" height="400" width="256" /></a><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Cari
amici lettori, ben ritrovati.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">Con
questo mio nuovo libro di racconti brevi voglio festeggiare la mia
scoperta di un </span><span lang="it-IT">grande</span><span lang="it-IT">
scrittore: </span>Jorges Luis Borges (1899-1986).</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Argentino
di nascita, fu scrittore, poeta, saggista, traduttore, docente
universitario e direttore della Biblioteca Nazionale di Buenos Aires.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Lo
spunto mi è giunto dalla lettura di un fumetto, un numero di Martin
Mystere in cui la storia era incentrata proprio sul nostro Borges.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Così
dopo una breve ricerca nella biblioteca ho iniziato la lettura di
Finzioni nella edizione Einaudi del 1978.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Vi
chiederete cosa penso del libro e perché ve ne parlo.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Vi
rispondo che non lo so!</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">E'
la prima volta che mi imbatto in storie simili e dire che di libri ne
ho letti tanti e di tutti i generi!</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Eppure,
in questi racconti c'è qualcosa di strano.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Il
tempo, lo spazio, gli intrecci delle storie, sono particolari,
difficili da seguire. Ogni racconto sembra scritto tenendo a
riferimento l'idea del labirinto, della stanza degli specchi, del
tempo avvolto su se stesso. Il risultato è che i racconti in alcuni
tratti non sembrano dei racconti, in altri punti appaiono invece
troppo fantasiosi.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">In
attesa di capire se il libro mi è piaciuto, sono andato avanti con
la lettura di altri suoi libri, tra cui una collezione di racconti
brevi dal titolo “Il manoscritto di Brodie”. Undici racconti
brevi, parte ambientati nella Buenos Aires di inizio novecento, parte
invece derivanti dalle innumerevoli conoscenze letterarie di Borges.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="margin-bottom: 0.5cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Tra
i racconti posso dire che il primo, l'intrusa, e l'ultimo, il
manoscritto di Brodie, sono i più interessanti anche se
completamente differenti come genere. Il manoscritto di Brodie in
particolare sembra rifarsi a tradizioni antiche di cui possono
ritrovarsi tracce nel saggio di Frazer, il ramo d'oro. Eppure anche
gli altri meritano di essere letti con attenzione sia per la
costruzione, sia per le idee di fondo, non comuni tra gli autori di
racconti. Ma i racconti che troverete in questo libro prendono
ispirazione da un altro testo, un saggio breve dal titolo “Manuale
di zoologia fantastica” scritto da Borges e da Margarita Guerrero.
Nel saggio ho trovato nomi di animali fantastici e le loro brevi
descrizioni. A questi “mostri” del passato mi sono ispirato per
quasi tutti i racconti che leggerete. </span></span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Alcune
volte dal libro ho preso solo il nome, in altri casi anche alcune
caratteristiche peculiari dei mostri descritti, in alcuni casi,
forse, nient'altro che l'ispirazione. Una parte dei racconti infine è
stata selezionata tra quelli che hanno avuto più lettori sul mio
blog in internet.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="margin-bottom: 0.5cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Mi
chiedo se ne è valsa la pena scrivere questo quinto libro. </span></span></div>
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">E'
meglio che a giudicare siate voi ma, vi prego, non siate troppo
cattivi.</span></span><br />
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" style="margin-bottom: 0.5cm;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Buona
lettura.</span></span><br />
<br />
Anteprima disponibile al seguente <a href="http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=1095477" target="_blank">LINK</a> da cui è anche possibile ordinarlo, per chi ancora ama la carta!</div>
<br />
<div class="western" style="text-align: center;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><strong>Alessandro
Giovanni Paolo RUGOLO</strong></span></span></div>
Alerugolohttp://www.blogger.com/profile/17674981461758629284noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7436181001781787450.post-80274980403232544222014-05-14T08:05:00.000-07:002014-09-21T01:56:13.495-07:00Scarafaggi<div style="text-align: justify;">
Questa è una storia diversa dalle solite. </div>
<div style="text-align: justify;">
Non inizia con "C'era una volta..." e non finisce con il matrimonio tra un principe ed una principessa stregata.</div>
<div style="text-align: justify;">
E' una storia diversa perché è una storia vera, anche se già so che nessuno di voi, dopo averla letta, lo crederà possibile. <br />
Ma ormai non ho più niente da perdere, perché dunque non raccontare tutta la verità?</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Tutto cominciò un maledetto giorno che mi farebbe piacere poter cancellare, peccato che ciò non sia possibile!</div>
<div style="text-align: justify;">
Quella notte non avevo dormito bene. <br />
La sera prima avevo mangiato troppo e forse la digestione difficile era stata la causa dell'insonnia prima e degli incubi poi. <br />
Mi ero svegliato diverse volte nel cuore della notte, sudato e tremante, urlando.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ricordavo un'ombra nera che mi inseguiva. <br />
Io correvo in un bosco di antiche querce che aveva qualcosa di sinistro. Mentre scappavo mi trovavo di colpo immerso in una pozza di fango e foglie. Ma il fango era rosso e appiccicoso, come il sangue. <br />
<br />
Mi sembrava di sentire ancora l'odore delle foglie in decomposizione misto al sangue rappreso. L'odore della morte.</div>
<div style="text-align: justify;">
In mezzo al fango galleggiavano teste di animali morti. <br />
Insetti e enormi scarafaggi mi circondavano e poi si arrampicavano sul mio corpo fino a che non mi svegliavo urlando. <br />
Scarafaggi giganti e mostruosi, sporchi di sangue... non riuscivo a togliermeli dalla mente.<br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
Era stata una notte difficile.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
La mattina mi alzai alla solita ora, mi infilai nella doccia per cercare di svegliarmi. L'acqua tiepida sulla pelle era piacevole e ricordo che pensai che sarebbe stata una bella giornata, nonostante gli incubi.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Uscii di casa per recarmi in ufficio, come tutte le mattine. Lungo la strada mi fermai a fare colazione al solito posto. Al bar ordinai un caffè bollente al banco. </div>
<div style="text-align: justify;">
Mentre sorseggiavo il caffè due ragazzi si sedettero vicino a me. Ordinarono due caffè e cominciarono a parlare in rumeno. Parlavano liberamente, non pensano che qualcuno potesse capirli. Io però capivo tutto, eredità di mia madre!</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Parlavano in fretta e a voce bassa. Parlavano di qualcosa di urgente da fare. Non potevano mancare all'appuntamento. Dovevano prendere un pacco e consegnarlo ad una certa ora. Il più giovane era agitato, sembrava su di giri. </div>
<div style="text-align: justify;">
- ...e poi Buum! Erano state le sue ultime parole. </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Mi alzai indifferente e pagato il caffè mi allontanai. I due avevano cattive intenzioni.</div>
<div style="text-align: justify;">
Forse dovrei andare alla polizia, pensai. Guardai l'orologio, era tardi. A qualunque cosa si riferissero non erano certo problemi miei. Ne avevo già abbastanza per mio conto. Che facciano quello che vogliono e vadano al diavolo. Non ho tempo per loro.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Arrivai in banca nel giro di pochi minuti. Il mio capo era all'ingresso e appena arrivato mi chiamò in disparte.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Oggi abbiamo un cliente speciale Jonny, vorrei che te ne occupassi tu. Mi disse sorridendo. - Si tratta di un attore famoso che ha deciso di aprire un conto da noi. Mi raccomando, è un cliente importante e deve essere tutto perfetto.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Naturalmente, grazie per la fiducia signore. La giornata si metteva bene! Pensai. Un nuovo cliente al mio portafoglio. Non capitava tutti i giorni.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Alle 14.00 arrivò il mio cliente speciale. Fu servito e riverito come si fa in questi casi e tutto andò per il meglio. Il capo era soddisfatto e io anche di più. La giornata si era decisamente messa bene nonostante l'inizio.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Ancora un'ora e la banca avrebbe chiuso. Non vedevo l'ora di tornare a casa. </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Strinsi la mano al mio facoltoso cliente e lo invitai a venirci a trovare spesso. La sua mano era fredda, gelata. Non so per quale motivo pensai alla morte. La sua morte. La sua mano...</div>
<div style="text-align: justify;">
Di colpo l'incubo mi tornò in mente, più vivido che mai! Era come se mi trovassi immerso nel sonno, le foglie, gli insetti, il sangue appiccicoso... cercai di scuotermi, non era vero, era solo un incubo!</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
In quel momento due ragazzi entrarono in banca. Mi sembrava di conoscerli. Erano vestiti diversamente ma non avevo dubbi, si trattava dei due giovani rumeni incontrati al bar la mattina.</div>
<div style="text-align: justify;">
Uno di loro, il più giovane, poggiò la borsa che aveva sulle spalle in terra, estrasse una pistola da sotto il giubbotto e cominciò ad urlare frasi sconnesse.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
I clienti della banca si erano buttati a terra e io ero li, bloccato, dall'odore delle foglie e del sangue che come nell'incubo sembrava ricoprire tutto e tutti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ci fu un'esplosione... buum! Aveva detto la mattina. Ma non erano problemi miei, come potevo sapere... come potevo immaginare...</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Un'ombra nera sembrò calare su di me. Vedevo sangue dappertutto e poi svenni.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Da allora sono passati due mesi, io ora occupo stabilmente il letto numero 6 della clinica. Stabilmente... e si! </div>
<div style="text-align: justify;">
Nell'esplosione avevo perso le braccia, le gambe, l'udito e un occhio, però me l'ero cavata. </div>
<div style="text-align: justify;">
Dovevo ringraziare Dio, mi dicevano i medici. Al mio cliente speciale non era andata altrettanto bene. Era morto sul colpo e brandelli del suo corpo erano sparsi per tutta la banca. Sembrava il set di un film dell'orrore, mi dissero.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
I due giovani erano morti anche loro. Avevano lasciato un video messaggio in cui annunciavano al mondo la nascita di una nuova organizzazione terroristica, il loro simbolo era un animale, uno scarafaggio insanguinato. Uno scarafaggio...</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Forse, quella mattina sarei dovuto andare alla polizia, ma ormai era tardi per recriminare potevo solo continuare a pensare e sognare. Ogni notte un nuovo incubo tornava a trovarmi, ma quello si, non era un problema mio... oramai!</div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<strong>Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO</strong> </div>
Alerugolohttp://www.blogger.com/profile/17674981461758629284noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7436181001781787450.post-88699290984448489102014-05-01T23:58:00.002-07:002014-05-02T00:02:33.806-07:00Acheronte- Tundalo, vieni qui!<br />
<br />
La voce possente e cavernosa continuava a chiamarlo, ogni notte. Tundalo non riusciva a chiudere occhio senza che la voce lo chiamasse.<br />
<br />
- Tundalo, vieni da me!<br />
<br />
Continuava a sentire la voce anche quando era ubriaco. Anzi, in quelle condizioni sembrava fosse ancora più forte. Tutto era cominciato qualche settimana prima e lui non riusciva ancora a capirne il motivo. <br />
<br />
- Basta! Non ce la faccio più. Voglio dormire. Urlò Tundalo, colpendosi la testa con i pugni chiusi e strappandosi ciocche di capelli scuri senza risultato. <br />
La voce continuava a chiamarlo, insistente.<br />
<br />
- Tundalo, sono io, non mi riconosci?<br />
<br />
- Io chi? Chi sei, cosa vuoi? Perchè mi torturi maledetto?<br />
<br />
La voce pulsante non si fermava un attimo. Era da giorni che Tundalo non riusciva più a chiuder occhio e le forze gli venivano meno.<br />
<br />
- Bravo Tundalo, abbandonati, vieni da me! <br />
<br />
Chiuse gli occhi per l'ultima volta forse.<br />
<br />
- Tundalo, vieni qua! <br />
<br />
La voce ora era intorno a lui, sopra, sotto, davanti e dietro, proveniva da tutti i punti e da nessun luogo in particolare, però era diverso da prima. Prima veniva da dentro la sua testa. Ora la sua testa era avvolta dalla voce. Enorme, come una montagna, lo sovrastava. <br />
E la testa non gli doleva più, ora sentiva solo paura. Una paura profonda e tremenda. Gli pareva di essere in una grotta, dentro una enorme montagna. <br />
Davanti a lui due enormi occhi fiammeggianti lo guardavano fissamente.<br />
<br />
- Finalmente sei arrivato! Disse la voce cavernosa, impersonale, tremenda a sentirsi.<br />
<br />
Sotto gli occhi, più in basso, verso l'abisso, una enorme bocca fiammeggiante mostrava le sue tre gole profonde color lava. Il puzzo di zolfo riempiva l'aria ma Tundalo non aveva più bisogno di respirare dove si trovava.<br />
<br />
- Chi sei, cosa vuoi da me? Urlò Tundalo fissando gli occhi del mostro.<br />
<br />
Dalle gole del mostro provenivano gemiti e lamenti, come di uomini torturati da innumerevoli mostri. <br />
<br />
- Vieni da me, entra... Proseguì la voce senza dare alcuna risposta. - Vieni, ti aspetto da tanto tempo ormai.<br />
<br />
La puzza proveniva dalle gole, più in basso qualcosa si agitava. come un nido di serpenti in cui cade una preda viva. Rumori inquietanti provenivano dal basso, urla di uomini frammiste a urla di animali terribili. Ululati e guaiti animali si alternavano a implorazioni di pietà che poco avevano di umano.<br />
<br />
- No, maledetto tu sia! No, non voglio...<br />
<br />
- Vieni da me, è il tuo Destino. Vieni da me! <br />
<br />
Una lingua bifida uscì dalla bocca puzzolente e lo afferrò, trascinandolo verso l'imboccatura di una delle gole di Acheronte. <br />
Un nuovo lamento si aggiunse ai lamenti dei dannati, era la voce di Tundalo, ora e per sempre fuori dalla sua testa.<br />
<div style="text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: center;">
<strong> Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO</strong></div>
Alerugolohttp://www.blogger.com/profile/17674981461758629284noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7436181001781787450.post-3356133715089584602014-04-29T04:55:00.002-07:002014-04-29T05:59:02.890-07:00Borametz<div style="text-align: justify;">
- Ecco, siamo arrivati!</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Le parole erano giunte piacevoli alle orecchie degli uomini del gruppo. Si tolsero gli zaini dalle spalle e li poggiarono sulle rocce assolate. Di fronte a loro un piccolo pianoro, dietro di loro il baratro che avevano appena scalato. Davanti a loro, oltre il pianoro che si estendeva per alcune decine di metri, una enorme vallata verde, ricca di corsi d'acqua e di piante, senza alcuna traccia della civiltà!</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Ora possiamo riposare. Mettete tutti gli zaini sulle rocce, non lasciateli a terra. Josè, Mario, montate le tende. Juan, prepara il fuoco. Noi invece vediamo se riusciamo a trovare dell'acqua fresca, con tutte queste rocce ci sarà pure una sorgente. Alejandro era abituato a comandare e i suoi uomini erano abituati ad obbedire. Si conoscevano da tempo e avevano tutti piena fiducia nelle sue doti di condottiero. Era il capo indiscusso, l'amico fedele, il fratello maggiore e il padre severo. Era giusto e per questo lo seguivano.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Il campo fu pronto nel giro di pochi minuti. La legna secca raccolta aveva dato vita ad un focolare improvvisato. Acqua fresca era stata raccolta e patate arrostivano tra la cenere. Il cielo era diventato rosa e poi sempre più scuro. La notte scendeva fredda ma le tende li avrebbero riparati dall'umidità. Il giorno dopo sarebbero ripartiti nella direzione che Alejandro avrebbe loro indicato.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Alejandro! </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
La voce era forte, sempre più forte, come se il lungo viaggio avesse accorciato la distanza che lo separava.</div>
<div style="text-align: justify;">
Le parole erano solo nella sua testa ma per lui era come se fossero reali. Risuonavano, consigliavano, ordinavano, aiutavano lui e la sua tribù. E non si poteva dubitare, tutto ciò che veniva lui detto subito si realizzava. </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Alejandro, non c'è più tempo! Domani mattina dovete riprendere il viaggio.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Sarà fatto! Rispose nella sua mente. L'indomani mattina sarebbero ripartiti per il loro viaggio.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
La notte passò veloce e serena come le notti di chi è stanco per il lungo cammino. senza sogni.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Andiamo, dobbiamo riprendere il cammino! Disse Alejandro svegliando i suoi uomini. ritirate le tende e pronti a partire tra mezz'ora.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Mario, prendi con te due uomini e fate provvista d'acqua per due giorni, non potremo fermarci più. Non c'è più tempo!</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Va bene Alejandro. Rico, Marcelo, prendete due otri a testa e venite con me. La piccola squadra si diresse verso la sorgente poco lontana.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Trenta minuti dopo tutti erano pronti. Gli uomini erano stanchi ma tutti sapevano che la loro missione doveva essere compiuta e solo Alejandro aveva la forza per farlo. Erano in viaggio da trenta giorni ormai ed erano vicini alla fine. Poi il ritorno, se ci fosse stato ritorno, sarebbe stato più tranquillo. Senza più fretta. Ma ora dovevano muoversi. Alejandro diceva che non c'era più tempo e nessuno metteva in dubbio la sua parola.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Abbiamo ancora due giorni di viaggio ma non potremo fermarci. Mettetevi in tasca delle patate cotte ieri sera e prendete l'acqua che vi servirà per il viaggio. Prendete queste foglie. Quando sarete stanchi e penserete di non riuscire più ad andare avanti masticatene una. Solo in quel caso. Solo se proprio non riuscite ad andare oltre. </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Alejandro si girò e cominciò a scendere sul lato opposto della montagna, verso la vallata verde che si apriva davanti a loro.</div>
<div style="text-align: justify;">
La strada non esisteva, veniva aperta passo dopo passo tra la vegetazione bassa e spinosa. Arbusti mai visti prima li circondavano, la vegetazione era lussureggiante nonostante l'altitudine.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Arrivò il mezzogiorno, arrivò la sera.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Alejandro non accennava a rallentare, mise in bocca l'unica patata che aveva tenuto per sè, la masticò con calma, ben sapendo che sarebbe stata l'ultima. </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Arrivò la notte, arrivò la mattina.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
I suoi uomini erano stanchi, li sentiva arrancare alle sue spalle, li sentiva affannarsi dietro il suo passo sicuro. sentiva le loro forze venir meno ma non poteva far niente per loro. Tutto ciò che era in suo potere era già stato fatto. Ora toccava a loro, ad ognuno di loro, cercare nel proprio essere le forze per arrivare alla fine. Lui non si sarebbe più fermato per nessun motivo e loro lo sapevano. Erano consapevoli dei rischi. </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Arrivò il mezzogiorno, arrivò la sera.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Mangiate le vostre patate, se ancora ne avete. Disse Alejandro alzando la voce per farsi sentire da tutti. Domani mattina all'alba saremo giunti alla meta e non vi serviranno più. </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Mangiatele ora e cercate di masticarle bene. Non possiamo ancora fermarci.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Ogni uomo aveva ricevuto quattro patate per gli ultimi due giorni di viaggio ma le avevano consumate tutte il primo giorno. non restava che l'erba che gli era stata data. Mario prese una foglia, la guardo riponendo in essa tutte le sue speranze e la portò in bocca masticandola lentamente, cercando di sentire ogni sfumatura del suo sapore. L'essenza degli olii che conteneva ebbero un effetto immediato sul suo spirito e sul suo corpo. Ora gli sembrava di avere le ali ai piedi. Non sentiva più la stanchezza. Sarebbe durato?</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Arrivò la mezzanotte...</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Mario crollò a terra. Non s'era accorto di niente. Il passaggio dalla vita alla morte era stato istantaneo. Non aveva sofferto e non si era accorto di niente. Gli altri lo scavalcarono senza fermarsi.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Alejandro.... Mario è caduto. Disse Juan dal fondo della coda.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Lo so, ma non possiamo fermarci ora, ci penseremo più tardi. Ora non possiamo fermarci. La voce era forte, come sempre. Solo un leggero tremolio tradiva il suo dispiacere. Ma non potevano far niente per lui. Se aveva preso la foglia non c'era più niente da fare.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Mancano poche ore! Stringete i denti e andiamo avanti.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Erano le tre del mattino. Le stelle si allontanavano e la luce del sole mattutino cominciava ad intravvedersi di fronte a loro. Un tonfo annunciò la caduta di un altro dei suoi. Questa volta era toccato a Juan. Anche per lui il passaggio era stato istantaneo. Un istante prima pensava alla sua famiglia, alla giovane moglie che lo aspettava a casa. Al figlioletto Pablo, che un giorno avrebbe forse compiuto il suo stesso percorso. Poi, di colpo, il buoi. Il cuore era scoppiato istantaneamente.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Arrivò l'alba.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Alejandro proseguiva il suo viaggio. Da un'ora non sentiva più il rumore dei compagni dietro di se. Era rimasto solo. Solo... con la sua stanchezza e con le sue foglie d'erba nella tasca. Il sudore scorreva lungo la pelle. L'odore della sua pelle era forte, era l'odore della stanchezza, della tensione, della paura.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Eccomi, stò arrivando...</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Di fronte a lui il Borametz, immobile, lo fissava. Era appena spuntato dalla terra e i primi raggi del sole illuminavano la sua lana dorata. </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Perdonami Signore, sono arrivato solo io! </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Disse rivolgendosi al Borametz. Estrasse il coltello sacro che gli fu consegnato tanti anni prima da suo padre che l'aveva ricevuto dal padre. Così era stato per generazioni e così sarebbe sempre stato, Borametz volendo!</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Fai ciò che devi! La voce, forte, era rimbombata nella sua testa. </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Fai ciò che devi! Ripeteva continuamente.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Il coltello brillò alto sulla sua testa, prima di calare sul Borametz con forza. Alejandro recise le quattro zampe con sicurezza, piangendo.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Sangue rosso ricoprì la terra a fecondare i semi del prossimo Borametz. </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Alejandro raccolse il corpo del piccolo agnello vegetale, raccolse il liquido rosso come il sangue nel suo otre vuoto. </div>
<div style="text-align: justify;">
Accese un fuoco e arrostì il Borametz sotto la cenere. Poi lo mangiò e tornò indietro al villaggio. Solo... ora poteva pensare al futuro. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ora era libero...</div>
<div style="text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: center;">
<strong>Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO</strong></div>
Alerugolohttp://www.blogger.com/profile/17674981461758629284noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7436181001781787450.post-51793670508021634322014-04-24T23:53:00.000-07:002014-04-24T23:53:20.799-07:00I custodi della storia (VIII capitolo) - Dimitri<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Dimitri,
smettila di leggere quel libro e vieni a letto!</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Le
parole di lei non ammettevano replica. Lei lo amava, ma quando usava
quel tono non era il caso di contraddirla! </span></span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Aveva
imparato a conoscerla col tempo. Sapeva fino a dove poteva spingersi
e quando invece doveva assecondarla senza discutere. Era tanto ormai
che non la sentiva più usare quel tono fermo, eppure quella sera era
diverso... dopo anni di ricerche finalmente aveva trovato qualcosa
che lo spingeva a replicare.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">-
Un attimo, cara. Forse ho trovato qualcosa...</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Zinaida
scese dal letto, indossò una pesante vestaglia da notte e si
avvicinò silenziosa alle spalle del marito. </span></span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Lui,
chino sullo scrittoio intento ad osservare delle vecchie carte
geografiche che aveva avuto in prestito da un amico non la sentì
arrivare. </span></span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Lei
gli poggiò le mani sulle spalle con delicatezza e si sporse sopra di
lui per capire cosa ci fosse di tanto importante in quelle vecchie
carte da spingere il marito a rifiutare un suo invito.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">La
sua figura snella e slanciata divenne un tutt'uno con quella china
del marito. I capelli lunghi e biondi si posarono sulle spalle di
Dimitri che quasi non si mosse. Osservava con attenzione spasmodica
con l'ausilio di una potente lente una vecchia mappa consunta dal
tempo.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">-
Ti piace il mio nuovo profumo? L'ho acquistato questa sera in centro.
Viene da Parigi...</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Disse
lei con voce sensuale stringendogli le braccia attorno al collo e
baciandolo dolcemente sulla nuca.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">-
Aida mia...</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Sospirò
Dimitri posando la lente e lasciandosi massaggiare le spalle dalle
sue calde mani. </span></span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">-
Ho appena fatto una scoperta eccezionale! Se le cose stanno come
penso il tuo profumo preferito la prossima volta lo comprerai
direttamente a Parigi.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Disse
lui, spegnendo la candela poggiata sullo scrittoio e cedendo alle
carezze invitanti della giovane moglie. Lei lo tirò per le braccia
verso il letto senza incontrare più alcuna resistenza, fino ad
immergersi tra le soffici coperte. </span></span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">-
Domani mi racconterai tutto!</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Disse
lei stringendolo a sé senza dargli il tempo di rispondere... </span></span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Erano
sposati da poco più di un anno e si conoscevano da due ma la
passione che li aveva travolti non era per niente assopita.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Si
erano conosciuti a Tbilisi in un caffè letterario nel quale Dimitri
amava sorseggiare il suo <span>t</span><span>è</span>
e comporre versi. Lei era appena diciottenne ed amava la poesia come
nient'altro al mondo.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Si
erano scambiati uno sguardo ammiccante ed era subito nato l'amore. </span></span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span>Lei
aveva appena compiuto diciannove anni e dopo pochi mesi si trovarono
sposati. </span></span></span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">-
Allora, ieri sera mi parlavi di una tua scoperta eccezionale, a cosa
ti riferivi?</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">La
domanda era stata repentina ma Dimitri impiegò solo un attimo per
riordinare le idee e cominciare a parlare velocemente, come faceva
sempre quando era eccitato. </span></span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">-
Ieri sera studiavo una delle vecchie mappe che hai visto sulla
scrivania.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Prese
fiato un attimo come se cercasse le parole giuste.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">-
In quella mappa antica vi è un riferimento alla parola </span></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">greca
phoinix, fenicio, </span></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">con
la spiegazione del suo </span></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">significa</span></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">to.
Phoinix viene tradotto generalmente col termine</span></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">
'rosso', </span></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">ma
a bordo mappa si dice che anticamente voleva dire </span></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">'pellerossa'.
</span></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">La
scritta è quasi cancellata e io stesso non vi avrei dedicato troppa
attenzione se non fosse per quel disegno raffigurante un mostro
marino al largo della costa africana. Veramente affascinante...</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">Disse
a voce alta </span></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">osserva</span></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">ndo
la </span></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT"><span>sil</span></span></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT"><span>ho</span></span></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT"><span>uette</span></span></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">
</span></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">della
moglie, </span></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">avvolta
in una vestaglia trasparente, per poi riprendere la sua spiegazione.</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">-
Devi sapere, mia cara, che i </span></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">greci
omerici chiamavano </span></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">con
l'appellativo di pellerossa </span></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">gli
emigranti dell'isola di Creta, dove abitavano i Pelasgi, gli
Eteocretesi che erano </span></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">poi
</span></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">i
Keftiu egiziani, 'uomini delle Stirpi Marine', affini ai libici
nell'Africa Settentrionale, ai Liguri in Italia, agli Iberi in
Spagna, alle razze che vivevano lungo tutta la via
mediterraneo-atlantica verso l'Oriente. </span></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">Razze
queste che a giudicare dalle pitture murali lasciate nelle sedi in
cui abitavano potrebbero essere t</span></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">ardi
discendenti neolitici dei Cro Magnon. </span></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">Rappresentano
infatti</span></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">
</span></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">figure
umane </span></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">'pellirosse'
o rossobronzee, </span></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">senza
barba</span></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">
come i Toltechi e gli Aztechi del Messico precolombiamo. </span></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">Altre
cose cambiano ma i</span></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">l
colore della pelle è un indizio stabile </span></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">per
la distinzione delle razze </span></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">nei
millenni: se lo sono i discendenti probabilmente anche gli antenati
erano 'pellirosse', del tutto o in parte. Sembra che un riverbero
dell'eterno Occidente, del 'Tramonto di tutti i soli', arda sul
giovane volto dell'Europa.</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Se
ciò che penso è vero, questo rappresenta un legame tra le antiche
popolazioni europee e gli indiani d'America!</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Ecco
cosa ho scoperto, forse tutte le popolazioni attuali del mondo hanno
un'unica origine: Atlantide. Una civiltà scomparsa dalla faccia
della terra e trasformata in mito ma non senza lasciare parte della
sua antica popolazione su entrambe le sponde dell'Oceano Atlantico,
in America, in Europa e in Africa.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Pensa
alla stirpe dei Baschi, chiusa tra i Pirenei, parla una lingua antica
e particolare che non somiglia a nessun'altra lingua d'Europa,
d'Africa e d'Asia ma che se guardi bene assomiglia assai alle lingue
delle razze paleoamericane. Se questa lingua, come molti ritengono, è
un frammento salvo per miracolo dell'antichità dei Cro Magnon, è
probabile il legame dell'Europa paleolitica con le lingue dell'antica
America. </span></span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Capisci
che questa è una scoperta incredibile?</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Zanaida
lo guardo dritto negli occhi, afferrò con forza il colletto della
camicia da notte attirandolo verso le sue labbra sensuali e
trascinandolo a letto ancora una volta.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Carte
e mappe soccombettero alla forza vitale dei due giovani sposi...</span></span></div>
<div style="text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: center;">
<strong>Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO</strong></div>
Alerugolohttp://www.blogger.com/profile/17674981461758629284noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7436181001781787450.post-16225338643884227912014-04-19T03:33:00.000-07:002014-04-19T03:33:04.491-07:00Bahamuth<div style="text-align: justify;">
La notte stellata del deserto era fredda. Di giorno il sole ti cuoce il cervello, di notte il freddo ti spacca la pelle. </div>
<div style="text-align: justify;">
Tutti i giorni di tutti i tempi.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Mettiti un po di grasso di cammello su quelle ferite, Amir. Disse Hamed al nipote che intirizziva sotto la coperta, accovacciato vicino al fuoco.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Nonno, quante volte devo dirti che non serve a niente! Sono medico, lo sai, mi occorre solo riposo e un po di cicatrizzante, ma qui nel deserto non se ne trova!</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Fidati di me, fidati di Bahamuth! Metti il grasso e guarirai. Insistette il nonno senza guardare in faccia il nipote.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Ma figurati. Mi verrà qualche infezione!</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Perchè ti comporti così? Eppure ti abbiamo sempre spiegato le cose, le tradizioni della nostra famiglia sono antiche. Perchè non credi? E mentre parlava un'ombra scura velava i suoi occhi. Era vecchio ed aveva sempre rispettato le tradizioni e si era sempre trovato bene. Perchè questo nipote, il suo preferito, si comportava come un miscredente?</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- La nostra famiglia, la nostra famiglia, sempre la stessa storia - aggiunse il giovane stizzito - tradizioni! Ma ti rendi conto di quello che dici? Oggigiorno non vale più niente la tradizione. In chi dovrei credere, in Bahamuth? Ma per piacere! Si voltò dall'altra parte per non vedere le lacrime sugli occhi del vecchio. Sapeva di averlo offeso, ma lui era diverso, non credeva in tutte queste fantasticherie. Aveva studiato, lui.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Uno di questi giorni Bahamuth verrà a trovarti e dovrai ricrederti. - Il tono era perentorio e non ammetteva replica. Il vecchio si girò di spalle e si mise a dormire.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
La notte stellata avanzava e solo lo strisciare di un serpente sulla sabbia o la debole luce dell'est lasciava pensare alla sua fine. Poi un rumore lo destò.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Chi é? C'è qualcuno? Disse il giovane alzandosi di scatto e afferrando il fucile da caccia preoccupato. - Vieni fuori, chiunque tu sia. - Disse alzando la voce per svegliare il nonno che però non sembrava accorgersi di niente.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Metti via quell'arma, non serve. </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
La voce proveniva dalle sue spalle. Era forte e cavernosa, quasi irreale. Come se a pronunciarla non fossero state labbra umane ma le profondità del cielo.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Ho detto di mettere giù quell'arma, non serve.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
L'arma gli cadde dalle mani, senza che potesse far niente per trattenerla. Qualcosa più forte della sua volontà aveva loro comandato di aprirsi ed esse avevano ubbidito.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Chi sei? E cosa vuoi da noi? Le parole tradivano la sua paura, o forse era il freddo. Le labbra tremavano. Gli occhi cercarono di mettere a fuoco un'immagine sfocata di fronte a lui ma senza riuscirci. </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Chi sono io? Chi sei tu per dubitare! - Le parole furono pronunciate con calma ma senza in alcun modo simulare la loro potenza. Erano parole potenti pronunciate da chi era abituato a far uso di tutta la sua forza. - Chi sei tu, piccolo uomo, per dire a tuo nonno in chi o in cosa deve o non deve credere?</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Ma...</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Zitto! - le labbra gli si chiusero come sigillate dalla colla - Non è ancora il tuo momento. </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Hamed, svegliati! - Disse ora con gentilezza - E' arrivato il tuo momento, andiamo.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Hamed si svegliò e lo guardò fisso, stupito ma felice.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Bahamuth, sei tu?</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Si, andiamo. - Disse tendendogli la mano. </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Posso salutare il mio ragazzo? Vedo che è qui anche lui...</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Si, puoi. - Rispose Bahamuth.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Addio figliolo. Decidi tu in cosa credere, decidi tu cosa fare da ora in poi, non ci sarò più io a farti da guida. Ma ricorda sempre che Dio creò la Terra per noi uomini. La poggiò sopra un Angelo e l'angelo su una montagna di rubino. Ma la montagna non aveva sostegno così creò un toro con quattromila occhi, nasi, bocche, lingue e zampe. Il toro non aveva sostegno così creò un pesce, chiamato Bahamuth. E il pesce lo mise nell'acqua e l'acqua nell'oscurità e così il mondo può continuare ad esistere per sempre.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Nonno...</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Il sole era alto in cielo quando Amir si destò. </div>
<div style="text-align: justify;">
Si alzò, si spalmò il grasso di cammello sulle ferite e cominciò a scavare una fossa nella sabbia del deserto, dove avrebbe deposto suo nonno...</div>
<div style="text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: center;">
<strong>Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO</strong></div>
Alerugolohttp://www.blogger.com/profile/17674981461758629284noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7436181001781787450.post-33355726737350872672014-04-18T05:39:00.000-07:002014-08-31T05:54:40.868-07:00Sleipnir<div style="text-align: justify;">
- Sleipnir. Vieni qui, di corsa!</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La voce del Dio era potente e cavernosa. Quasi niente aveva di umano. Anzi, niente. </div>
<div style="text-align: justify;">
Quando chiamava Sleipnir era possibile sentirlo dalla terra, come il rombo di tuono che preannuncia il temporale. </div>
<div style="text-align: justify;">
Sleipnir accorreva di corsa, e con i suoi otto zoccoli possenti sollevava scintille infuocate che finivano sulla terra sotto forma di fulmini, illuminando il cielo con spaventose lingue di fuoco azzurrognolo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Tutti gli esseri viventi tremavano dalla paura, abbassavano lo sguardo intimoriti di fronte al potere del Dio e si rintanavano nei loro ripari, temendone la collera.</div>
<div style="text-align: justify;">
Poi appariva Lui, Odino, possente, saltava in sella scrollandosi di dosso la polvere che ricopriva i suoi abiti e partiva al galoppo di Sleipnir. La polvere cadeva sulla terra con sembianze di grandine, abbattendosi con fragore sulla terra tremante.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Andiamo Sleipnir, al galoppo! Tuonava Odino dall'alto dei cieli.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il cavallo, se cavallo si può chiamare un essere al servizio di un Dio, con otto zampe sotto i possenti garretti, partiva al galoppo obbediente agli ordini del padrone. </div>
<div style="text-align: justify;">
Sudava bianca schiuma, che appariva sul mare Oceano, sotto forma di spuma leggiadra nei giorni di temporale.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Odino si muoveva nel vasto cielo, che a malapena lo conteneva. Veloce più del vento, potente più del tuono, caldo più del sole, governava l'universo affiancato dal suo cavallo Sleipnir, il fedele.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il suo pelo folto e grigio, lungo più della chioma delle amazzoni, ondeggiava leggero al vento di primavera. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Sleipnir correva veloce, per aria e per terra e i suoi occhi fiammeggianti aprivano le porte degli inferi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Odino era il solo a cavalcarlo. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Tutto ciò andò avanti per millenni, fin dal principio dei tempi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Poi un giorno l'uomo dimenticò tutto. Dimenticò Odino, dimenticò il grigio cavallo, dimenticò il rumore dei suoi zoccoli e il terrore di quelle notti di grandine. </div>
<div style="text-align: justify;">
L'Uomo, ormai Dio, costruiì macchine volanti, imitò il rombo del cielo, produsse fulmini infuocati, cacciò Sleipnir e il suo padrone negli inferi dell'oblio.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ma un giorno Sleipnir tornerà a cavalcare, col suo cavaliere tonante, per terra e per aria e il suo padrone prenderà la sua rivincita sull'uomo ribelle. </div>
<div style="text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: center;">
<strong>Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO</strong></div>
Alerugolohttp://www.blogger.com/profile/17674981461758629284noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7436181001781787450.post-73679867171821831422014-04-17T06:52:00.000-07:002014-04-17T09:33:38.421-07:00Anfesibena<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif; font-size: large;">Vivo!</span><br />
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif; font-size: large;">
</span><br />
<div align="LEFT" class="western">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif; font-size: large;">Era
vivo, senza sapere perché, senza conoscere il significato della
parola. Anche perché i serpenti non parlano. Ma l'essere appena nato
non sapeva cosa fosse.
</span></div>
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif; font-size: large;">
</span><br />
<div align="LEFT" class="western">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif; font-size: large;">Non
sapeva neanche di essere vivo se non fosse perché fino ad un istante
prima semplicemente non esisteva.</span></div>
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif; font-size: large;">
</span><br />
<div align="LEFT" class="western">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif; font-size: large;">-
Che strana sensazione! Pensò.</span></div>
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif; font-size: large;">
</span><br />
<div align="LEFT" class="western">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif; font-size: large;">
Tutto
era nuovo e bello, anche se il sentirsi vivo significava soffrire. </span></div>
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;">
</span><span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;">
</span></span><br />
<div align="LEFT" class="western">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif; font-size: large;">Non
si trovava a proprio agio con il suo corpo, non lo conosceva. Non
sapeva come usarlo, non sapeva a cosa servisse un corpo coì lungo,
una pelle così squamosa. Non riusciva a capire perché esisteva,
dove si trovava, cosa doveva fare. Sentiva solo una strana
sensazione, qualcosa che veniva dal centro del suo corpo. Fame!</span></div>
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif; font-size: large;">
</span><br />
<div align="LEFT" class="western">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif; font-size: large;">Ecco,
la sensazione divenne qualcosa di più definito. Era fame. Non
mangiava da quando? Forse non aveva mai mangiato prima. Cibo. Dove
trovare cibo? La domanda si formava chiaramente nella sua testa...
teste! Ecco, andiamo di là... pensò ancora una volta. No, di la...
c'è cibo, molto cibo. Lo sentiva da destra, lo sentiva da sinistra.
A chi dar retta?
</span></div>
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif; font-size: large;">
</span><br />
<div align="LEFT" class="western">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif; font-size: large;">Il
corpo sinuoso cominciò a muoversi strisciando sulla terra arida
sotto di lui. Il segno del suo passaggio impresso nella polvere era
ben evidente.
</span></div>
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif; font-size: large;">
</span><br />
<div align="LEFT" class="western">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif; font-size: large;">Il
cibo era sempre più vicino e l'essere continuava ad avanzare
velocemente, trascinato dal suo istinto di sopravvivenza. Lui non
sapeva cosa fosse, ma il suo corpo voleva sopravvivere.
</span></div>
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif; font-size: large;">
</span><br />
<div align="LEFT" class="western">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif; font-size: large;">Era
appena nato eppure era grande e forte. Sentiva i suoi muscoli tesi
fino allo spasimo. Sentiva i suoi pensieri accumularsi alle estremità
del suo corpo, vedeva tutto. Davanti e dietro, anche se tutto era
molto confuso.</span></div>
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif; font-size: large;">
</span><br />
<div align="LEFT" class="western">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif; font-size: large;">Ricordava...
o forse pensava di ricordare qualcosa del suo passato, forse del
passato di un altro essere, enorme, crudele, che gli aveva dato la
vita.
</span></div>
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif; font-size: large;">
</span><br />
<div align="LEFT" class="western">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif; font-size: large;">Medusa
si chiamava, ora era Anfesibena, ed era affamato.
</span></div>
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif; font-size: large;">
</span><br />
<div align="LEFT" class="western">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif; font-size: large;">Il
cibo era sempre più vicino, ne percepiva la presenza attraverso
particelle infinitesimali presenti nell'aria. Udiva anche il suo
respiro, sempre più forte, sempre più vicino.</span></div>
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif; font-size: large;">
</span><br />
<div align="LEFT" class="western">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif; font-size: large;">Avrebbe
spalancato le sue bocche e ingoiato quell'essere intero, ancora pochi
istanti e si sarebbe nutrito per la prima volta. L'unico della sua
specie.</span></div>
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif; font-size: large;">
</span><br />
<div align="LEFT" class="western">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif; font-size: large;">-
Che bestia è mai questa?</span></div>
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif; font-size: large;">
</span><br />
<div align="LEFT" class="western">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif; font-size: large;">Udì
le parole distintamente nelle sue due teste, non ne capì il
significato ma sentiva il senso di repulsione con cui erano state
pronunciate. Sentiva la paura di chi le pronunciava, il ribrezzo. Poi
più niente.</span></div>
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif; font-size: large;">
</span><br />
<div align="LEFT" class="western">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif; font-size: large;">
-
Papà, guarda, un serpente con due teste! Il bambino mostrava
orgoglioso la sua preda. Il serpente, con la schiena spezzata nel
centro del suo corpo, pendeva, con le sue due teste esangui, dal
lungo bastone. </span></div>
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;">
</span><span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;">
</span></span><br />
<div align="LEFT" class="western">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif; font-size: large;">
Il
bambino sorrideva soddisfatto, aveva catturato la sua prima preda,
aveva ucciso per la prima volta! </span></div>
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;">
</span><span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;">
</span></span><br />
<div align="LEFT" class="western">
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif; font-size: large;">-
Che bella sensazione! Pensò...</span></div>
<span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif; font-size: large;">
</span><br />
<div style="text-align: center;">
<strong><span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif; font-size: large;">Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO</span></strong></div>
Alerugolohttp://www.blogger.com/profile/17674981461758629284noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7436181001781787450.post-66073570636901286122014-04-17T00:05:00.000-07:002014-04-17T00:05:52.483-07:00I custodi della storia (Capitolo VII) - Notte insonne<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">L'agenda cominciava con una data, il
due marzo 1988, sei anni prima. In quell'anno io mi trovavo ancora in
Sardegna – pensai – e non immaginavo neppure lontanamente come
sarebbe stata la mia vita futura.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Cominciava con una nota isolata sulle
notizie di un viaggio in terre sconosciute riportato in un testo
ormai perduto di Filone di Biblo. </span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Claudio</span><span style="font-size: small;"> sembrava
credere che alcuni frammenti di quel libro esistessero ancora. La sua
convinzione derivava dal fatto che </span><span style="font-size: small;">durante una
visita ad uno dei soliti mercatini dell'usato </span><span style="font-size: small;">aveva
trovato un vecchio volume francese del 1836 della </span><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">Revue
des deux mondes </span></span><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">in cui
si parlava proprio di questo viaggio in un articolo dal titolo:
</span></span><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-weight: normal;">“</span></span></span></span><strong><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-weight: normal;">Sulla
scoperta d'un manoscritto contenente la traduzione di Sanchuniathon,
di Filone di Biblo</span></span></span></span></strong><strong><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-weight: normal;">s</span></span></span></span></strong><strong><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-weight: normal;">”.
</span></span></span></span></strong>
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<strong><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-weight: normal;">Non
avevo idea di chi fosse Sanchuniaton, nei libri non avevo mai
incontrato questo nome a differenza di Filone di Biblo di cui
ricordavo che era uno storico greco del primo secolo dopo Cristo </span></span></span></span></strong><strong><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-weight: normal;">ma
niente più</span></span></span></span></strong><strong><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-weight: normal;">.
</span></span></span></span></strong><strong><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-weight: normal;">Mi
sarei informato con calma il giorno dopo presso la biblioteca
dell'università.</span></span></span></span></strong><strong><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span></span></span></strong>
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<strong><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-weight: normal;">Poi,
di seguito vi era l'articolo tradotto dal francese, pagine fitte di
parole, piene di cancellature, ripensamenti e correzioni, come di chi
legge e traduce di getto. </span></span></span></span></strong>
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<strong><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-weight: normal;">Non
era facile decifrare quella scrittura ma la curiosità era tanta e il
sonno </span></span></span></span></strong><strong><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-weight: normal;">ormai
</span></span></span></span></strong><strong><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-weight: normal;">era
andato via del tutto. </span></span></span></span></strong><strong><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-weight: normal;">Mi
avvicinai al camino per usufruire </span></span></span></span></strong><strong><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-weight: normal;">appieno</span></span></span></span></strong><strong><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-weight: normal;">
della tenue luce </span></span></span></span></strong><strong><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-weight: normal;">del
fuoco </span></span></span></span></strong><strong><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT"><span style="text-decoration: none;"><span style="font-weight: normal;">e
cominciai a leggere con pazienza.</span></span></span></span></strong></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<strong><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT"><span style="text-decoration: none;"> </span></span></span></strong><span style="font-size: small;"><i>“</i></span><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT"><i>Se
la storia antica, disse uno storico saggi</i></span></span><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT"><i>o</i></span></span><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT"><i>
ha subito una perdita sensibile ed in nessun modo recuperabile, è
soprattutto a causa della scompars</i></span></span><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT"><i>a</i></span></span><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT"><i>
degli scritti che trattavano della costituzione delle imprese e delle
opere dei Fenici. </i></span></span><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT"><i>Tanto</i></span></span><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT"><i>
questo popolo ha influito sullo sviluppo dell'umanità per le sue
invenzioni, per aver stabilito le sue numerose colonie e per il suo
commercio immenso, </i></span></span><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT"><i>che
maggiormente</i></span></span><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT"><i> si
sente la mancanza che la perdita di questi scritti ha lasciato nei
fasti del genere umano. </i></span></span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><i>Tuttavia, malgrado
questa assenza totale di documenti originali, il venerabile
professore di Gottinga, non avendo come soccorso che pochi dati
sparsi tra la Bibbia e gli autori greci e latini, ma guidato da
quella coscienza intima che egli ha della vita dei popoli
dell'antichità, è riuscito a farci conoscere la situazione
politica, costituzione, le colonie fenicie e le rotte che seguiva nel
suo immenso commercio, tanto per terra che per mare. Ma che talvolta
si rammaricava, nel suo libro, di non avere sotto gli occhi le storie
di Dius e di Menandro d'E</i><i>f</i><i>eso di cui Giuseppe </i><i>Flavio
</i><i>ci ha conservato alcuni frammenti, e soprattutto la storia
della Fenicia scritta da Sanchuniathon, di cui Eusebio, nella sua
Preparazione evangelica, ha citato dei lunghi frammenti che,
disgraziatamente, non contengono che la parte cosmogonica
dell'opera.” </i></span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="font-style: normal; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Mentre
leggevo avevo sempre più la sensazione di essermi imbattuto in una
storia lunga e complicata. </span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="font-style: normal; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Claudio
doveva avere una conoscenza dell'antichità enorme, cosa che io non
avevo. Avrei impiegato anni per acquisire le nozioni utili alla
comprensione di tutto i riferimenti presenti in quella sua agenda,
ora mia. La cosa però mi dava soddisfazione. Provavo quasi la stessa
sensazione che provai da bambino entrando in un nuraghe la prima
volta. Le enormi pietre mi sormontavano quasi a volermi schiacciare
ma io le sentivo amiche e protettrici. Così l'agenda mi travolgeva
con le sue parole, ma io le sentivo stimolanti. </span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="font-style: normal; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Sarebbe
stata una impresa che avevo inconsciamente già deciso affrontare.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><i> “Così egli ha
dovuto apprendere con vivissima gioia, ma senza dubbio misto con
qualche incertezza, la notizia annunciata da circa sei mesi dai
giornali, che la traduzione greca di Sanchuniathon, a cura di Filone
di Biblo, era stata ritrovata in un convento portoghese.” </i></span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="font-style: normal; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Le
parole “convento portoghese” erano evidenziate in giallo come se
la cosa avesse grande importanza. Eppure non vi era nessuna nota che
mi aiutasse a capire di che si trattasse o di quale fosse il
convento. Forse il professore aveva in mente qualcosa che a lui era
già noto e perciò non riteneva necessario approfondire ma
semplicemente evidenziare la cosa. Ma io cosa potevo fare? Io non
sapevo niente di conventi portoghesi! Mi fermai un attimo, posai
l'agenda e cercai una matita nel cassetto dello scrittoio. Cominciai
a prendere appunti anche io. Cominciai proprio con “cercare
informazioni sui conventi portoghesi”. Avrei iniziato una mia
agenda parallela. Mi sarebbe stata utile pensai. E aggiunsi: “Cercare
notizie su Sanchuniathon”. Quindi continuai a leggere.</span></div>
<br />
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western">
<span style="font-size: small;"><span style="font-style: normal;"> “</span><i>La
sua gio</i><i>i</i><i>a e la sua incertezza, sono condivise da tutti
gli amici dell'antichità, ma lo </i><i>scoramento</i><i> ha subito
seguito la speranza quando si è visto che questo annuncio non fu
seguito da alcun altro documento, sia sullo stato del manoscritto,
sia sul contenuto, sia sul suo futuro editore. Questo terribile
silenzio è stato rotto, infine, dalla pubblicazione di un volantino
annunciato quale precursore del testo greco di Filone, e dal titolo:
“Analisi della storia primitiva dei Fenici secondo Sanchuniathon,
fatta sul manoscritto recentemente ritrovato della traduzione
completa di Filone”; con delle osservazioni di Wagenfeld. Questo
volantino apparso presso Hahn, ad </i><i>H</i><i>annover, contiene
inoltre un facsimile del manoscritto e un proemio del dottor G.F.
Grotefend, direttore del Liceo di Hannover, conosciuto da lungo tempo
nel mondo dei saggi per importanti lavori coi quali si è librato
sulle iscrizioni di Persepoli e su quelle della Licia.</i></span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" style="font-style: normal;">
<span style="font-size: small;">Altre
cose da approfondire – pensai – e ricopiai i nomi di Wagenfeld e
Grotefend, direttore del liceo di Hannover. Forse avrei potuto
trovare qualche informazione anche su questi signori, soprattutto se
avevano scritto qualcosa di importante.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western">
<span style="font-size: small;"><i> Cosa dobbiamo
pensare di questa pubblicazione? Dobbiamo guardarla come una
mistificazione o come un documento serio<span style="background: rgb(255, 255, 255);">?
Il nome di Grotefend, se non se ne è abusato, come si è abusato
questo inverno del nome di Herschell, non consente ancora di vedere
in questa brochure l'opera di un falsario? La germania non è</span>
la classica terra di questo tipo di soperchierie di cui l'Italia ha
dato così tanti funesti esempi. La buana fede, meglio, il candore
germanico, non ammette ancora una tale supposizione.” </i></span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" style="font-style: normal; margin-bottom: 0.5cm;">
<span style="font-size: small;">- Ecco! Ancora una volta emerge lo stereotipo
dell'italiano imbroglione e falsario! Già tante volte ho sentito
queste parole. Purtroppo anche all'università, dove si trovavano
studenti di tutte le nazioni, la cosa era abbastanza risaputa.
L'italiano medio era generalmente considerato un imbroglione,
falsario e poco affidabile e il comportamento tenuto da certi miei
colleghi di studi non faceva certo cambiare idea. Mi era capitato
diverse volte di discutere con colleghi stranieri ma di solito mi ero
dovuto ritirare di fronte ai troppi esempi concreti. Meglio
proseguire nella lettura, pensai a voce alta mentre con gli occhi
scorrevo voracemente le righe dell'agenda. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" style="font-style: normal; margin-bottom: 0.5cm;">
<span style="font-size: small;"><i> “</i><i>Il fac simile del manoscritto unito alla
brochure, è realizzato con una scrittura molto antica, che mostra la
mano non di un greco, ma di un uomo dell'occidente; un falsario non
avrebbe scelto preferibilmente un carattere di questo genere che
avrebbe potuto tradirlo. Dirò di più, un mistificatore il cui scopo
sarebbe stato principalmente quello di ottenere una vendita a prezzo
elevato, avrebbe cercato di comporre un libro più </i><i><span style="background: rgb(255, 255, 255);">divertente</span></i><i>,
avrebbe messo più episodi romanzeschi; difficilmente si inventa la
storia completa di un popolo come quello dei fenici, che, ad ogni
passo è esposto a tradirci. Ora dobbiamo convenire seguendo
l'analisi di Sanchuniathon, la semplicità e la verità della
narrazione, le sue coincidenze con la Bibbia, la molteplicità di
dettagli, la semplicità con cui i nomi propri si possono spiegare
con l'ebraico, tutto sembra annunciare una composizione originale.
Per finire, ma questo argomento lo introduco non senza qualche
forzatura, l'autore, che fissa l'esistenza di Sanchunuathon al VI
sec. A.C., non ha tralasciato di inserire nel suo libro la storia
della fondazione di Cartagine e soprattutto il racconto dell'assedio
di Tiro da parte di Nabuchodonosor, tanto che si ferma al nono
secolo, limitandosi ad indicare gli storici che hanno raccontato gli
avvenimenti posteriori. Non si può usare come argomento negativo
l'epoca tardiva della scoperta, altrimenti si dovrebbe negare
l'esistenza della Repubblica di Cicerone, delle Istituzioni di Gaio,
della Cronaca di Eusebio, delle diverse opere di Lido e così via.
Non si tratta, d'altronde, della prima menzione che si fa d'un
manoscritto di Sanchuniaton. Beck in una nota sulla Biblioteca greca
di Fabricius, afferma che esiste un frammento inedito di questo
autore presso la biblioteca Medicea a Firenze; egli aggiunge che un
terzo frammento è stato raccolto in oriente da Peiresc che lo ha
portato a Roma an padre Kircher ma che quest'utimo si rifiutò di
pubblicarlo. Infine Leon Allatius ha, se non mi inganno, detto di
aver visto con i suoi propri occhi un manoscritto di Filone di Biblo
in un monastero nei pressi di Roma.” </i></span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" style="font-style: normal; margin-bottom: 0.5cm;">
<span style="font-size: small;">Aggiunsi queste informazioni sulla mia agenda, alla voce
Sanchuniathon. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" style="font-style: normal; margin-bottom: 0.5cm;">
<span style="font-size: small;">Non riuscivo a credere ai miei occhi, più leggevo e più
cominciavo a capire l'importanza della scoperta del mio ex
professore. In tutti questi anni aveva continuato a insegnare,
studiare e viaggiare inseguendo le flebili tracce scoperte per caso
in quello che si potrebbe definire un manoscritto ritrovato, anche se
incompleto e magari falso. Eppure se Claudio aveva fatto tutto
questo, qualcosa di vero doveva pur esserci! Mi segnai nell'agenda
anche il nome di Sanchuniathon, non vedevo l'ora di saperne di più
su questo storico del VI° secolo a.C.. E chissà chi era questo
padre Kircher e Leon Allatius. Quante cose da approfondire mi
attendevano. Ma ormai non avevo scelta. Era una sfida che avevo già
accettato.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" style="margin-bottom: 0.5cm;">
<span style="font-size: small;"><i> “Il
solo argomento negativo che ha qualche senso è l'assenza di
qualunque informazione precisa sul manoscritto che si pretende sia
stato scoperto nella penisola spagnola. Ma se è vero, come si dice,
che questo libro proviene da un convento portoghese che fu
saccheggiato ai tempi della spedizione di don Pedro contro suo
fratello, e che è stato portato in Germania da un ufficiale di
Hannover, si può capire perché si esiti a citare i nomi propri.
Opinioni molto differenti sono già state emesse su questa scoperta.
Noi sappiamo, dall'Athenaeum del 25 luglio scorso, che il saggio
Gesenius, il più celebre di tutti gli studiosi ebrei della germania,
Gesenius, che ci promette la spiegazione prossima delle iscrizioni
fenicie rispettate dal tempo, si è pronunciato in favore
dell'autenticità del manoscritto del quale il signor Wagenfend ha
appena pubblicato l'analisi. E' anche vero che secondo lo stesso
giornale il signor Wilken, lo storico delle crociate, si è
pronunciato in senso negativo, ma qualunque sia il rispetto che
merita l'opinione del signor Wilken, in questa materia quella del
signor Gesenius dovrebbe sorpassarla. </i></span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" style="font-style: normal; margin-bottom: 0.5cm;">
<span style="font-size: small;">Ecco ancora un personaggio da approfondire, Gesenius, e
da come se ne parlava doveva essere molto famoso, non sarebbe stato
difficile trovarlo.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" style="margin-bottom: 0.5cm;">
<span style="font-size: small;"><i> Noi
dobbiamo aggiungere che, se dobbiamo credere all'articolo
dell'Athenaeum, il signor Grotefend ha pubblicato la seguente nota
sul libro del signor Wagenfeld: “Per prevenire l'intenzione laddove
si potrebbe fare (...) di tradurre quest'opera in altre lingue”</i></span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" style="font-style: normal; margin-bottom: 0.5cm;">
<span style="font-size: small;">Perché? Perché impedire la traduzione in altre lingue?
Perché questo accanimento contro una possibile scoperta epocale? Si
chiedeva il professore per poi riprendere immediatamente la
traduzione. In effetti era uno strano comportamento ma era ancora
presto per prendere posizione.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" style="margin-bottom: 0.5cm;">
<span style="font-size: small;"><i> “io
credo che sia mio dovere il dichiarare pubblicamente e senza perder
tempo, che dopo le informazioni raccolte fino ad ora, io sono
moralmente convinto che l'estratto di Sanchuniathon non è altro che
un ingegnoso falso. E io faccio questa dichiarazione senza attendere
alcuna ricerca che richiederebbe troppo tempo; perché, anche
supponendo che alla fine il risultato dimostrasse che questa
dichiarazione non sia fondata, la stessa sarà sufficiente sin da ora
per impegnare il signor Wagenfeld a difendere il suo onore dando
prova della sua onestà". </i></span>
</div>
<br />
<div class="western" style="margin-bottom: 0.5cm;">
<span style="font-size: small;"><i>Ma, a
primo acchito, questa nota difficilmente può essere opera del signor
Grotefend. </i></span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" style="margin-bottom: 0.5cm;">
<span style="font-size: small;"><i>Come!
O egli è stato crudelmente falsificato, oppure si è slealmente
abusato del suo nome ed egli si limita a qualificare l'opera come
"ingegnosa finzione"; e questa dichiarazione per parte sua
non ha altro scopo che di impedire la traduzione della brochure in
altre lingue straniere! Ma, nell'uno o nell'altro caso, chi non
avrebbe cominciato per schiacciare il falsario sotto il peso della
giusta indignazione, senza preoccuparsi se delle traduzioni in altre
lingue avrebbero potuto contribuire a propagare l'errore? Se la nota
sull' Athenaeum è del signor Grotefend, potrebbe darsi che sia stata
snaturata dal traduttore inglese, sia involontariamente, sia a causa
di un interesse personale, queste erano le riflessioni che
suggerivano all'autore di questo articolo una tale complicazione di
incidenti e di dubbi, quando ha ricevuto la lettera seguente del
signor Grotefend, al quale si era indirizzato per eliminare le
proprie incertezze. (Hannover, 18.8.1836)</i></span></div>
<br />
<div class="western" style="font-style: normal; margin-bottom: 0.5cm;">
<span style="font-size: small;">A
questo punto la scrittura si faceva più fluente. </span>
</div>
<br />
<div class="western" style="font-style: normal; margin-bottom: 0.5cm;">
<span style="font-size: small;">Era
come se Claudio avesse ora una marcia in più nella traduzione, forse
aveva trovato qualcuno che lo aiutava, magari uno studente come me
che conosceva il francese. Purtroppo non c'era nessun riferimento in
proposito. Comunque vi erano sempre meno cancellature e la traduzione
era più chiara e anche i termini utilizzati erano più attinenti
all'argomento di cui si parlava. </span>
</div>
<br />
<div class="western" style="margin-bottom: 0.5cm;">
<span style="font-size: small;"><i> “Signore,</i></span></div>
<br />
<div class="western" style="margin-bottom: 0.5cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><i>poco
tempo dopo aver raccomandato ai saggi l'analisi della traduzione di
Sanchuniathon a cura di Filone di Biblo, che si pretende aver
scoperto recentemente, mi sono convinto che l'autore di questa
analisi non è che un mistificatore e mi sono ritrovato nella
necessità di esprimere pubblicamente i miei dubbi sulla autenticità
della sua scoperta. E' vero che esistono tanti motivi a sostegno
dell'autenticità dell'opera che gli uomini più attenti possono
difficilmente trovare materia per dubitare. Ma come tutto ciò che è
apparso su questo soggetto al pubblico dal signor Wagenfeld, un
insigne mistificatore, e siccome nessuno fino ad ora ha potuto
esaminare il manoscritto, si è autorizzati a dubitare della sua
autenticità, se non del tutto, almeno su molti dettagli. Si è
d'altronde ancor più lontani dall'attendersi una simile soperchieria
da parte di un giovane uomo candidato in teologia e filosofia a
Brema, che l'amore per la verità è il tratto caratteristico dei
tedeschi. Ma purtroppo il signor Wagenfeld ha così poco amore per la
verità che mi sono visto obbligato a rompere tutte le relazioni con
lui. I dubbi che ho espresso sui giornali non avevano altro scopo che
il metterlo con le spalle al muro, al fine di arrivare almeno a
qualche certezza. Questo ha avuto come risultato di costringerlo a
trattare con la libreria Schunemann, a Brema, per la stampa
dell'originale greco. Ma disgraziatamente si dubita ugualmente
dell'autenticità di questo originale. Ed anche ammettendo che questo
testo greco abbia avuto per base un antico manoscritto non è
possibile prendere per argento sonante ciò che viene da un uomo che,
come il signor Wagenfeld, è noto che per il piacere di imbrogliare
il pubblico, non teme di far ricorso all'impostura.</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="margin-bottom: 0.5cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><i>
G.F.Grotefend.</i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="margin-bottom: 0.5cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Chissà
cosa accadde tra Wagenfeld e Grotefend per giustificare parole così
pesanti! Forse la mia curiosità sarebbe stata soddisfatta più
avanti. Mi fermai un attimo e guardai il vecchio orologio appeso sul
camino. Erano le tre e la mattina mi sarei dovuto alzare alle sette
per andare al lavoro. Poi avevo lezione dalle undici e trenta alle
quindici, quindi di nuovo in portineria fino alle venti. Era stata
una giornata intensa ed eccitante, l'agenda aveva portato nella mia
vita un pizzico di mistero, ma ora era arrivato il momento di
riposare, avrei proseguito con calma il giorno dopo.</span></div>
<div style="text-align: center;">
<strong>
Alesssandro Giovanni Paolo RUGOLO</strong></div>
Alerugolohttp://www.blogger.com/profile/17674981461758629284noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7436181001781787450.post-55520868168459743302014-04-15T01:29:00.000-07:002014-04-15T06:58:31.658-07:00A Bao A Qu...<div style="text-align: justify;">
Era appena sorto il sole e l'uomo aveva ripreso a muoversi, quasi impercettibilmente.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Era forse l'unico sopravvissuto, l'ultimo della sua razza, sterminata da una tribù di nomadi che per un caso aveva scelto la loro vallata per spostarsi appresso al proprio bestiame. Non avevano nient'altro che il bestiame e le armi e dove passavano lasciavano una scia profonda di pianti, urla e sangue.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il suo villaggio non esisteva più, la sua capanna era un cumulo di cenere. i suoi figli erano carne insanguinata per cani randagi. E di lui non restava molto, forse qualche ora di vita, forse qualche giorno di dolore e pianto per i suoi cari.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Cominciò a strisciare, trascinandosi affannosamente sul terreno, nutrendo la terra secca col suo sangue. Si trascinò fino alla scala a chiocciola che dava accesso all'antica torre in pietra, spinto dalla forza della vita che se ne va.</div>
<div style="text-align: justify;">
La mano destra sentì il freddo del primo gradino della scala a chiocciola. </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Una sensazione strana pervase il suo corpo, la sua anima ridestata. </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Il freddo della pietra lo risvegliava dal suo torpore.</div>
<div style="text-align: justify;">
Senza sapere come, senza più pensare alle ferite che lo dissanguavano, si alzò in piedi e salì il primo gradino. La sua anima piangeva per la morte della famiglia, per la distruzione del villaggio, per la fine di una stirpe.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sentì la forza rianimare il suo corpo, salì il secondo gradino quasi senza accorgersene. La striscia di sangue era dietro di lui, rossa, quasi color della seta... splendente sotto il riflesso del sole nascente.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Un debole fruscio gli ricordava la vita, una sensazione potente di vita percorreva il suo corpo freddo da tanto tempo immobile.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Il piede avanzò sul terzo gradino. Solo i sacerdoti percorrevano una volta all'anno quella scala, solo loro avevano la forza di farlo, ma i sacerdoti erano morti, tutti!</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Piccole zampe, come un millepiedi, sorgevano dalla fredda pietra per afferrare il bordo del gradino, seguivano le tracce del sangue fresco, cercando di sentire l'anima morente di colui che si trascinava lungo la scala. Una forza straordinaria, carica di sentimenti, di orrore, d'amore.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Il quarto gradino, poi il quinto, il sesto, il settimo... uno dietro l'altro.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Il freddo si faceva sempre più intenso, il ricordo dei figli massacrati solo poche ore prima gli offuscava la vista e gli spezzava il cuore ancora una volta. Eppure non sentiva odio per coloro che avevano compiuto un simile massacro ma solo compassione. Compassione per uomini che erano bestie, non per colpa loro.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
La scala a chiocciola sembrava animarsi di vita propria, i gradini davanti a sé lo chiamavano. Le forze gli venivano meno, il sangue scorreva dalle sue ferite ma lui proseguiva senza sosta. Ancora pochi passi.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
la sua anima prendeva corpo dopo tanti secoli. Nessuno l'aveva più trascinato fino a quel punto da... quanto tempo? Non ricordava... secoli, millenni forse.</div>
<div style="text-align: justify;">
Eppure quest'uomo aveva una forza incredibile, stava morendo ma proseguiva la sua ascesa senza un pensiero negativo. La sua anima era forte e splendente.</div>
<div style="text-align: justify;">
A Bao A Qu prendeva vita,forte e splendente, ancora una volta dopo tanto tempo. </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
L'uomo moriva sulla scala, senza sapere perchè, felice di raggiungere i suoi cari appena scomparsi, lasciando sull'ultimo gradino un fiotto di sangue denso e il pensiero di un futuro radioso per tutta la sua Terra, sotto il sole nascente di un giorno qualunque...</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: center;">
<strong>Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO</strong></div>
Alerugolohttp://www.blogger.com/profile/17674981461758629284noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7436181001781787450.post-72791524963112058792014-04-13T00:51:00.000-07:002014-04-13T00:51:47.202-07:00I custodi della storia (Capitolo VI) - Dentro la piramide<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">L'eco della pietra che
cadeva lungo lo stretto corridoio si poteva seguire da lontano.
Sicuramente il corridoio si inoltrava all'interno della piramide
mantenendo una pendenza molto forte.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Andrea il carpentiere era
appena arrivato, accompagnato da altri due uomini di rinforzo mandati
dal Capitano.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Si fermò giusto il tempo
necessario per bere un po' d'acqua e poi seguì il nostromo e frate
Nicola che precedendolo gli indicavano il foro a metà altezza nella
parete della grande piramide. Andrea salì su per la parete senza un
attimo di esitazione allenato dal suo lavoro quotidiano di controllo
degli alberi del vascello e raggiunto il foro vi aveva gettato una
pietra per cercare di capire dal rumore cosa lo attendesse. Si girò
verso i due compagni e disse di essere disposto a provarci.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Certo, si può fare.
Entrerò con la testa in avanti e voi mi reggerete con due corde così
se occorre potrete tirarmi fuori da quel buco! Disse Andrea senza un
attimo di esitazione. </span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">I preparativi furono
veloci e qualche minuto dopo Andrea si introduceva strisciando come
un serpente nelle fredde viscere della piramide. In mano reggeva una
piccola lampada ad olio legata ad una corda che reggeva con la mano
sinistra e che gli avrebbe consentito di vedere davanti a se. Nella
mano destra reggeva un lungo coltello, in caso di brutti incontri.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Ora calatemi lentamente!
Disse rivolto ai compagni che reggevano le corde.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Dopo pochi metri lo
stretto cunicolo voltava a destra sottraendo il giovane carpentiere
alla vista dei suoi compagni. </span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Quaggiù il cunicolo si
allarga! – Urlò Andrea una volta raggiunta una solida base – qui
si può avanzare camminando in piedi. Proseguì lungo il corridoio
tirandosi dietro le corde. Il corridoio aveva una forma trapezoidale
ed era realizzato con pietre enormi perfettamente squadrate. Su ogni
lato si aprivano degli altri corridoi più stretti che probabilmente
servivano a distribuire l'aria fresca nei locali più interni. Andrea
avanzava sicuro reggendo in alto la lampada e osservando ogni
particolare per poterlo poi descrivere quando fosse uscito. Dopo
circa una decina di metri notò alla sua destra all'altezza della sua
faccia una pietra sporgente lavorata a forma di uccello, con una
grossa sporgenza a forma di becco. La superficie era ricoperta da una
specie di sostanza rossastra e gli occhi erano fatti in pietre dure,
incastonate nella roccia con maestria, di particolare fattura e di
colore giallo. Usò il coltello per estrarre le pietre pensando
potessero avere un qualche valore e le mise in tasca. Le avrebbe
consegnate a Vadino che avrebbe saputo ricompensarlo. Purtroppo il
cunicolo terminava poco più avanti con una enorme lastra verticale
che probabilmente era crollata da parte del soffitto. Impossibile
proseguire. Un odore fetido, come di carcasse di animali riempiva
l'ambiente. Forse il crollo aveva intrappolato qualche animale che
ora si decomponeva lentamente. Si voltò e ripercorso il cunicolo
all'indietro chiamò i compagni perché lo tirassero fuori.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Qualche minuto più tardi
si trovava nuovamente all'aperto con i compagni che lo attorniavano. </span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Signor nostromo, ho
trovato queste pietre, erano gli occhi di una specie di testa
d'uccello scolpita nella roccia. - Disse, porgendo le pietre a
Vadino. E proseguì nella descrizione accurata di ciò che aveva
visto e della impossibilità di usare quel passaggio per proseguire
l'esplorazione. Occorreva trovare un altro ingresso.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">- Bene Andrea, tieni
queste monete. Ottimo lavoro. Disse il Nostromo lanciandogli tre monete d'oro. In certi casi occorre essere generosi, la fedeltà va sempre premiata. Pensò Vadino.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Il carpentiere prese le
monete e ringraziò per la generosità. </span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">L'impossibilità di
proseguire l'esplorazione della piramide non significava niente.
Avrebbero controllato i dintorni alla ricerca di altre informazioni.
La giungla era fitta e di tanto in tanto emergevano dalla vegetazione
delle grosse pietre che sembravano lavorate dalla mano dell'uomo. Se
la fortuna li avesse assistiti avrebbero potuto trovare qualche altra
cosa. Vadino aveva ancora due giorni di tempo e non intendeva certo
starsene con le mani in mano ad aspettare che il caso o la fortuna
bussassero alla porta. I suoi genitori gli avevano insegnato che la
fortuna occorre cercarsela da sé e lui la pensava esattamente allo
stesso modo. </span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Chiamò tutti gli uomini a
rapporto e organizzò le ricerche per la giornata. Due di loro
sarebbero restati al campo con l'incarico di controllare che non si
avvicinassero troppo le besti che avevano sentito la notte
precedente. Gli altri divisi in gruppi da tre avrebbero esplorato
l'area circostante alla ricerca di altre costruzioni.</span></div>
<div class="western" style="text-align: center;">
</div>
<div class="western" style="text-align: center;">
<strong>Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO</strong></div>
Alerugolohttp://www.blogger.com/profile/17674981461758629284noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7436181001781787450.post-76301442237799671632014-04-06T00:07:00.003-07:002014-04-06T00:07:58.469-07:00I custodi della storia (Capitolo V) - L'agenda
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Era
un mercoledì sera, intorno alle diciotto, quando un corriere
espresso suonò al campanello del condominio in cui lavoravo.</span></span><br />
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Andai
ad aprire, il ritiro della posta faceva parte dei miei compiti. Avevo
la delega per il ritiro della corrispondenza di quasi tutti i
condomini. </span></span>
</div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">-
C'è un pacco per Alessandro Ruvolo.</span></span></div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Mi
disse il corriere porgendomi la penna per la firma senza neanche
guardarmi in faccia. </span></span>
</div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">-
Forse intende dire Rugolo. Sono io</span></span></div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Risposi
un po' stupito. </span></span>
</div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Non
avevo ordinato niente e non era periodo di feste per ricevere il
pacco regalo che i miei mi mandavano sempre per natale.</span></span></div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Firmai
e mi assicurai che il corriere uscendo chiudesse il cancello.</span></span></div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Si
trattava di un pacchetto confezionato artigianalmente con la vecchia
carta per pacchi e legato con spago di pessima qualità.</span></span></div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Nessun
mittente, solo un francobollo da due dollari con la scritta Guyana.
Un bel francobollo con ritratto un dipinto di Velazquez e un timbro
che non lasciava dubbi. Il pacco era stato spedito dalla città di
Cayenne, nella Guyana francese.</span></span></div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Non
conoscevo nessuno in quella parte del mondo. Chi poteva avermi
spedito un pacco?</span></span></div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Dalla
consistenza e dimensione doveva trattarsi di un libro. Lo scartai
velocemente e il mio stupore fu grande quando mi resi conto che tra
le mani stringevo l'agenda del mio ex professore di storia antica,
Claudio.</span></span></div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Come
era possibile? Lui era morto un mese prima nell'incidente aereo del
volo Orlando – Milano. Da dove saltava fuori l'agenda? L'unico che
avrebbe potuto spedirmela era proprio lui ma per quale motivo avrebbe
dovuto farlo?</span></span></div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Ero
curioso e le domande mi si affollavano nella testa. </span></span>
</div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">-
Alessandro, è arrivata posta per me?</span></span></div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Trasalii.
La voce dell'avvocato mi colse totalmente di sorpresa e dovetti darlo
a vedere. </span></span>
</div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">-
Scusa, non volevo spaventarti. Chiedevo se fosse arrivata della posta
per me, oggi. Sto aspettando un plico urgente da Roma. Se dovesse
arrivare puoi avvisarmi subito? Sono nel mio studio.</span></span></div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">-
No, mi spiace. Niente posta per lei avvocato. Se dovesse arrivare
qualcosa entro le otto glielo porto io prima di andar via.</span></span></div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">L'avvocato
Giorgetti mi salutò con un sorriso e imboccò la strada delle scale.
Nonostante il suo studio si trovasse al quarto piano e vi fosse
l'ascensore preferiva salire a piedi, diceva che faceva parte della
sua attività per allungare la vita.</span></span></div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Per
evitare ulteriori problemi posai l'agenda del professore nel mio
zaino e ripresi il mio lavoro al gabbiotto. A casa avrei avuto tutto
il tempo per cercare di capire come mai il professore mi avesse
mandato la sua agenda per posta e magari sarei riuscito a capire cosa
fosse andato a fare nella Guyana francese!</span></span></div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Stavo
per chiudere il gabbiotto della portineria quando suonò nuovamente
il campanello. Si trattava di un fattorino che mi consegnò il plico
per l'avvocato. Lo presi in consegna. Firmai e presi l'ascensore per
il quarto piano. Bussai alla porta dell'avvocato. Mi aprì lui
personalmente e mi invitò ad entrare. Rifiutai cercando di non
essere scortese, l'avvocato era sempre stato molto premuroso nei miei
confronti ma quella volta avevo fretta di tornare a casa. </span></span>
</div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Mi
chiese se era tutto a posto, offrendomi il suo aiuto, se necessario.
Mi chiese se ci fosse qualcosa che mi preoccupava, disse che sembravo
un po' strano, quasi assente.</span></span></div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">-
Le chiedo scusa avvocato. In effetti oggi è successo qualcosa di
strano ma non sono preoccupato, solo stupito.</span></span></div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">-
Vuoi raccontare anche a me cosa ti è successo? Mi chiese con
benevolenza. Sin dalla prima volta che mi aveva conosciuto, quando mi
ero presentato per avere il lavoro, era sempre stato con me quasi
come se fosse stato un mio anziano parente. Gli dissi che il giorno
dopo sarei passato da lui sul tardi, se non aveva impegni, e gli
avrei raccontato tutto. Adesso era un po' tardi e dovevo passare
all'università per ritirare un libro da alcuni amici. Era una scusa
banale, me ne rendevo conto, ma non avevo proprio voglia di parlare.
Forse il giorno dopo gli avrei raccontato qualcosa, o forse no. Avevo
uno strano presentimento e preferivo evitare dell'agenda del mio
professore.</span></span></div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Salutai
e andai via.</span></span></div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Rientrai
a casa in metropolitana. Da quando avevo lasciato la casa dello
studente, due anni prima, abitavo in periferia in una zona di Milano
ben servita dalla metro. Avevo trovato una mansarda piccola ma
accogliente in una palazzina di tre piani che si affacciava in un
piccolo parco. Anche per questo dovevo ringraziare l'avvocato. Mi
aveva consigliato lui di lasciare la casa dello studente, diceva che
era una cosa per ragazzini e io ero cresciuto ormai. Mi aveva fornito
un elenco con i nomi di alcuni amici che affittavano appartamenti. Mi
disse di andare a suo nome, mi avrebbero trattato bene. </span></span>
</div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">In
effetti così era stato. La mansardina mi piacque subito.
L'arredamento era essenziale ma funzionale. C'era tutto quello che
poteva servirmi. L'ambiente era caldo e accogliente e io avevo
aggiunto all'arredamento quei segni distintivi della mia persona che
mi portavo appresso sin da piccolo, i miei libri, alcune foto della
famiglia e una vecchia maschera in legno tipica della cultura sarda,
un mamuthone. </span></span>
</div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Nella
stanza grande, con il letto in ferro da una piazza e mezza che
occupava la parete interna si trovava anche una bella libreria e un
piccolo scrittoio che usavo spesso per studiare e tra i due vi era un
camino, che a Milano non era certo la norma, in cui spesso accendevo
il fuoco. Un cucinino, il bagno e un ripostiglio a muro completavano
il mio piccolo mondo di trenta metri quadri. Per ora andava più che
bene. Il camino era stato decisivo. Non appena lo vidi presi la
decisione, senza neanche visitare altri appartamenti.</span></span></div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Quella
sera accesi il fuoco e mi preparai due salsicce alla brace per cena.
Le fiamme rosse della legna avevano su di me uno strano potere
rilassante. Aprii la finestra che dava sul parco, aveva smesso di
piovere da poco e l'odore dell'erba bagnata era molto forte.</span></span></div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Mi
sdraiai a letto e finalmente presi l'agenda dal mio zaino.</span></span></div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">La
girai alcune volte tra le mani quasi volessi assicurarmi che fosse
reale poi slegai il cordoncino che la teneva chiusa. Era un'agenda
artigianale, con la copertina in pelle rossa lavorata a rilievo.
Vi era impresso il disegno di un uccello che assomigliava ad un
pavone o ad un qualche altro uccello esotico dalle piume lunghe e
vaporose, forse una leggendaria fenice. Aprii l'agenda e mi tuffai
nella lettura. </span></span>
</div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Nella
prima pagina vi era nome, cognome e numero di telefono del
proprietario, ora non avevo più dubbi, l'agenda era appartenuta al
mio ex professore. </span></span>
</div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Senza
un particolare motivo la aprii verso le ultime pagine e cercai
l'ultima pagina scritta. In alto a destra vi era la data del 15
marzo, quattro giorni prima dell'incidente aereo in cui era morto. Al
centro della pagina solo poche parole scritte velocemente. </span></span>
</div>
<br />
<div class="western">
“<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Alessandro,
se dovesse accadermi qualcosa leggi queste ultime pagine e capirai.
Decidi tu che fare. Ho fiducia in te. In bocca al lupo!”</span></span></div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Non
sapevo più cosa pensare. Quella notte non andai a dormire. </span></span></div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">La
luce della camera restò accesa fino a tardi e mentre le fiamme del
camino spandevano le loro ombre soffuse sulle pareti io leggevo
quelle pagine piene zeppe di appunti, disegni e note.</span></span></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<strong>Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO</strong></div>
Alerugolohttp://www.blogger.com/profile/17674981461758629284noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7436181001781787450.post-68182222303015711462014-03-31T00:57:00.000-07:002014-03-31T00:57:02.780-07:00I custodi della Storia (Cap. IV) - Terra!
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" lang="zxx" style="font-style: normal;">
<span style="font-size: small;"> Era stata una giornata pesante. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" lang="zxx" style="font-style: normal;">
<span style="font-size: small;">Dopo lo sbarco era immediatamente iniziato un lavoro
febbrile tra la nave e il campo a terra. Tutti si muovevano su e giù
dalla nave scaricando barili, attrezzatura e materiale da
costruzione, cordame, vele, reti da pesca, strumenti di misura e da
disegno. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" lang="zxx" style="font-style: normal;">
<span style="font-size: small;">I carpentieri si misero subito all'opera per ispezionare
la nave e riparare i danni della lunga navigazione. Altri iniziarono
a riparare le vele e controllare il cordame del vascello. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" lang="zxx" style="font-style: normal;">
<span style="font-size: small;">Ma il grosso del lavoro era a terra. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" lang="zxx" style="font-style: normal;">
<span style="font-size: small;">Era necessario preparare un campo prima di dare inizio
alla esplorazione della nuova terra, bisognava raccogliere tutte le
informazioni possibili sulle caratteristiche del territorio, sulle
risorse disponibili e sulla presenza di indigeni. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" lang="zxx" style="font-style: normal;">
<span style="font-size: small;">Il campo era situato ad alcune centinaia di metri dalla
linea di costa in cui eravamo sbarcati. Il luogo era ben protetto dai
venti e si trovava a circa dieci metri sul livello del mare, al
sicuro dall'alta marea e allo stesso tempo sufficientemente lontano
dalla foresta che si estendeva a perdita d'occhio lungo tutta la
costa. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" lang="zxx" style="font-style: normal;">
<span style="font-size: small;">La prima notte qualcuno aveva notato dei fuochi sulla
cima della collina, a qualche miglio di distanza dal campo e la voce
si era diffusa velocemente tra gli uomini, forse non era niente ma
era meglio assicurarsene. Occorreva verificare che sull'isola non si
trovassero indigeni ostili prima di potersi dedicare alla raccolta
delle provviste che avrebbero consentito di proseguire
l'esplorazione della nuova terra. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" lang="zxx" style="font-style: normal;">
<span style="font-size: small;">Inoltre occorreva risolvere immediatamente il problema
dell'acqua, le riserve custodite a bordo erano quasi finite. Era
necessario trovare una sorgente al più presto.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" lang="zxx" style="font-style: normal;">
<span style="font-size: small;">Il Capitano Vivaldi organizzò accuratamente
l'esplorazione dell'isola dividendo il personale in tre gruppi. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" lang="zxx" style="font-style: normal;">
<span style="font-size: small;">Il primo e più numeroso sarebbe restato al campo base
con l'incarico di costruire una palizzata difensiva contro la visita
di animali o di ospiti non desiderati e di provvedere alla ricerca
dell'acqua e alla raccolta di provviste. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" lang="zxx" style="font-style: normal;">
<span style="font-size: small;">Il materiale da costruzione non mancava di certo e i
carpentieri erano degli esperti nel tagliare e lavorare il legno. Nel
giro di mezza giornata con l'aiuto di una squadra di mozzi avevano
tagliato gli alberi necessari a costruire il recinto e le capanne per
gli uomini. La sera il recinto era quasi terminato e un riparo
provvisorio fu innalzato per la notte. A poca distanza dal campo fu
trovato un ruscello dall'acqua era fresca e pulita.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" lang="zxx" style="font-style: normal;">
<span style="font-size: small;">Gli altri due gruppi esplorarono la costa fino ad una
distanza di tre ore dal campo e rientrarono al campo prima prima che
tramontasse il sole senza aver trovato tracce di vita umana. In
compenso avevano catturato diversi esemplari di una razza tipica di
maiali del luogo. Dopo mesi di navigazione un po' di carne avrebbe
fatto bene al loro fisico debilitato.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" lang="zxx" style="font-style: normal;">
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" lang="zxx" style="font-style: normal;">
<span style="font-size: small;">Le esplorazioni sarebbero proseguite nei giorni seguenti
ma non diedero alcun risultato di rilievo. Nessuna traccia di
villaggi indigeni o della presenza dell'uomo. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" lang="zxx" style="font-style: normal;">
<span style="font-size: small;">Il terzo giorno una squadra raggiunse la collina sulla
quale la sera dell'arrivo erano state viste delle luci ma questa
volta le cose erano diverse. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" lang="zxx" style="font-style: normal;">
<span style="font-size: small;">Di fronte alla squadra di esploratori si ergeva una
antica costruzione in pietra. Segno indiscutibile della presenza
uma<span>na.</span></span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" lang="zxx" style="font-style: normal;">
<span style="font-size: small;"><span>Era una specie di
piramide in pietra abbandonata da secoli.</span></span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" lang="zxx" style="font-style: normal; margin-bottom: 0.5cm;">
<span style="font-size: small;">Frate Nicola in quei primi giorni si era dedicato a
prendere appunti e a disegnare mappe. Aveva tenuto traccia nel suo
diario degli avvenimenti principali durante la navigazione e della
posizione delle stelle per cercare di calcolare la rotta tenuta e la
distanza percorsa. Le sue osservazioni sarebbero state utili al suo
rientro ed erano quanto di più prezioso possedesse. Quando la
squadra tornò con la notizia del ritrovamento di una strana
costruzione a forma di piramide fra' Nicola decise che il giorno dopo
sarebbe andato anche lui sul posto per raccogliere informazioni.
Forse i suoi studi questa volta potevano risultare utili. Durante gli
ultimi anni aveva passato molto tempo a lavorare per arricchire la
biblioteca dell'Ordine e sempre sotto la guida di Giovanni aveva
letto molti libri di storia. Classici latini e greci. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" lang="zxx" style="font-style: normal; margin-bottom: 0.5cm;">
<span style="font-size: small;">La mattina dopo il drappello partì dal campo di buon
ora. Frà Nicola seguiva il nostromo che aveva il compito di guidare
la spedizione. Durante il viaggio che durò appena quattro ore e non
presentò alcuna difficoltà si fermò diverse volte ad osservare la
flora e la fauna e a prendere appunti. Vi erano piante simili a
quelle europee ma quasi sempre erano di dimensioni differenti, molto
più grandi e rigogliose. Fratello Giovanni sarebbe stato molto utile
in quel momento. Lui aveva avuto una grande conoscenza dei frutti
della terra. Raccolse alcune piante che potevano essere utili per le
loro capacità curative e altre che invece destavano il suo interesse
per le forme particolari e i colori sgargianti. Arrivati alla
piramide il nostromo Vadino Doria diede disposizioni per preparare un
campo temporaneo. Avrebbero passato alcune notti nei pressi della
piramide per esplorare la zona con calma ma occorreva come al solito
premunirsi dagli animali e da eventuali visite inaspettate. Il lavoro
iniziò subito e tutti si diedero da fare. Fu approntato un rifugio
temporaneo utilizzando i resti in pietra di quella che sembrava una
capanna abbandonata da tempo e che avrebbe dato riparo ai dieci
uomini del gruppo. Acceso il fuoco, i marinai si sedettero a mangiare
del pesce salato e dei tuberi allungati che crescevano in parte sotto
terra e che dopo cotti avevano un buon sapore anche se un po
dolciastro. C'era acqua in abbondanza e se non fosse stato per la
distanza dal mare che avrebbe impedito di sorvegliare la nave,
sarebbe stato un ottimo posto per il campo permanente. Nel frattempo
frate Nicola e Vadino e due mozzi armati di grossi coltelli
cominciarono ad esplorare i dintorni della piramide. Era una
struttura antica, abbandonata forse da secoli. In mezzo alle grosse
pietre erano cresciute delle piante alte anche venti metri e che, a
giudicare dalla dimensione del tronco dovevano avere almeno cento
anni. La piramide era costruita a scaloni. Il primo era alto almeno
due metri e le rocce utilizzate erano enormi. I quattro uomini si
arrampicarono sul primo livello e fecero tutto il giro della piramide
a forma perfettamente quadrata. Ogni lato doveva essere lungo circa
cento metri. La piramide presentava una grossa apertura solo su un
lato che dava verso est. Purtroppo l'ingresso era crollato da tempo
ed era impossibile rimuovere le rocce che ne ostruivano il passaggio.
Nel mezzo di ogni lato si trovavano delle scalinate che da terra
portavano fino alla cima. Dal basso non le avevano notate a causa
della vegetazione ma ora era facile individuarle. Decisero di salire
in cima alla piramide per vedere se era possibile accedere alla
struttura. La piramide era alta circa cinquanta metri ed era composta
da diversi livelli, sembravano cinque grosse piattaforme impilate
l'una sull'altra e in cima, al centro dell'ultima piattaforma, vi era
una grossa roccia piatta scolpita, una specie di altare, pensò
subito frate Nicola. Purtroppo da lassù non era possibile entrare
all'interno della costruzione. Avrebbero dovuto esplorare tutte le
pareti con calma per cercare un qualche accesso secondario. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" lang="zxx" style="font-style: normal; margin-bottom: 0.5cm;">
<span style="font-size: small;">Il tramonto si avvicinava quando uno dei mozzi lanciò
un urlo per richiamare l'attenzione del nostromo. Aveva trovato
qualcosa. Una specie di stretto cunicolo si apriva a metà della
parete ovest e sembrava penetrare all'interno della piramide per
alcuni metri prima che il buio impedisse di vedere oltre. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" lang="zxx" style="font-style: normal; margin-bottom: 0.5cm;">
<span style="font-size: small;">- Solo un ragazzo o un uomo molto magro potrebbe pensare
di entrare ad aesplorare quel cunicolo e di riuscire a uscirne vivo.
Disse il nostromo rivolgendosi a frate Nicola sconsolato.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" lang="zxx" style="font-style: normal; margin-bottom: 0.5cm;">
<span style="font-size: small;">- Pensavo che forse uno dei giovani carpentieri forse
potrebbe farcela. Mi sembra si chiami Andrea, ma è restato al campo
base. Potremmo mandarlo a chiamare e se tutto va bene domani in tarda
mattinata potremmo averlo qui da noi. Cosa ne pensate Vadino? Rispose
frate Nicola, senza troppa convinzione.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" lang="zxx" style="font-style: normal; margin-bottom: 0.5cm;">
<span style="font-size: small;">- Vale la pena di provare. Chiamati due dei suoi uomini
gli diede disposizioni affinchè rientrassero al campo e riferissero
al Capitano le scoperte e le loro esigenze. Sarebbero dovuti tornare
la mattina dopo con il carpentiere che si chiamava Andrea.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" lang="zxx" style="font-style: normal; margin-bottom: 0.5cm;">
<span style="font-size: small;">I due uomini partirono subito. Andando di buon passo con
un po' di fortuna sarebbero arrivati al tramonto.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" lang="zxx" style="font-style: normal; margin-bottom: 0.5cm;">
<span style="font-size: small;">Non sarebbe stato semplice entrare nella piramide e la
luce cominciava a calare. Avrebbero ripreso l'esplorazione il giorno
dopo con calma, sperando di trovare qualche altro passaggio più
praticabile. Intanto gli altri uomini avevano terminato di appontare
il riparo e avevano preso alcuni esemplari di grossi animali che
assomigliavano a grossi conigli selvatici e che avrebbero fatto da
cena per quella sera. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" lang="zxx" style="font-style: normal; margin-bottom: 0.5cm;">
<span style="font-size: small;">Mangiarono con gusto e poi andarono tutti a dormire.
Dell'erba gettata in terra avrebbe fatto da giaciglio e una vecchia
coperta di lana li avrebbe protetti dal freddo della notte. Il fuoco
ardeva al centro della capanna e alcuni rami freschi sarebbero
serviti a chiudere l'ingresso di quell'improvvisato rifugio. La
stanchezza era tanta e tutti si addormentarono pesantemente. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" lang="zxx" style="font-style: normal; margin-bottom: 0.5cm;">
<span style="font-size: small;">Frate Nicola e il nostromo si sedettero vicino al fuoco
e passarono una mezz'ora a chiacchierare del loro viaggio. Vadino
Doria era poco più grande di frate Nicola. Doveva avere trentacinque
o trentasei anni. Apparteneva ad una importante e famosa famiglia
genovese che vantava molti avi nella marina e nel commercio. Da
piccolo aveva sempre avuto come esempio da seguire uno zio materno
che era un Capitano della marina genovese. Sin da piccolo aveva
viaggiato con lo zio attraversando il mediterraneo in lungo e in
largo. Nonostante la sua giovane età conosceva i venti e le stelle
meglio della propria città e se qualcuno poteva guidarli attraverso
l'oceano quello era proprio lui. E così era stato! Ora dava
dimostrazione di essere anche un buon comandante, tranquillo ma
deciso e autorevole, gli uomini lo rispettavano anche più del
Capitano. Il Capitano era temuto, Vadino invece era amato e
rispettato. Si erano appena sdraiati ai piedi del fuoco quando
sentirono un fruscio subito fuori dall'accampamento li fece alzare di
colpo. Vadino afferrò la sua sciabola e frate Nicola raccolse un
grosso bastone da terra. Era meglio controllare che non si trattasse
di qualche animale pericoloso. Svegliarono gli uomini
dell'accampamento e armati di torce uscirono a controllare. Mentre
rimuovevano i rami che chiudevano l'ingresso un ruggito li mise in
allarme. Doveva essere un leone o un animale simile. Il buio non
permetteva di vedere che a pochi passi e non era il caso di
allontanarsi dal campo. Accesero altri fuochi nei dintorni e
tornarono dentro l'accampamento, rinforzando il tetto e l'ingresso
con alcuni tronchi raccolti la davanti.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" lang="zxx" style="font-style: normal; margin-bottom: 0.5cm;">
<span style="font-size: small;">- Sarà meglio se qualcuno resta di guardia questa notte
– disse Vadino rivolgendosi ai suoi uomini – turni da due ore. Il
primo turno è il tuo Giovanni. Disse Vadino ad uno dei suoi che
sembrava più riposato.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" lang="zxx" style="font-style: normal; margin-bottom: 0.5cm;">
<span style="font-size: small;">- Io gli faccio compagnia – disse frate Nicola –
tanto non ho più sonno.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" lang="zxx" style="font-style: normal; margin-bottom: 0.5cm;">
<span style="font-size: small;">Stabiliti i turni di guardia gli altri tornarono a
dormire. La notte era ancora lunga e il giorno dopo avrebbero dovuto
proseguire la loro esplorazione e dovevano riposare, per quanto
possibile.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western" lang="zxx" style="font-style: normal; margin-bottom: 0.5cm;">
<span style="font-size: small;">La notte proseguì senza altri problemi. Il grosso
animale si era fatto sentire qualche altra volta ma sempre più in
lontananza. Evidentemente il fuoco ed i rumori lo avevano spaventato.
Il resto della notte passò tranquilla e gli uomini poterono
finalmente riposare. </span>
</div>
<div style="text-align: center;">
<strong>Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO</strong></div>
Alerugolohttp://www.blogger.com/profile/17674981461758629284noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7436181001781787450.post-85699113286001954662014-03-23T01:59:00.002-07:002014-03-23T01:59:35.697-07:00I custodi della storia (Cap. III) - Un'occasione mancata<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">In quei primi anni di studio mi ero appassionato sempre più alla storia antica. Avevo seguito il corso che più mi si attagliava, l'archeologia e la storia degli antichi popoli mediorientali era il nucleo centrale del mio corso di studi ma mi ero interessato anche delle culture primitive centroamericane senza perdere occasione di approfondire la storia della mia isola nei ritagli di tempo sfruttando le enormi risorse della biblioteca. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">La biblioteca era quasi la mia seconda casa, almeno per numero di ore passate al suo interno. Era enorme, custodiva decine di migliaia di libri la cui consultazione era abbastanza semplice per gli studenti. Divenni quasi subito buon amico dei bibliotecari e spesso mi lasciavo guidare da loro nella scelta dei libri su cui approfondire i miei studi. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Uno di loro si chiamava Andrea, aveva una decina d'anni più di me e lavorava li da quando si era laureato. Alto, biondo, colorito pallido, sembrava provenire dal nord Europa, invece era siciliano, di un paese in provincia di Enna che si chiama Nicosia. Era nato per fare il bibliotecario, diceva sempre, e lo faceva con passione. Fu proprio Andrea ad introdurmi nel mondo della biblioteca. Mi spiegò i vari metodi di classificazione dei libri, come trovare velocemente ciò che mi serviva consultando gli indici per titolo ed autore, mi illustrò la disposizione dei libri sugli scaffali. Tutte cose di comune utilità per un bibliotecario, ma non solo. Andrea era innamorato dei libri, erano tutta la sua vita, sin da bambino per cui mi raccontava la storia dei libri a stampa o i metodi di rilegazione come ai bimbi si raccontano le fiabe. Le sue conoscenze erano veramente enormi e quando si aveva bisogno di sapere qualcosa su una particolare edizione di un certo libro bastava chiedere a lui e raramente la richiesta non veniva soddisfatta! Fu lui che mi suggerì di studiare i testi antichi possibilmente nella lingua in cui erano stati scritti in origine. Diceva infatti che ogni traduzione mascherava il testo originale non solo con una lingua diversa ma anche con la cultura di chi lo traduceva e del periodo in cui ciò veniva fatto.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Così, per migliorare le mie conoscenze linguistiche frequentai dei corsi paralleli di lingua greca antica e di ebraico senza trascurare le lingue moderne, inglese e francese, che mi sarebbero state utili per seguire i colleghi studiosi degli altri paesi. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Mi laureai con una tesi sulla storia antica dei Caldei e mi iscrissi immediatamente al Dottorato di ricerca. Il mio professore, Claudio, divenne il mio mentore e quasi il fratello maggiore che non avevo mai avuto. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Claudio era basso di statura, leggermente sovrappeso e con i capelli grigi. Indossava sempre un paio di occhiali a fondo di bottiglia che lo facevano assomigliare ad un vecchio topo di biblioteca. Sotto il braccio destro portava sempre un vecchio tomo dalla copertina rossa, solo più tardi scoprii trattarsi della sua agenda personale di cui era estremamente geloso e su cui prendeva appunti sulle novità e scoperte della storia che più lo incuriosivano. La sua vita sociale era inesistente, a meno che non si voglia considerare tale la sua frequentazione della biblioteca dell'istituto. Non era sposato e raramente si allontanava per andare a trovare l'anziano padre che viveva solo a Pavia. Passammo assieme un fine settimana a Pavia, durante il quale approfittai per visitare la Certosa. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Claudio era un grande studioso, intelligente, paziente, con l'animo del ricercatore e una enorme passione per l'insegnamento, cosa non comune neanche tra gli insegnanti migliori. Anche da professore infatti non si tirava mai indietro e conduceva le sue ricerche in prima persona facendosi sempre promotore di nuove iniziative culturali. Era difficile non innamorarsi della storia antica con un professore come lui e infatti il suo corso era sempre il più seguito. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Solitamente il sabato pomeriggio ci si incontrava nella biblioteca e scelto un volume antico tra le migliaia di titoli disponibili, i partecipanti si alternavano nella sua lettura ad alta voce e poi si di<span>scuteva ciò che si era letto. Poteva sembrare una attività da scuola superiore ma così non era, in questo modo noi studenti</span><span>approfondivamo la conoscenza delle lingue antiche e degli autori classici </span><span>e allo stesso tempo imparavamo a conoscerci meglio</span><span>.</span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span>La vita da dottorando proseguiva tranquilla tra studi, lezioni e lavoro da portinaio. Non mi potevo certo lamentare anche se quando avevo lasciato la mia terra aspiravo a qualcosa di più.</span><span></span></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Poi, un giorno, Claudio mi chiamò per telefono annunciandomi di aver fatto una scoperta che avrebbe cambiato non solo la sua vita ma –disse – il mondo intero. Disse che avrebbe avuto bisogno di qualcuno che gli desse una mano perché ci sarebbe stato molto lavoro da fare e voleva che quello fossi io, mi chiese di diventare suo assistente. Io non riuscivo a crederci, ma accettai immediatamente. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">-Certo Claudio, sai che puoi contare su di me. Ma cosa dovrò fare? Di cosa mi dovrò occupare?</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">-Alessandro, ne parliamo al mio rientro a Milano. Ora ho fretta e non posso stare al telefono. Puoi venire a prendermi all'aeroporto?</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">-Certamente, a domani sera Professore. Mi capitava spesso di chiamarlo ancora professore nonostante ci conoscessimo da diversi anni e fossimo ora buoni amici.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Mi avrebbe raccontato tutto al suo rientro a Milano, sarei dovuto andare a prenderlo il giorno dopo, a Malpensa alle 22.00, scalo internazionale. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Claudio negli ultimi due anni si era assentato diverse volte per lavoro, stava svolgendo alcune ricerche nel sud America ma non mi aveva mai parlato di questi suoi studi. Quando facevo qualche domanda rispondeva sempre evasivamente e dopo un po' avevo pensato che fosse meglio non fare domande sull'argomento. Ma ora cambiava tutto. Se aveva bisogno di un assistente avrebbe dovuto spiegarmi di cosa si stava occupando e del perché di tanta segretezza.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Passai la serata in compagnia di alcuni amici nel pub irlandese che si trovava vicino a casa cercando di non pensare troppo al futuro. Diventare assistente di Claudio mi inorgogliva ma allo stesso tempo significava che avrei dovuto lasciare il mio lavoro da portiere. La cosa mi dispiaceva in fondo. Il lavoro non era pesante, mi piaceva e mi piacevano soprattutto i condomini. Col tempo avevo imparato a conoscerli bene. Oltre l'avvocato vi erano altre undici famiglie che mi avevano quasi adottato. Mi sentivo un po' in colpa, ma non potevo rinunciare all'opportunità di diventare assistente di Claudio. Magari avrei potuto cercare un ragazzo del primo anno che avesse bisogno di lavorare e presentarlo all'avvocato. Poi sarebbe stato lui a decidere.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Quella notte andai a letto tardi, non riuscivo a prendere sonno e così passai alcune ore leggendo un libro.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Il giorno dopo come al solito andai all'università. Il tempo sembrava non passare mai.</span></span></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Quella sera come al solito pioveva. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Si trattava di una pioggerellina sottile e fastidiosa e il vento pungente proveniente dalle Alpi si sentiva nelle ossa, la nebbia fitta inoltre rendeva le strade della periferia milanese molto pericolose. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Decisi di uscire di casa con largo anticipo e arrivai all'aeroporto mezz'ora prima del previsto atterraggio. Fortunatamente trovai parcheggio proprio di fronte agli arrivi internazionali così evitai di bagnarmi troppo. Trovai un posto libero nella grande sala antistante gli arrivi e nell'attesa lessi qualche pagina della biografia di Isaac Newton. Un bel libro, ma la mente non faceva altro che pensare alle parole del professore e poi il freddo della sera non mi lasciava un attimo. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Lasciai perdere la lettura e cominciai a guardarmi attorno alla ricerca di un bar. Mi alzai e decisi di attendere l'arrivo del volo gustando una tazza di cioccolata calda e cercando di trovare le risposte alle tante domande che mi passavano per la mente. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Ero curioso di sapere a cosa andavo incontro. Per telefono il professore era stato evasivo, ma dalla sua voce intuivo che doveva trattarsi di qualcosa di straordinario. Non l'avevo mai sentito così entusiasta come la sera prima, al telefono. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Avevamo parlato tante volte di misteri della storia che affascinavano entrambi che vi era solo l'imbarazzo della scelta. Ancora pochi minuti e avrei saputo di che si trattava.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Un allarme fastidioso mi richiamò alla realtà. </span></span></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Non vi era stato alcun annuncio ancora ma diversi passeggeri si erano diretti verso le vetrate che davano su una delle piste e parevano visibilmente agitati. Mi resi conto che sotto il brusio generale si sentivano in lontananza le sirene dei vigili del fuoco. Doveva essere accaduto qualcosa.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Qualche istante dopo una folla di gente si affacciava alle vetrate che davano sulla pista. Un bagliore rosso fuoco la illuminava a giorno e le esplosioni si succedevano spaventose. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Un 747 in fase di atterraggio con i suoi centosettanta passeggeri era andato a impattare sulla pista esplodendo all'istante. Nessun sopravvissuto!</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Il mio Professore, l'amico Claudio, avrebbe portato il suo segreto con se, nella tomba, per sempre.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<strong>Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO</strong></div>
Alerugolohttp://www.blogger.com/profile/17674981461758629284noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7436181001781787450.post-75017413825873041702014-03-17T00:52:00.002-07:002014-03-31T01:01:23.292-07:00I custodi della storia (Capitolo II) - Il viaggioAnno del signore 1290, 2 gennaio.<br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Era una fredda giornata d'inverno quando Nicola e Lazzaro lasciarono Assisi alla volta di Genova dove li attendeva una nave per la Sardegna. Da li sarebbero partiti poco dopo alla ricerca di una terra lontana e sconosciuta, nel lontano ovest, sanza sapere se sarebbero mai tornati a casa. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Nicola, il più anziano, aveva compiuto da poco quarant'anni anche se non li dimostrava. Portava i capelli tagliati corti e una folta barba nera incorniciava la sua faccia squadrata e dalla pelle abbronzata. Il naso aquilino gli dava un'aria nobile e forte. Era nato ad Assisi quarto figlio di una famiglia di ricchi commercianti ma era entrato in convento già all'età di dodici anni dove aveva preso gli ordini minori. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Lazzaro ne aveva dieci in meno di anni, anche lui era nato ad Assisi ma apparteneva ad una famiglia povera. Era alto poco più di Nicola ma di corporatura più esile. Di carattere calmo ma fermo nelle decisioni, si era subito trovato bene con Nicola che considerava un po' come un fratello maggiore. Il padre era stato soldato di ventura ed era morto in una scaramuccia con alcuni commilitoni. I frati lo avevano accolto con amore dopo la morte della madre quando aveva appena compiuto otto anni. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Entrambi vestivano il saio scuro dei francescani, portavano ai piedi dei vecchi sandali aperti e intorno al collo il Tau, la croce di Francesco, il fondatore del loro Ordine. Nella povera bisaccia di cuoio custodivano i loro tesori, alcuni testi di preghiere, un antico diario di viaggio, alcune mappe e l'occorrente per scrivere e disegnare. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Avevano discusso a lungo del viaggio col loro fratello Giovanni. Era stato Giovanni a raccontargli della mappa e della possibilità di raggiungere il lontano Oriente viaggiando verso Occidente. Giovanni era stato il loro insegnante di Latino e greco antico e le sue conoscenze dei classici erano enormi. Spesso, durante il lavoro, gli raccontava le storie che aveva letto tanti anni prima con una tale disinvoltura che il tempo passava senza che neppure se ne accorgessero. Nicola e Lazzaro ci avevano pensato tante volte a quel fantastico viaggio verso oriente e ora ora che lui era morto non avevano più nessuno che li trattenesse. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Guidati dalla fede nel loro Signore e dalla Regola che li avrebbe aiutati a sopportare un così lungo viaggio partirono sicuri di riuscire dove altri avevano fallito. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Sapevano bene a cosa andavano incontro, o forse era l'esatto contrario a spingerli, l'incoscienza, ma erano pronti a mettere a rischio le loro vite per conquistare nuove terre alla fede. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Il loro successo sarebbe stato il successo di fratello Giovanni. Dio li avrebbe guidati e soccorsi.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Non erano soli nell'impresa. Con loro viaggiavano i giovani rampolli di alcune famiglie liguri, Ugolino Vivaldi e Vadino, Guido e Teodisio della famiglia Doria. Quattro giovani avventurieri che avevano fondato una società con l'intento di raggiungere le Indie e tentare così la fortuna. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Per il viaggio allestirono due navi, la Sant'Antonio e l'Allegranza, dando fondo ai risparmi accumulati dalle loro famiglie e con la loro ciurma costituita da marinai, pirati redenti e semplici mozzi, partirono alla ricerca di fortuna, alla volta di una terra misteriosa e ricchissima di cui avevano sentito parlare nelle antiche storie che si tramandavano in famiglia. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Il viaggio sarebbe stato lungo e difficile ma così è la vita. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Solo sei persone sapevano approssimativamente cosa li attendeva. Ne avevano discusso a lungo coi tre frati prima di farsi convincere ad investire tutte le loro fortune in una impresa che poteva significare la fortuna di tutti come la morte. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Durante la preparazione del viaggio avevano pianificato tutto per stare in mare tre mesi di seguito prima di fare scalo. I genovesi avevano conosciuto i tre frati durante un viaggio di lavoro ad Assisi. Avevano cenato nella stessa osteria e bevuto vino rosso alla stessa tavola fino a che non avevano sentito parlare fratello Giovanni che raccontava di una sua lettura in cui era descritto un viaggio in una terra lontanissima e immensa ad ovest della Spagna, oltre l'Oceano. Giovanni assicurava che nel libro che aveva letto alcuni anni prima vi era una mappa e lui era certo di averla vista. Gliela avrebbe mostrata alla prima occasione dato che il libro sicuramente si trovava ancora nella biblioteca della famiglia del fondatore dell'Ordine. I genovesi avendo sentito Giovanni parlare di questa terra lontana, avevano loro offerto da bere e cominciarono a far domande. Giovanni era sempre felice di avere attorno giovani vogliosi di ascoltarlo raccontare le storie da lui lette e non aveva lesinato in particolari. Raccontò di una terra straniera, il cui ricordo era perduto nel tempo, una terra immensa che si estendeva da un estremo all'altro del mondo e che millenni prima era stata raggiunta dai viaggiatori che partirono dalle coste del mediterraneo. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Così avevano stretto amicizia ed era nata l'idea del viaggio. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Ci volle del tempo prima che la mappa fosse ritrovata e che i preparativi per il viaggio fossero completati. Una brutta polmonite si portò via fratello Giovanni che non poté assistere alla partenza dei suoi giovani confratelli. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Nicola e Lazzaro partirono da Genova in una giornata di primavera, costeggiando la Corsica, diretti verso Castelgenovese, castello e porto del nord Sardegna appartenente alla famiglia Doria. Da lì, dopo aver fatto rifornimento di viveri e acqua, sarebbero ripartiti dieci giorni dopo alla volta delle colonne d'Ercole. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Il tempo era buono e non ci sarebbero state più soste, fino all'arrivo in Africa sulla costa Atlantica, dove avrebbero fatto scalo all'altezza del fiume Geba. Il viaggio durò trentadue giorni durante i quali i marinai oltre al loro lavoro alle vele passavano il tempo a pescare per integrare il cibo della cambusa con del pesce fresco. Un giorno un forte temporale rischiò di mandare a picco l'Allegranza ma proprio quando la situazione si era fatta più critica il temporale cessò e il tempo cambiò con insolita velocità. I due frati furono visti pregare in ginocchio per la salvezza delle anime con le braccia rivolte al cielo, incuranti della pioggia e dei fulmini, e questo era stato sufficiente per indurre i marinai a credere che lo scampato pericolo fosse opera della loro intercessione verso dio. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Erano le dieci del mattino quando il nostromo avvisò il capitano che erano arrivati a Geba. Un fiume di acqua dolce e fango si inoltrava per miglia e miglia prima di disperdersi nell'acqua azzurra dell'oceano, segnalando ai marinai esperti la sua inconfondibile presenza. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Gettarono le ancore a circa mezzo miglio dalla riva fangosa poco oltre la foce del fiume. Un gruppo di selvaggi aveva acceso un fuoco per segnalare un approdo sicuro e l'intenzione di scambiare le proprie merci, principalmente frutta e acqua, con i marinai. Era una pratica comune lungo le coste dell'Africa. Spesso i marinai lasciavano le loro mercanzie sulla riva dove in precedenza gli abitanti della zona avevano lasciato le loro merci e lo scambio avveniva sulla fiducia. Altre volte era possibile scendere a terra e trattare con i commercianti del luogo.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">La sosta fu breve e tranquilla. I marinai sbarcarono per fare rifornimento nel vicino villaggio. Comprarono cibo fresco per altri tre mesi di viaggio in alto mare e cinque giorni dopo già si ripartiva. La sera prima di partire tre marinai scesero a terra mezzi ubriachi e allontanatisi nella giungla all'inseguimento di una specie di maiale selvatico non tornarono più indietro. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">La mattina dopo, all'alba, il convoglio prese il largo con tre marinai in meno, diretto senza alcun tentennamento ad ovest. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">La costa si allontanava velocemente. Le due imbarcazioni avanzavano velocemente nell'oceano spinte da un vento forte e regolare. I primi giorni di viaggio il tempo si mantenne buono anche se il vento aumentava costantemente la sua forza. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Il quarto giorno di navigazione, poco prima di mezzogiorno, il cielo cominciò a farsi scuro e all'orizzonte si profilava un grosso temporale. Le onde cominciarono a crescere di altezza fino a raggiungere i dieci metri di altezza. I galeoni, grandi e sicuri fino a quel momento, sembravano diventati dei gusci di noce in balia del mare. Incapaci di qualsiasi manovra i marinai della Sant'Antonio ammainarono le vele sperando che questo li aiutasse a resistere al vento e alla forza delle gigantesche onde. L'Allegranza invece volse la prua verso est per aggirare il temporale con l'unico risultato di venire trascinata lontano dalla Sant'Antonio. Dopo pochi minuti le due navi si persero di vista. Per tre giorni e tre notti gli uomini dell'Allegranza restarono in balia della burrasca cercando di lottare per sottrarre la nave alla furia del mare e dei venti. Il temporale infuriava tutto intorno a loro e la nave cigolava sinistramente sotto i possenti colpi delle onde, diffondendo sinistri presagi tra gli uomini spossati e scoraggiati. Il quarto giorno il vento era calato leggermente e le nuvole si erano aperte ad ovest lasciando intravvedere un lembo di cielo azzurro in lontananza. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">La Sant'Antonio era stata più fortunata. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Il temporale non li aveva risucchiati al suo interno ma li aveva sospinti indietro, verso le coste dell'Africa lasciate qualche giorno prima. Sfortunatamente il galeone aveva subito danni all'albero maestro e non era più in condizione di percorrere un lungo viaggio. I marinai erano troppo sfiduciati per proseguire e due giorni dopo approdarono a poca distanza dal fiume Geba dove cominciarono immediatamente i lavori di riparazione, sperando di rivedere di li a poco i compagni della Allegranza. Le cose sarebbero andate diversamente, ma nessuno poteva saperlo.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Il mare aveva deciso diversamente. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Sarebbero passati quarantasei giorni prima che l'Allegranza e il suo equipaggio potesse vedere in lontananza una scura linea di costa e i due gruppi non si sarebbero mai più rivisti. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">A bordo dell'Allegranza il Capitano Ugolino Vivaldi e il nostromo Vadino Doria, accompagnati da frate Nicola proseguirono il viaggio verso ovest. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Prima di lasciare le coste dell'Africa Nicola e Lorenzo si erano salutati augurandosi di potersi riabbracciare presto. Ognuno di loro portava con se una copia della mappa. Il viaggio era stato lungo e faticoso ma niente in confronto a ciò che li aspettava. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Dopo il temporale che li aveva separati dalla Sant'Antonio il viaggio proseguì per venti giorni senza particolari problemi. Il ventunesimo giorno dalla fine del temporale alcuni giovani marinai poco abituati alle privazioni avevano cercato di convincere gli altri a tornare indietro. Il Capitano Vivaldi li aveva sentiti confabulare tra loro e lamentarsi con il resto della ciurma. Li aveva affrontati di petto, minacciandoli di buttarli a mare se non avessero smesso immediatamente. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Uno dei tre estratto il coltello e aveva provato a saltargli addosso ma era stato troppo lento, il Capitano l'aveva passato a fil di spada sul ponte della nave per poi buttarlo ai pesci, ancora vivo. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">-Volete seguire il vostro amico?</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Disse torvo ai due mozzi che lo guardavano con il terrore negli occhi.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">-Liberi di scegliere. O proseguite con me o potete buttarvi in acqua. Potrete proseguire a nuoto verso la costa se ne avete la forza, oppure più probabilmente, finirete nella pancia di qualche grosso pescecane come quelli che potete vedere banchettare la sotto. La spuma dell'acqua, bianca fino a qualche istante prima, era diventata rossa del sangue del loro compagno le cui parti si contendevano tra grossi squali dalle enormi pinne grige.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Che scegliessero liberamente la loro sorte. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">A malincuore i due giovani ripresero il lavoro dietro stretta sorveglianza del nostromo e dei marinai più anziani, più abituati alla dura disciplina di bordo.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">-Siete stati incoscienti e fortunati voi due. Due anni fa il capitano della nave sulla quale ero imbarcato per molto meno ha fatto impiccare un mozzo all'albero maestro! - Disse uno degli anziani ai giovani, guardandoli di sottecchi.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">-Finitela di lamentarvi o vi abbandoneremo, vi siete imbarcati volontariamente e non si torna indietro fino a che non lo deciderà il Capitano. E poi sarebbe da stupidi morire adesso che il viaggio è quasi giunto alla fine.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">In effetti i più esperti avevano già notato i segni distintivi della presenza di una terra non troppo lontana. Da due giorni il numero degli uccelli acquatici era aumentato e le acque diventavano a tratti più chiare. Rami e foglie si intravvedevano in superficie, trascinati dalla corrente, segno inconfondibile della presenza di una terra non troppo lontana. Qualche giorno di navigazione al massimo e la terra sarebbe stata avvistata. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Il due luglio dell'anno del signore 1292 il marinaio di guardia urlò con quanto fiato aveva in corpo:</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">-Terra! Terra! </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Il Capitano si diresse immediatamente a prua per osservare l'orizzonte. Alzò la mano destra all'altezza della fronte per proteggersi gli occhi dal sole e confermò la scoperta con un cenno del capo.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Di fronte a loro si stagliava la costa di una terra sconosciuta, solo accennata con una linea nera sulla mappa dei due francescani. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Il Capitano Ugolino Vivaldi accompagnato dall'amico e nostromo Vadino Doria, da fratello Nicolae dai centododici marinai superstiti si trovarono di fronte quella linea scura di terra che si estendeva a perdita d'occhio all'orizzonte. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Ancora un giorno di viaggio e sarebbero finalmente sbarcati. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Il tre luglio il Capitano mise piede sulla terra ferma prendendone possesso in nome del Comune di Genova. Fratello Nicola ne era testimone di fronte a Dio ma non era più tanto sicuro di aver fatto la cosa giusta.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">La morte del giovane marinaio l'aveva colpito profondamente. Non avrebbe mai pensato che il Capitano Vivaldi, quel giovane simpatico conosciuto nella taverna di Assisi, avrebbe potuto uccidere. Forse avevano sbagliato tutto – pensò – non era questo che immaginava prima di partire. Avevano messo in conto sofferenze e privazioni ma non gli omicidi. Se aveva ucciso un suo uomo senza batter ciglio, cosa avrebbe potuto fare ad uno sconosciuto? Ma oramai era tardi per tornare indietro, occorreva riporre le speranze nelle mani del Signore.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Appena messo piede sulla spiaggia si gettò a terra in ginocchio e pregò dio padre perché proteggesse la sua anima.</span></span></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<strong>Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO</strong></div>
Alerugolohttp://www.blogger.com/profile/17674981461758629284noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7436181001781787450.post-75332746396555439402014-03-12T01:46:00.001-07:002014-03-12T01:46:47.094-07:00I custodi della storia (Capitolo I) - Addio Sardegna<div style="text-align: center;">
<strong><u>I - Addio Sardegna</u></strong></div>
<div style="text-align: center;">
</div>
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Il
nuraghe vicino a casa era un ottimo nascondiglio.</span></span><br />
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">L'aria
al suo interno era sempre fresca, il buio profondo accoglieva gli
ospiti non appena si varcava la soglia, proiettandoli in un mondo
antico e ancora sconosciuto. </span></span>
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0vwZjKVIXVmWfObHsnRjiLRzkOTotTdb6elCev7wcLN68QP2IW6Wc7Y7VzGa2kI-jEix_5Z6G2NQAOUngOzaoqCDJMPz-Wj5xemBuOnVYDNnH2RMEevFMVxhP5_8WB4K2L61SR1dro0U/s1600/is+paras.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0vwZjKVIXVmWfObHsnRjiLRzkOTotTdb6elCev7wcLN68QP2IW6Wc7Y7VzGa2kI-jEix_5Z6G2NQAOUngOzaoqCDJMPz-Wj5xemBuOnVYDNnH2RMEevFMVxhP5_8WB4K2L61SR1dro0U/s1600/is+paras.jpg" /></a></div>
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Ogni
volta che vi entravo mi sembrava che il tempo si fermasse. Respiravo
lentamente addossato alle rocce fredde, ascoltando il battito del
cuore, osservando protetto dal buio, che nessuno venisse a cercarmi. </span></span>
</div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Ero
sempre stato ossessionato dal mistero rappresentato da quegli enormi
torrioni di roccia costruiti con blocchi appena sbozzati. Non ne
avevo paura, anzi, tra le rocce mi sentivo a mio agio, mi
trasmettevano una sensazione di sicurezza e forza che aveva del
soprannaturale. </span></span>
</div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">I
miei compagni di gioco correvano per i campi, frugavano tra i
cespugli, giravano attorno al nuraghe ma raramente vi si
addentravano, forse spaventati dal buio, forse dall'odore penetrante
del muschio che indipendentemente dalla stagione era sempre presente
al suo interno. </span></span>
</div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Il
nuraghe era un nascondiglio perfetto e al suo interno, appiattito
contro le spesse pareti, mi sentivo perfettamente a mio agio, come se
vi fossi nato.</span></span></div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Uno
dei miei preferiti era il nuraghe “Is paras”, così chiamato
perché nell'ottocento era appartenuto ai padri scolopi. Si trovava a
poche centinai di metri dalla scuola media e vi andavo spesso a
giocare con i miei fratelli o con gli amici. </span></span>
</div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Vi
giravo attorno come per controllare che niente fosse cambiato
dall'ultima visita e poi mi arrampicavo lungo le mura per raggiungere
la sommità. Non era difficile salire anche perché qualcuno aveva
inserito dei ferri tra le rocce che permettevano di salire
agevolmente, anche se occorreva fare attenzione perché se si cadeva
si rischiava un volo di diversi metri con atterraggio sulle rocce.
Arrivato in cima mi sedevo su uno dei grossi massi e restavo a
pensare, cingendo le ginocchia con le braccia, insensibile al vento
freddo che non più ostacolato dalla vegetazione mi colpiva la
faccia. Immaginavo guerrieri antichi dalle forme più strane che
protetti dalle mura lanciavano frecce dalla punta di pietra verso
aggressori stranieri che avanzavano veloci. I guerrieri nuragici
indossavano corte tuniche e elmi cornuti. Braccia e gambe erano
protette da placche di cuoio, come nelle riproduzioni dei bronzetti
ritrovati nei nuraghi e spesso raffigurati nei libri di storia presi
in prestito dalla biblioteca. Altre volte raggiungevo la mia
postazione di osservazione portando con me un vecchio album da
disegno e disegnavo il paesaggio circostante. Nel mio disegno
solitamente le colline, ciuffi d'erba e vecchie querce da sughero
circondavano l'elemento principale, il nuraghe alto e maestoso, che
si stagliava contro il cielo al tramonto. Oppure salivo e scendevo
per la stretta scala in pietra, ricavata all'interno delle mura
facendo attenzione a non mettere un piede in fallo per evitare brutte
cadute. Quelle pietre enormi utilizzate per costruire mura spesse
anche cinque metri mi proteggevano da tutto e da tutti e sicuramente
avevano svolto lo stesso compito nei confronti delle antiche
popolazioni. </span></span>
</div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">-
Alessandro, noi rientriamo a casa! Mi urlavano gli amici stanchi di
aspettare, allontanandosi di corsa verso il paese. Solo allora mi
destavo dai miei pensieri e li raggiungevo per continuare a giocare
con loro a pallone lungo la strada.</span></span></div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Quello
era il mio mondo o forse lo è ancora, ed io lo vivevo intensamente e
senza preoccupazioni. Come era bello essere ragazzo!</span></span></div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Col
tempo lasciai perdere il gioco ma continuai a visitare i nuraghi,
alla ricerca di ricordi dell'antichità. Chissà quanti avevano
abitato quelle torri, vi avevano vissuto e vi erano morti. </span></span>
</div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Ne
visitai tantissimi, più e più volte, girando la Sardegna in lungo e
in largo sempre alla ricerca di un punto di vista nuovo che mi
permettesse di avvicinarmi maggiormente ai segreti che ai miei occhi,
da chissà quanti millenni, essi custodivano. </span></span>
</div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Poi
un giorno mi risvegliai cresciuto e a malincuore lasciai la mia terra
per andare a studiare in Continente.
</span></span>
</div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Era
una cosa ancora molto frequente per noi sardi. </span></span>
</div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Arrivati
ad una certa età l'isola sembra farsi stretta, troppo piccola per la
voglia di scoprire il mondo, troppo povera per chi vuole costruirsi
un futuro e una famiglia. </span></span>
</div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Così
un giorno si acquista un biglietto di sola andata e ci si lascia
dietro i parenti, il paese, gli amici, la ragazzetta e tutte le
fantasie accumulate negli anni su quelle fantastiche costruzioni
tronco coniche per partire alla ricerca di qualcosa che nella maggior
parte dei casi non arriverà mai: un pizzico di fortuna!</span></span></div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Molti
di questi giovani un giorno faranno ritorno nella loro terra,
acquisteranno una casa in un paese di mille abitanti e vi passeranno
gli ultimi anni della loro vita, spesso soli e dimenticati. </span></span>
</div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Ma
non io, questa cosa non l'avevo mai messa tra le opzioni possibili.
Io avrei fatto una vita diversa, mi sarei realizzato, sarei diventato
un archeologo o giornalista (o forse scrittore) e sarei tornato in
Sardegna di tanto in tanto per vedere i miei parenti nel piccolo
paese di Gesico, nella Trexenta del Campidano, in provincia di
Cagliari o a Isili per trovare gli amici e magari entrare ancora una
volta nel nuraghe della mia gioventù. </span></span>
</div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Solo
buoni propositi, forse sogni di un ragazzo la cui vita era ancora
tutta da scrivere!</span></span></div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Partii
per Milano dove avrei frequentato l'Università degli Studi, avrei
seguito un percorso che mi consentisse di approfondire la storia, la
mia materia preferita e le lingue antiche.</span></span></div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Avevo
vinto una borsa di studio, l'impegno alle scuole superiori mi
consentì di iscrivermi gratuitamente al primo anno di corso. Avevo
diritto all'alloggio e alla mensa e con i risparmi che avevo messo da
parte lavorando durante l'estate la vita non sarebbe stata male
almeno per i primi tempi.</span></span></div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Comunque,
arrivato a Milano mi resi conto che la vita era più cara di quanto
potesse apparirmi da ragazzo, quando le spese sono sostenute dai
genitori. Così, per cercare di vivere un po' meglio senza gravare
sulle loro spalle mi trovai un lavoretto che mi portava via poco
tempo e mi consentiva di studiare. Solo alcune ore al giorno ma
andava bene così. </span></span>
</div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Appena
arrivato all'università avevo notato un cartello appeso al cancello
di un ricco condominio, “cercasi portiere”, diceva. Sembrava
proprio il lavoro adatto a me. Mi presentai all'amministratore, un
vecchio avvocato piegato in due dagli anni e con indosso un
impeccabile completo nero d'altri tempi che mi interrogò come fossi
stato un ragazzino delle elementari. Le domande vertevano sulle mie
origini, la famiglia, la mia presenza a Milano e sul perché volevo
lavorare. Risposi a tutto senza esitazione e così superai il
colloquio. Cominciai a lavorare prima ancora di iniziare a
frequentare i corsi all'università. Un vero colpo di fortuna! </span></span>
</div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">Milano
era </span></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">una
città </span></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">caotica.
</span></span></span>
</div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">Passare
da un paese di poco più di mille abitanti dove tutti si conoscono ad
una metropoli di quelle dimensioni era stato scioccante ma mi abituai
velocemente. Imparai subito a muovermi con la metropolitana e
cominciai a girare a piedi per visitare i luoghi più suggestivi. </span></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">La
mia prima volta in centro fu indimenticabile. </span></span></span>
</div>
<br />
<div class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="it-IT">Sbucai
fuori dalla metro</span></span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">
proprio ai piedi della Galleria Vittorio Emanuele II, che con il suo
imponente Arco Trionfale ti fa sentire una formica! Che mente doveva
essere il suo architetto, Giuseppe Mengoni; che abilità gli artisti
che vi lasciarono la loro impronta </span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">a
metà Ottocento. Impiegarono due </span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">anni
</span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">per
congiungere Piazza del Duomo e Piazza della Scala. </span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">E</span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">
poi </span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">finalmente</span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">
l'inaugurazione alla presenza del Re! </span></span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Il
loro lavoro era tutt'ora ammirabile. Mi chiedo se oggi esistano
ancora simili ingegni.</span></span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Ricordo
che mi voltai d'istinto e sulla mia sinistra comparve il Duomo. Come
descriverlo? Era una costruzione maestosa per le dimensioni e la
ricchezza delle decorazioni. Restai senza parole e vi girai intorno
con il naso all'insù rischiando in diverse occasioni di andare a
sbattere contro alcuni turisti che come me ammiravano il duomo. </span></span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Appresi
poi che la costruzione ebbe inizio nel 1386, come ricordava la targa
della posa della prima pietra, su impulso dell'Arcivescovo Antonio de
Saluzzi e del Duca della Città, Gian Galeazzo Visconti e terminò
cinque secoli più tardi per volere di Napoleone. Più grande del
Duomo di Milano c'era solo San Pietro, la Cattedrale di Siviglia e
Saint
Paul a Londra. </span></span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western">
<a href="https://www.blogger.com/null" name="BLOGGER_PHOTO_ID_5324804984699108530"></a>
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">All'interno mi
persi. L'oscurità del luogo mi intimoriva! O forse era lo spazio
immenso che mi sovrastava a darmi le vertigini. </span></span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western">
<a href="https://www.blogger.com/null" name="BLOGGER_PHOTO_ID_5324804473871319730"></a>
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Le vetrate, enormi,
stupende, lasciavano filtrare pochissima luce che rendeva appena
apprezzabile la maestosità della costruzione e le opere che
conteneva. Sopra il Duomo, protetta dalle guglie della Cattedrale, la
Madonnina realizzata da Giuseppe Perego e messa in opera nel 1774,
diventata simbolo di Milano.</span></span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Uscii
dal Duomo impressionato dalle dimensioni e passeggiai a lungo per le
vie attorno. </span></span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Una
delle cose che notai subito fu l'immagine di un serpente che ingoia
un bambino. La si trovava ovunque, dipinta o scolpita su stemmi in
pietra nei grandi palazzi lungo le vie di Milano. </span></span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Cosa
poteva significare, mi chiedevo? Era il simbolo del casato dei
Visconti – scoprii poi – e simboleggiava potenza ed eternità
della stirpe. Era
un simbolo particolare e
inquietante che mi
metteva a disagio. </span></span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western">
<a href="https://www.blogger.com/null" name="BLOGGER_PHOTO_ID_5324804465419058370"></a>
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">A
poche
centinaia di metri dall'uscita
della
galleria Vittorio
Emanuele II si
apriva piazza della
Scala con
al centro la statua dedicata a Leonardo da Vinci. Avevo
sempre provato una grande ammirazione per il grande scienziato
toscano e mi fermai qualche istante a riposare nella panchina ai suoi
piedi. </span></span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">Mi
guardai attorno e cominciai a percorrere la strada che portava in
direzione del Castello
che si intravvede in lontananza, appartenuto
prima ai Visconti e poi
agli Sforza.
Visitai il castello impressionato dalle dimensioni. Conoscevo
bene l'immagine per averla vista tante volte impresso sul francobollo
marroncino da dieci lire ma dal vivo era tutta un'altra cosa. Il
castello più grande che avevo visitato in precedenza era quello di
Sanluri ma non si poteva fare nessun paragone. Quella
sera, al mio rientro in stanza, passai delle ore a studiare la guida
di Milano che avevo acquistato la mattina per cercare di capire ciò
che avevo visto e di conoscere la storia della città che mi avrebbe
ospitato per i prossimi anni. Era tutto così grande intorno a me che
i nuraghi in un attimo erano diventati minuscoli. </span></span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;">L'idea
che tra loro e la Milano che mi circondava erano passati almeno
tremila anni non
mi passava minimamente per la mente.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"></span></span> </div>
<div class="western" style="text-align: center;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: small;"><strong>Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO</strong></span></span></div>
Alerugolohttp://www.blogger.com/profile/17674981461758629284noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7436181001781787450.post-68283903976339222912014-03-12T01:20:00.003-07:002014-03-12T01:20:38.965-07:00Colonizzando Marte (Primo episodio)<div style="text-align: justify;">
Era da tanto tempo che passando di fronte alla vetrina della libreria del centro osservavo "Cronache Marziane", di Ray Bradbury. Per assurdo, l'avrei comprato proprio ora che la possibilità di colonizzare il pianeta Rosso era diventata realtà.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhZmjeZjYiwFJo-pXzJ3gEQgyELC7sfGE5pzIll5_32hJhTR1tO4bGBk-LsHPMe9i0q8ymO9UtAIeEKsRttkgISgtnw4cSf_4_V1VimTZVgjW5yQnlXFN7PeBJJqj7PFMCqE5b14wnAcQ/s1600/Mars_49589main_MM_Image_Feature_85_high.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhZmjeZjYiwFJo-pXzJ3gEQgyELC7sfGE5pzIll5_32hJhTR1tO4bGBk-LsHPMe9i0q8ymO9UtAIeEKsRttkgISgtnw4cSf_4_V1VimTZVgjW5yQnlXFN7PeBJJqj7PFMCqE5b14wnAcQ/s1600/Mars_49589main_MM_Image_Feature_85_high.jpg" height="400" width="400" /></a>Ancora qualche anno e i principali paesi industrializzati avrebbero infisso le loro bandiere sul terreno del pianeta.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Entrai.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Vorrei Cronache Marziane di Bradbury. Chiesi al commesso che mi guardava da sopra i suoi occhialini da intellettuale.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Glielo devo ordinare signore. Rispose con voce impersonale e un sorriso di circostanza che mi faceva pensare ad un uomo falso.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Ma se ce n'è una copia proprio in vetrina, nell'angolo a destra...</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Mi scusi. E' sicuro? </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Guardi pure! Ribattei con stizza. Come si fa a non sapere cosa si espone in vetrina?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Sa che ha ragione? Non l'avevo proprio visto. E ancora quel sorrisino stupido. - Pacco regalo?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- No grazie, non serve. Pagai e uscii dalla libreria, non vi sarei più entrato, pensai.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Cronache Marziane... l'avrei letto durante la pausa pranzo, in Ufficio. L'Ufficio Centrale per la pianificazione della Colonizzazione di Marte. </div>
<div style="text-align: justify;">
Anche se scritto nel 1950, magari avrei trovato qualcosa di utile per il mio lavoro. D'altra parte la colonizzazione di un pianeta era qualcosa di assolutamente inusuale e senza precedenti. </div>
<div style="text-align: justify;">
Bradbury scrisse che su Marte vi era una atmosfera, anche se povera di ossigeno. Noi sappiamo che non è così, l'ossigeno è solo lo 0,13%. </div>
<div style="text-align: justify;">
Scrisse di estati calde e inverni freddi. Noi sappiamo che la temperatura oscilla tra i -140 e i +20 gradi Celsius. Non proprio il massimo.</div>
<div style="text-align: justify;">
L'acqua è presente, anche se quasi sempre allo stato solido a causa delle temperature rigide.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma quali siano gli effetti di queste condizioni estreme sull'organismo umano e degli esseri viventi di cui avremo bisogno non possiamo dire niente perchè non sappiamo niente!</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Come si poteva pianificare la Colonizzazione senza le minime informazioni necessarie?</div>
<div style="text-align: justify;">
Era stata la mia prima domanda al momento in cui mi avevano chiamato a ricoprire l'incarico appena creato. </div>
<div style="text-align: justify;">
- Non lo sappiamo! Era stata la risposta. - Per questo ci rivolgiamo a Lei, signor Reed. Lei è uno scienziato di chiara fama e... non uno stregone! Completai la frase con ironia. </div>
<div style="text-align: justify;">
Eppure, cosa avrebbero potuto fare quei burocrati? </div>
<div style="text-align: justify;">
Almeno avevo avuto la possibilità di scegliermi la squadra di lavoro. Cosa che non capita a tutti. Venti persone per iniziare. Poi diventate quaranta e avevo anche la possibilità di assumere temporaneamente chiunque avessi ritenuto necessario per la buona riuscita dell'impresa.</div>
<div style="text-align: justify;">
La colonizzazione di Marte aveva avuto la benedizione del Presidente in persona che ci aveva voluto incontrare per discutere le sue idee in proposito. Indiscutibilmente un onore non da tutti! </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il lavoro procedeva incessante e frenetico. L'industria si era buttata sullo sviluppo di nuovi materiali e dei processi di purificazione dell'aria e di produzione dell'acqua. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ma i problemi erano altri e su questi non si facevano passi avanti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Occorreva creare una nuova specie vegetale a crescita veloce che fosse in grado di sopravvivere con bassissime quantità di ossigeno e assorbisse molta anidride carbonica.</div>
<div style="text-align: justify;">
Eravamo partiti dalla canna da zucchero, una delle specie a crescita più rapida sulla Terra ma ci eravamo arenati subito sulla sua possibilità di adattamento alle basse temperature. Qualunque modifica si facesse al suo DNA il risultato era sempre lo stesso: nulla di fatto! </div>
<div style="text-align: justify;">
Il problema era legato alla sintesi degli zuccheri, simulando le condizioni di luminosità del pianeta e del terreno particolarmente ricco di ferro le proiezioni dei simulatori indicavano che a meno di un qualche miracolo non si sarebbe riusciti ad aumentare considerevolmente la presenza di ossigeno se non dopo almeno un millennio. E un millennio non era un lasso di tempo compatibile con i piani di colonizzazione...</div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<strong>Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO</strong></div>
Alerugolohttp://www.blogger.com/profile/17674981461758629284noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7436181001781787450.post-11869575201232292222014-03-06T23:45:00.001-08:002014-03-06T23:45:03.029-08:00L'estronauta torna a casa (Quindicesimo episodio)<div style="text-align: justify;">
- Nonno, nonno, avevi promesso di raccontarmi una storia di Gionzo! Urlò Giulia tirando il nonno per il braccio mentre ancora terminava la cena.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Va bene piccola, ora arrivo. Se ben ricordo l'ultima volta Gionzo si trovava nel paese delle Idimarip ed era appena stato invitato a casa di Rasa...</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Si si. E poi cosa è successo? Dai su, racconta...</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- E poi... e poi il nostro ospite Rasa gli ha spiegato il significato di tutti quei simboli disegnati nelle pareti di casa. Devi sapere, mia piccola nipotina, che la razza del paese delle Idimarip è una razza antichissima. Che inventò la scrittura molto tempo prima delle Lettere. Però la loro scrittura era composta da tanti disegni e perciò era molto difficile da capire. Solo in pochi possono interpretare...</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- E tu nonno, sai inpepetare i loro disegni? Disse Giulia impaziente.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- E no, io non sono in grado di interpretare i loro disegni. Comunque sia, Rasa spiegò a Gionzo che la sua razza aveva colonizzato tutto il sistema solare e che si era trasferita su un'altra stella molto molto lontana. Lui, Rasa, era molto vecchio e non voleva abbandonare la sua casa così aveva deciso di restare sulla luna.</div>
<div style="text-align: justify;">
Di tanto in tanto i nipoti venivano a trovarlo e lui approfittava di quei momenti per raccontare loro delle storie, come faccio io con te!</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Perchè Rasa non voleva partire? Non voleva bene ai suoi nipotini? Chiese Giulia un po triste per i nipotini di Rasa.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Ma si che gli vuole bene. Però è molto anziano e un lungo viaggio non era consigliato. </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Comunque c'è sempre il telelunofono. Per cui tutte le sera può vedere i nipotini e raccontargli quello che fa. Disse Giulia impossessandosi della storia del nonno.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- E si, hai proprio ragione. Che sbadato non ci avevo pensato!</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Nonno, io sarei partita comunque. Non avrei mai lasciato soli i miei nipotini. E tu cosa avresti fatto? </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Anche io sarei partito. Non ti avrei mai lasciata sola!</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- E poi cos'è successo?</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Gionzo e Ruggero il Camaleone visitarono la casa e la valle e furono ospiti di Rasa per una settimana fino a che non fu il momento di partire. Erano passati due mesi da quando Gionzo era arrivato sulla Luna e aveva nostalgia della famiglia così decise di tornare sulla Terra. </div>
<div style="text-align: justify;">
Però per farlo dovevano tornare alla sua navetta ed era abbastanza lontana. Rasa allora offrì loro un passaggio con la sua nave a luce.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Nonno, cos'è una nave a luce?</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- La nave a luce è una navicella spaziale molto potente che per volare usa la luce del sole. E' una navetta velocissima che in pochi minuti li portò tutti dove si trovava la navicella di Gionzo che in confronto sembrava piccolissima. Dovresti vedere quanto è bella questa navetta. sembra una gigantesca nave volante con tante vele di tutti i colori.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Deve essere bellissima. Disse Giulia sempre molto curiosa.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- La tecnologia umana è molto meno sviluppata di quella del popolo delle Idimarip. Infatti la loro era una civiltà molto più avanzata. Da tempo avevano iniziato a viaggiare tra le stelle e per loro l'universo non ha quasi più segreti. Pensa che proprio in questi giorni i nipoti di Rasa stanno esplorando un enorme buco nero...</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Un buco nero? Nonno, come è fatto un buco nero? - Chiese Giulia incuriosita - e come fanno ad esplorarlo se è nero? Serve molta luce altrimenti non si vede niente. A meno che anche loro non abbiano i caschi potenzianti. Con quelli potrebbero vedere tutto...</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Si, proprio così. Anche loro hanno dei caschi potenzianti, molto più potenti di quello di Gionzo. Comunque Gionzo salutò Rasa e Ruggero e promise di tornare a trovarli presto. Prima di partire si scambiarono i numeri di telefono per restare in contatto. Rasa regalò l'ultimo modello di telelunofono a Gionzo, quello con le antennine verdi e il monitor da 10 pollici come il nostro tablet, e così Gionzo potè partire.</div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjekoGl3Mmu3Id8X3mjz3cxNe-ivegm_RIEO3cieEOuoWYq1iZdxt-HanpPatH2h23VffTssi0PYze8F9SRYFzBF9zK0cUwqp23_t9P3Oauy5mNjWheGktFWxYDf8SnxOWISqQJ0qR7JT7f/s1600/Nonno+e+Giulia001.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjekoGl3Mmu3Id8X3mjz3cxNe-ivegm_RIEO3cieEOuoWYq1iZdxt-HanpPatH2h23VffTssi0PYze8F9SRYFzBF9zK0cUwqp23_t9P3Oauy5mNjWheGktFWxYDf8SnxOWISqQJ0qR7JT7f/s1600/Nonno+e+Giulia001.jpg" height="231" width="320" /></a></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Bello, lo voglio anche io un telelunofono. </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Magari uno di questi giorni andiamo a vedere se ce n'è qualcuno al centro commerciale.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Si si. Però anche io voglio il nuovo modello con le antennine verdi! Disse Giulia ricominciando a correre per la cucina.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Aspetta piccola. La storia non è finita.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Invece si. - Urlò Giulia aprendo le braccia come fosse un aeroplano - Gionzo tornò a casa da sua mogli e dai suoi tredici bambini e vissero tutti felici e contenti!</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Tredici bambini? Disse il nonno stupito.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
- Si si, proprio tredici. Sai, per esplorare tutto l'Universo serve una famiglia numerosa e così quando cresceranno ci saranno tantissimi estronauti. <br />
E mentre parlava continuava a correre per la cucina...</div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<strong>Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO</strong></div>
Alerugolohttp://www.blogger.com/profile/17674981461758629284noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7436181001781787450.post-42708976947767019752014-03-04T23:23:00.000-08:002014-03-06T23:43:13.584-08:00L'estronauta e la valle delle Idimarip (Quattordicesimo episodio)<div style="page-break-before: always; text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;">La domenica mattina il nonno era abituato a passarla con Giulia ma quel giorno la piccola era andata al centro commerciale con i suoi genitori e lui si sentiva solo. </span><br />
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;">L'ora di cena non era lontana e lui si sarebbe presentato puntuale, come ormai ogni sera da quasi quattro anni a questa parte, a casa della nipotina e m</span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif;">entre pensava alla storia da raccontare quella sera, qualcuno bussò alla porta.</span></div>
<div class="western" style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<span style="font-family: Times New Roman, serif;">- Arrivo. Disse a voce alta alzandosi dal divano, stordito dal caldo del camino acceso.</span></div>
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<br /></div>
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<span style="font-family: Times New Roman, serif;">- Chi sarà mai a quest'ora?</span></div>
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<br /></div>
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<span style="font-family: Times New Roman, serif;">- Nonno, nonnino, sono io! Non ne potevo più del centro commerciale e ho convinto mamma e papà a portarmi da te! - Urlò Giulia non appena si aprì la porta – Vero che posso restare con te? Mamma e papà devono finire di fare la spesa. - Aggiunse Giulia guardando il nonno con lo sguardo da piccola peste che le veniva così spontaneo.</span></div>
<div align="JUSTIFY" class="western">
<br /></div>
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<span style="font-family: Times New Roman, serif;">- Ma certo che puoi restare. Non immagini quanto sono felice di vederti. E mentre parlava la prendeva in braccio come faceva sempre.</span></div>
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<br /></div>
<div align="JUSTIFY" class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">- Ti chiedo scusa papà ma Giulia non stava più nella pelle. Spero che non ti dispiaccia...</span></div>
<div align="JUSTIFY" class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">- Ma figurati. Non vedevo l'ora di abbracciare la mia nipotina. Andate pure a fare la spesa con tutta tranquillità. Quando finite venite a mangiare a casa da me se volete.</span></div>
<div align="JUSTIFY" class="western">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">- Grazie papà, sapevo di poter contare su di te. Disse la mamma di Giulia andando via. - A più tardi allora e non mangiate troppi dolcetti, mi raccomando. Aggiunse salendo in macchina col marito.</span></div>
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<br /></div>
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<span style="font-family: Times New Roman, serif;">- E ora che si fa? Disse il nonno alla nipotina. - A cosa giochiamo oggi? Fammi pensare. Se non ricordo male in questa busta c'è qualcosa che potrebbe piacerti. - Aggiunse sornione frugando in una busta di carta dentro la vecchia credenza della cucina. - Ricordo che alla tua mamma piaceva tanto giocarci - e mentre parlava rovesciò il contenuto della busta sul tappeto di fronte al camino invitando la piccola Giulia ad inginocchiarsi di fronte ad un mucchio di mattoncini lego di tutti i colori dimensioni e forme.</span></div>
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<br /></div>
<div align="JUSTIFY" class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">- Ecco, scommetto che non hai mai giocato con le costruzioni. Vieni, avvicinati e guarda come si fa. E in men che non si dica costruì un cagnolino con le zampe rosse e il muso nero.</span></div>
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<br /></div>
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<span style="font-family: Times New Roman, serif;">- Che carino! - Disse Giulia prendendo il cagnolino e abbaiando rumorosamente. - Nonno, si può costruire anche un Camaleone? Mi piacerebbe vedere come si costruisce un Camaleone e anche il nostro amico Estronauta e poi il drago Ladone, una Cervespa e poi...</span></div>
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<br /></div>
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<span style="font-family: Times New Roman, serif;">- Giulia. Per costruire tutte queste cose ci vorrà una serata. Facciamo così, ora costruiamo assieme Ruggero il Camaleone e poi ti racconto una storia di Giovanbattistamarialorenzo, va bene?</span></div>
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<span style="font-family: Times New Roman, serif;">- Certissimamente! - Urlò Giulia saltando sul tappeto e distruggendo il povero cagnolino che finì sotto i piedi.</span></div>
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<br /></div>
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<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Così, poco dopo nonno e nipotina avevano realizzato il più bel Camaleone di Lego che sia mai stato costruito (anche perché non ne erano mai stati costruiti altri!).</span></div>
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</div>
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<span style="font-family: Times New Roman, serif;">- Ma è bellissimo! - Disse Giulia tenendo il Camaleone sulle mani facendo attenzione che non si staccassero i pezzi.</span></div>
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<br /></div>
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<span style="font-family: Times New Roman, serif;">- Sono contento che ti piaccia. Ora però poggialo sul tavolino e vieni a sederti vicino a me che devo raccontarti la storia di Gionzo nel paese delle Idimarip.</span></div>
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<br /></div>
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<span style="font-family: Times New Roman, serif;">- Le Idimarip? Che tipo di lunimali sono nonnino caro? Disse Giulia cercando di immaginare qualche nuovo animaletto strano come faceva di solito il nonno. - Non riesco proprio a immaginarle queste Idimarip.</span></div>
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<br /></div>
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<span style="font-family: Times New Roman, serif;">- Se ti siedi qui vicino a me e ascolti vedrai che capirai subito - Disse il nonno sorridendo – le Idimarip non sono dei lunimali ma delle strane costruzioni che si dice si trovino solo sulla luna, nella valle degli Er.</span></div>
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<br /></div>
<div align="JUSTIFY" class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">- E chi sono questi Er? Almeno questi sono dei lunimali? E perché...</span></div>
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<br /></div>
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<span style="font-family: Times New Roman, serif;">- Giulia! - disse il nonno guardandola con severità.</span></div>
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<br /></div>
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<span style="font-family: Times New Roman, serif;">- Capito! Disse la piccola Giulia portandosi le mani alla bocca per costringersi a star zitta.</span></div>
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<br /></div>
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<span style="font-family: Times New Roman, serif;">- Bene. Devi sapere che la valle degli Er è una valle gigantesca che si trova lungo la sponda destra del fiume Ricotta. Abitata sin dai tempi più antichi da una strana razza di lunimali molto intelligenti e religiosissimi, oggigiorno è quasi disabitata. Gli Er sopravvissuti sono pochi e le uniche tracce della loro civiltà sono le stupende Idimarip di cui la vallata è costellata. Gionzo e Ruggero arrivarono nella valle al sorgere del sole e quello che videro li lasciò di stucco. Anche Ruggero che aveva visto tante cose strane essendo un lunimale egli stesso, di fronte ai resti di questa stupenda civiltà restò a bocca aperta lasciando intravvedere anche un dente un po cariato che si trovava in fondo in fondo.</span></div>
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<br /></div>
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<span style="font-family: Times New Roman, serif;">- Nonno, che schifo!</span></div>
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<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiy3EZysnhuwZkm7vKYEQoR8P5Xbj6boRMFBudnYH63LfiRZ1-m8xKZtLXQFiZFFjAvtjp6v595w7BmMet9k46Bz6iEUtQHuUVsbatl6QUElS8yab6fcOsuFryymC1nYc-QZrZGCU5F2E/s1600/Idimarip003.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiy3EZysnhuwZkm7vKYEQoR8P5Xbj6boRMFBudnYH63LfiRZ1-m8xKZtLXQFiZFFjAvtjp6v595w7BmMet9k46Bz6iEUtQHuUVsbatl6QUElS8yab6fcOsuFryymC1nYc-QZrZGCU5F2E/s1600/Idimarip003.jpg" height="208" width="320" /></a><span style="font-family: Times New Roman, serif;">- Scusa Giulia, ma è stato Gionzo a raccontarmi anche questo. Comunque sia, se vuoi sapere come sono le Idimarip puoi immaginare delle enormi costruzioni che assomigliano a delle piramidi ma a testa in giù o nelle posizioni più strane. Alcune solitarie, altre costruite in gruppo o l'una sull'altra, offrivano ai visitatori uno spettacolo veramente curioso.</span></div>
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<br />
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">- Belle queste Idipamip. Me ne costruisci una con le costruzioni così è più facile immaginarle?</span></div>
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<br /></div>
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<span style="font-family: Times New Roman, serif;">- Va bene, ecco qua. Questa potrebbe essere una delle Idimarip, e questo un Er. E mentre parlava costruiva velocemente alcune piramidi e un mostriciattolo stranissimo che poi appoggiò a testa in giù sul tappeto.</span></div>
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<br /></div>
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<span style="font-family: Times New Roman, serif;">- Bravo nonno. Urlò Giulia per la contentezza prendendo una piramide in mano con curiosità e subito lasciandola a terra per afferrare l'Er.</span></div>
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<span style="font-family: Times New Roman, serif;">- Mentre Gionzo e Ruggero osservavano lo splendido spettacolo, un Er che si trovava a passare li vicino li osservava a sua volta pensieroso.</span></div>
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<br /></div>
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<span style="font-family: Times New Roman, serif;">- Chi siete, stranieri, cosa volete nella terra degli Er? Disse ad un certo punto con voce cavernosa e un po incerta come di chi è da tanto tempo che non parla con nessuno.</span></div>
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<br /></div>
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<span style="font-family: Times New Roman, serif;">- Gionzo e Ruggero fecero un salto all'indietro per lo stupore, infatti non avevano sentito l'Er arrivare e inoltre non avevano mai visto un Er di persona. Ruggero ne aveva sentito parlare dai suoi nonni quando era piccolino. Gionzo invece non sapeva proprio niente di questo strano popolo.</span></div>
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<br /></div>
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<span style="font-family: Times New Roman, serif;">- Buon giorno e te - rispose Gionzo con tono pacato, cercando di nascondere il suo stupore – Io sono un estronauta e vengo dalla terra. Mi chiamo Giovanbattistamarialorenzo e questo è il mio amico Ruggero il Camaleone. Stiamo esplorando la zona alla ricerca delle sorgenti del fiume Ricotta e ci siamo imbattuti in questa splendida vallata – disse con un profondo inchino - Puoi dirci chi sei e dove ci troviamo?</span></div>
<div align="JUSTIFY" class="western">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">- Benvenuti stranieri, noi eravamo un popolo molto ospitale un tempo. Ma ora siamo restati in pochi. Io sono Rasa e sono uno dei pochi sopravvissuti del popolo degli Er. Disse l'anziano Er pronunciando ogni parola con grande tranquillità. Seguitemi nella mia modesta dimora. Aggiunse indicando una tra le Idimarip più grandi della valle.</span></div>
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<br /></div>
<div align="JUSTIFY" class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Percorsero la strada lentamente e in silenzio, come in processione. Una lunga scalinata permetteva l'accesso alla Idimarip. Arrivati in cima alla scala si trovarono in un ambiente enorme, poco illuminato e ricco di disegni su tutte le pareti. Gionzo e Ruggero osservavano tutto con stupore e passarono alcuni minuti con il naso all'insù.</span></div>
<div align="JUSTIFY" class="western">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">- Complimenti per la vostra casa – disse Gionzo al padrone di casa – è stupenda. Anche i disegni sulle pareti sono molto belli. Significano qualcosa? Disse Gionzo molto incuriosito dalle strane forme disegnate sulle pareti.</span></div>
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<br /></div>
<div align="JUSTIFY" class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">In quel momento qualcuno bussò alla porta.</span></div>
<div align="JUSTIFY" class="western">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">- Arrivo! - Disse il nonno alzandosi per aprire la porta – Giulia, sono arrivati mamma e papà - disse il nonno dalla soglia di casa.</span></div>
<div align="JUSTIFY" class="western">
<br /></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Giulia, temendo di dover andar via, scappò immediatamente a nascondersi sotto il letto della camera del nonno, come faceva sempre in questi casi...</span></div>
<div align="JUSTIFY" class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;">- Esci fuori piccola, oggi ceniamo qui da me. Aggiunse il nonno con voce rassicurante - e dopo cena ti racconto il seguito. Sentito ciò la piccola Giulia uscì dal suo nascondiglio e cominciò a correre e saltare per la casa per la gioia.</span></div>
<div align="JUSTIFY" class="western">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
<div class="western" style="text-align: center;">
<span style="font-family: Times New Roman, serif;"><b>Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO</b></span></div>
Alerugolohttp://www.blogger.com/profile/17674981461758629284noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7436181001781787450.post-79233495994528586872014-03-02T09:40:00.001-08:002014-03-02T09:40:02.282-08:00L'estronauta e il drago (Tredicesimo episodio)<div style="text-align: justify;">
- Buon giorno a tutti. - Disse il nonno sedendosi a tavola con tutta la famiglia. - dov'è la mia nipotina preferita? - Aggiunse non vedendo Giulia da nessuna parte. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- E' in camera sua. Quando ti ha visto arrivare dalla finestra è corsa in camera urlando qualcosa. Puoi andare a prenderla tu, papà? Disse la mamma di Giulia.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Naturalmente. Vado subito. E mentre parlava si alzò e si diresse verso la camera della nipotina. - Giulia, vieni dal nonno.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Nonno, non entrare in camera. Disse Giulia dall'altra parte della porta. - Aspetta un attimo...</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Che cosa succede? Perchè non posso entrare? Aggiunse il nonno preoccupato. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Ecco, arrivo. Disse Giulia aprendo la porta e tenendo le mani dietro la schiena cercando di nascondere un foglio in cui si vedeva un disegno tutto colorato.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Cosa stai facendo, piccola mia? Perchè tutto questo mistero?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Ti ho fatto un regalo! Disse Giulia tutta contenta, mostrandogli il disegno dell'Estronauta che aveva appena terminato di colorare.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Ma è bellissimo! L'hai fatto tutto da sola?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Si si, ti piace nonnino? E' il nostro amico estronauta che va a spasso con Ruggero. E li in fondo c'è anche un drago...</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- E' bellissimo. Posso tenerlo? Lo appenderò in cucina questa sera.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Certo, è tuo! Adesso possiamo andare a tavola che devo finire la mia minestrina con il formaggino. Mamma mi ha comprato i formaggini di Capraspina, vuoi assaggiarlo? E' buonissimo!</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Ne sono sicuro. Mangialo tu che devi crescere. Io ho già cenato oggi. Sono venuto solo per vedere la mia carissima nipotina. Non è che l'hai vista?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Ma nonno, sono io la tua nipotina! Disse Giulia quasi offesa.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Oh, scusa. Hai ragione. Disse il nonno ridendo - perdonami, è l'età! Ma ora andiamo vicino al camino che sento freddo. Se ti va ti racconto dell'incontro tra Gionzo e il drago.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Certo, voglio sapere cos'è successo. Dai nonno, andiamo a sederci.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Dunque, se non ricordo male il nostro amico Ruggero mentre raggiungeva Gionzo che stava seduto ai piedi di un albero con due pomi d'oro tra le mani, vide in lontananza un enorme e terribile drago. Spaventato dalla vista del mostro si fermò come immobilizzato dal suo sguardo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Intanto Gionzo, vedendo l'amico paralizzato si voltò verso il bosco e quasi svenne dalla paura.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Nonno, era così terribile questo drago? </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- E si. Era enorme. la sua testa spuntava dalle chiome degli alberi e le sue antenne rosse sembravano due torri altissime. Ogni squama che ricopriva il suo corpo era più grande di una casa e la coda era tanto lunga che nessuno era in grado di vederne la punta. E ti ho parlato solo di una delle teste perchè devi sapere che il drago di teste ne aveva cento, e forse anche di più!</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Ma allora era veramente enorme! Disse Giulia terrorizzata.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- E si, era enorme. Era tanto grande che quasi non si era accorto di Gionzo, se non fosse che Gionzo lanciò un urlo per il terrore. A quel punto il drago girò la testa verso Gionzo per vedere da vicino chi aveva urlato. Infatti devi sapere che anche lui come me aveva aveva una certa età e non ci vedeva bene.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Speriamo che Gionzo riesca a salvarsi. Disse Giulia ancora preoccupata per il suo amico.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Il drago, dicevo, avvicinò la testa al nostro amico e... - Buona sera disse, sei per caso Gionzo l'estronauta? Ti aspettavo...</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Bu.. buo.. buona sera. Rispose Gionzo con un fil di voce. Come fai a conoscermi? Disse riprendendo coraggio.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Ho tanto sentito parlare di te. Sai, la mia vista è bassa, ma l'udito è buono ed è da diversi giorni che sento tanti lunimali parlare di te e del tuo compagno di viaggio, si chiama Ruggero se non sbaglio. - Aggiunse il drago con pacatezza. - Io mi chiamo Ladone, ben arrivato sulla Luna.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Grazie. Disse Gionzo. E' un bel nome Ladone. Posso chiederti come fai ad essere così grande? Quanti anni hai e di che razza sei? Non ho mai letto niente della tua razza.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Capisco. Rispose Ladone con un sospiro. - Devi sapere che io un tempo vivevo sul tuo stesso pianeta, la Terra. Allora ero poco più di un lucertolone ed ero il guardiano di un bellissimo giardino che si chiamava il giardino delle Esperidi. Poi un giorno un uomo molto forte di cui non ricordo il nome, venne nel giardino e rubò tutti i pomi d'oro. Io ero sconvolto, non riuscivo a sopportare questo affronto e decisi di emigrare. Presi tutte le piante che riuscii a portar via e partii per la luna. Da allora sono passati migliaia di anni. Ora il giardino è quassù. Ma penso proprio che dovrò partire nuovamente visto che voi uomini siete arrivati anche quassù! - Disse Ladone con tristezza.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Mi dispiace tanto disse Gionzo. Non pensavo... non volevo rubarti i pomi d'oro. Ecco, sono tuoi. Ti chiedo scusa.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Ma figurati - rispose Ladone il dragone - mangiatene pure quanti ne volete. Sono buonissimi sai? Dimmi piuttosto, quando sono partito la terra era uno splendido giardino, è ancora così?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Purtroppo no, Ladone, la Terra è peggiorata tanto. I boschi sono sempre meno anche se le ultime generazioni hanno imparato a rispettare la natura. Sai, penso che tu abbia ragione. Nei prossimi anni sempre più uomini verranno quassù e il tuo splendido giardino sarà sempre più in pericolo. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Lo immaginavo . disse Ladone sconsolato - comunque ero stanco di stare sulla Luna. Avevo già pensato di spostarmi un po più lontano dal sole. Sai, ai pomi d'oro da fastidio la troppa luce.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Se hai bisogno di aiuto noi siamo pronti ad aiutarti. Disse Gionzo mentre Ruggero annuiva con la testa.</div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmw9oDWwO-v2Zk-JXVSxPS7eXJlns98_PJhrUptXdbVV5w5iOLDZNj6qLQ9aM1XvZIuonBK_jq3X4J4wOjrmtm9z-X8dQ6GV32b4yMjSwzNUx_FukE03TnmUchkaR9mMBLT8wC2FxF80c/s1600/il+drago001.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmw9oDWwO-v2Zk-JXVSxPS7eXJlns98_PJhrUptXdbVV5w5iOLDZNj6qLQ9aM1XvZIuonBK_jq3X4J4wOjrmtm9z-X8dQ6GV32b4yMjSwzNUx_FukE03TnmUchkaR9mMBLT8wC2FxF80c/s1600/il+drago001.jpg" height="243" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
- No grazie , non vi preoccupate. prenderò poche cose e gli alberelli più giovani e partirò presto. Ora vi saluto cari amici, chissà che un giorno non ci si possa incontrare nuovamente. E con tristezza Ladone il dragone volò via lasciando il giardino nelle mani di Gionzo e di Ruggero.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Mi raccomando, rispettate le piante... furono le sue ultime parole.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Nonno, sono triste. Lo interruppe Giulia. - Dove andrà ora il povero Ladone? E chi si prenderà cura delle piante di pomi d'oro?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Non ti preoccupare mia piccola principessa, vedrai che Gionzo si farà venire qualche idea ma ora è arrivato il momento di andare a dormire... buona notte e sogni d'oro.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Notte nonno, a domani. Disse Giulia baciando il nonno sulla guancia...</div>
<br />
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<b>Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO</b></div>
Alerugolohttp://www.blogger.com/profile/17674981461758629284noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7436181001781787450.post-409209607562848392014-03-02T02:20:00.000-08:002014-03-02T02:20:31.842-08:00Il manoscritto di Brodie, di Jorge Luis Borges<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqcHy3OunXF3irAtLakkag4U3eilH9ivehvnL5OdXLFCmjuYHGsWf-U_7vYty7AKdlS59yKjdJgGreLNkA708uF4CG3kR4d71a1dv_SyDI_AiSaNkDoHHQoXGU-SXjojOMUFpjDnGTyRQ/s1600/Foto1812.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqcHy3OunXF3irAtLakkag4U3eilH9ivehvnL5OdXLFCmjuYHGsWf-U_7vYty7AKdlS59yKjdJgGreLNkA708uF4CG3kR4d71a1dv_SyDI_AiSaNkDoHHQoXGU-SXjojOMUFpjDnGTyRQ/s1600/Foto1812.jpg" height="400" width="236" /></a><br />
<div style="text-align: justify;">
Di Borges ho già letto Finzioni, e in quell'occasione avevo annunciato la necessità di approfondire la conoscenza per poter azzardare un giudizio difficile. </div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Vi dico subito che il giudizio ancora non c'è, nonostante la lettura di questa collezione di racconti brevi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il manoscritto di Brodie presenta undici racconti brevi, parte ambientati nella Buenos Aires di inizio novecento, parte invece derivanti dalle innumerevoli conoscenze letterarie di Borges.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ricordo che <span style="text-align: justify;"> Jorges Luis Borges (1899-1986), a</span><span style="text-align: justify;">rgentino di nascita, fu scrittore, poeta, saggista, traduttore, docente universitario e direttore della Biblioteca Nazionale di Buenos Aires.</span></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
</div>
<br />
<div style="-webkit-text-stroke-width: 0px; color: black; font-family: 'Times New Roman'; font-size: medium; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: auto; text-align: justify; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
<div style="margin: 0px;">
Tra i racconti posso dire che il primo, l'intrusa e l'ultimo, il manoscritto di Brodie, sono i più interessanti anche se completamente differenti come genere. Il manoscritto di Brodie in particolare sembra rifarsi a tradizioni antiche di cui possono ritrovarsi tracce nel saggio di Frazer, il ramo d'oro.</div>
<div style="margin: 0px;">
Eppure anche gli altri meritano di essere letti con attenzione sia per la costruzione, sia per le idde di fondo, non comuni tra gli autori di racconti.</div>
<div style="margin: 0px;">
Ancora non esprimo un giudizio, come ho già detto o forse il giudizio già è stato emesso dato che ho intenzione di leggere ancora qualcosa di questo autore.</div>
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<br /></div>
<div style="margin: 0px; text-align: center;">
<b>Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO</b></div>
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Alerugolohttp://www.blogger.com/profile/17674981461758629284noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7436181001781787450.post-64153150101441505402014-03-01T08:37:00.002-08:002014-03-01T09:11:49.655-08:00Gionzo e i pomi d'oro (Dodicesimo episodio)<div style="text-align: justify;">
- Nonno, nonno, ben arrivato!</div>
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<br /></div>
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- Ciao Giulia, come stai mia piccola principessina?</div>
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<br /></div>
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- Sono arrabbiata - rispose Giulia con le braccia conserte e il muso lungo - Ieri mi avevi promesso di raccontarmi una storia dell'estronauta sulla Luna ma poi non me l'hai più raccontata.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Ieri sono dovuto andare dal dottore. Purtroppo il nonno ha una certa età e l'età porta tanti piccoli acciacchi. - Si giustificò il nonno, baciando la nipotina.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Cosa ti ha portato la vecchiaia? Non ho capito. Però oggi non devi andare dal medico quindi adesso mi racconti la mia favola - Disse Giulia, che senza attendere la risposta prese il nonno per mano e lo trascinò sul divano in salotto - siediti quì e comincia la storia - Aggiunse Giulia senza ammettere replica.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- E va bene. C'era una volta Cappuccetto Rosso...</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Ma no, quella la conosco già! Voglio una storia nuova del nostro amico Gionzo l'estronauta, uffa! </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Ha ha, ci sei cascata. Era uno scherzo piccina mia. Vieni in braccio che ora inizia la storia vera di Gionzo l'esploratore - disse il nonno sorridendo alla nipotina che intanto aveva messo su il broncio - </div>
<div style="text-align: justify;">
Mentre Giozo andava a spasso sulla luna alla ricerca delle sorgenti del fiume Ricotta, il nostro amico Ruggero il Camaleone si era allontanato per cercare un frutto lunare dal sapore squisito che si diceva fosse presente nelle valli li vicino, i pomi d'oro. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Ma nonno, si dice pomodoro, non pomi d'oro - disse Giulia con sicurezza - li ho mangiati tante volte.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- No, non parlo dei pomodori, i pomodori non crescono sulla luna perchè sono troppo rossi e se ci fossero campi di pomodori la luna sembrerebbe la faccia di un bambino con il morbillo, riesci ad immaginarla tutta gialla con tanti puntini? Giulia la immaginava eccome, infatti stava già ridendo a crepapelle.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Io parlo proprio dei pomi d'oro, un tipo di frutto che si trova solo sulla luna. Assomiglia alla mela ma ha la buccia verde, la polpa azzurro chiaro e sa di miele d'acacia. Una vera squisitezza. </div>
<div style="text-align: justify;">
Dicevo dunque che Ruggero camminava alla ricerca di questi fantastici pomi d'oro e fischiettava tranquillamente sicuro di non poter essere visto. Camminava senza fretta quando, tutto ad un tratto, in lontananza avvistò i pomi d'oro, pendenti da grandi alberi dalla strana forma. Però più che avvistarli li sentì. Infatti i pomi d'oro quando sono maturi cantano una bellissima musica che assomiglia al suono di un'arpa. Allora, già con l'acquolina in bocca Ruggero cominciò a correre e non si accorse che a metà strada si trovava una grande pozzanghera azzurra in cui, proprio in quel momento, si abbeverava una famiglia di cervespe assetate.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Nonno, cosa sono le Cervespe? Sono pericolose? E perché Gionzo non è intervenuto? E poi...</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- E poi così mi fai venire il mal di testa! Disse il nonno portandosi le mani alla testa e agitandola come se fosse dolorante.</div>
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<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjf0_faiiFfa-uBeI7UCo89YyaNGl9C0VAPox1n4Ry7kTZ3ZmdrIfgjMf9_57SaAx-7qhyphenhyphenaPThT4q60ugz0QGp4QW2jolDUfBrbTtf9TmD58hd3wM9oMRA7u4te1j82AU4zkW7cPXtmvCQ/s1600/estronauta+e+pomi001.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjf0_faiiFfa-uBeI7UCo89YyaNGl9C0VAPox1n4Ry7kTZ3ZmdrIfgjMf9_57SaAx-7qhyphenhyphenaPThT4q60ugz0QGp4QW2jolDUfBrbTtf9TmD58hd3wM9oMRA7u4te1j82AU4zkW7cPXtmvCQ/s1600/estronauta+e+pomi001.jpg" height="251" width="400" /></a>- Ma io sono molto preoccupatissima! - Aggiunse Giulia con la faccia seria - Gionzo non deve lasciare solo Ruggero, è piccolo e chissà cosa può succedergli, poveretto. Spero proprio che queste Cervespe non gli facciano del male.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Fortunatamente le cervespe feroci non sono molto grandi e poi ti ricordo che il nostro amico Ruggero può nascondersi, infatti così fece.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Le cervespe cominciarono a saltare a destra e a sinistra (infatti assomigliano molto ai nostri cerbiatti anche se hanno due ali piccoline sulla schiena che servono solo ad agitare l'aria per rinfrescarsi) ma non riuscirono a vedere Ruggero che quando voleva era veramente bravo a mimetizzarsi. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Per levarsi d'impaccio Ruggero decise di lanciare il suo ruggito più potente così le cervespe, spaventatissime, scapparono in tutte le direzioni senza più fermarsi.</div>
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<br /></div>
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- Ruggero è proprio forte! Non avevo dubbi che ce l'avrebbe fatta. Disse Giulia felice per il suo amico.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Adesso i pomi d'oro non avevano più speranza. Ruggero si diresse dritto dritto verso il boschetto leccandosi i baffi (che non aveva) per ciò che lo aspettava.</div>
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<br /></div>
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- E Gionzo che fine ha fatto? Chiese Giulia sempre più curiosa.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- Gionzo nel mentre, facendo un'altra strada, era già arrivato al bosco dei pomi d'oro e quando Ruggero arrivò lo trovò seduto ad aspettarlo sotto un albero con due bellissimi pomi d'oro che aspettavano solo di essere mangiati.</div>
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<br /></div>
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- Chissà che buoni i pomi d'oro. Nonno, tu li hai mai assaggiati?</div>
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<br /></div>
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- No, mai - Rispose il nonno - Ma sono sicuro che sono buonissimi. Ruggero si avvicinò a Gionzo di corsa ma, ad un certo punto, si fermò di colpo terrorizzato!</div>
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<br /></div>
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- Cos'è successo? Cosa ha visto? Gionzo è in pericolo?</div>
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<br /></div>
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- E si, Gionzo era in pericolo. Un enorme drago dalle scaglie dorate sovrastava il bosco e non sembrava avere buone intenzioni. Cosa avrebbero potuto fare i nostri amici contro questo mostro enorme?</div>
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<br /></div>
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- Nonno, nonno, devi salvare Gionzo e Ruggero. Non puoi fare qualcosa? Chiese Giulia strofinandosi gli occhi per asciugarsi le lacrime... </div>
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<br /></div>
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- Non piangere Giulia, sai bene che Gionzo è molto intelligente, vedrai che se la caverà anche questa volta.</div>
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<br /></div>
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- Giulia, papà, venite a fare merenda - Disse la mamma interrompendo la storia - Vi ho preparato una buonissima macedonia di frutta, ho messo anche i pomi d'oro che ci ha mandato Gionzo, volete assaggiarli?</div>
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<br /></div>
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La mamma non aveva ancora finito di parlare che Giulia era seduta a tavola e aveva già dimenticato le lacrime e il drago... </div>
<br />
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<b>Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO</b></div>
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